Meno spazio per le bugie. L’arte di illustrare a Cremona

“Preferisco il disegno alle parole. Il disegno è più veloce, e lascia meno spazio per le bugie.” (Le Corbusier)

A Cremona va in scena l’illustrazione internazionale, grazie al pluridecennale impegno dell’Associazione Tapirulan. “Finalmente!”. Questo il più autentico significato del titolo latino che introduce la XIX Edizione della Mostra Internazionale di Illustratori Contemporanei: TANDEM, un termine che associamo alla bicicletta inglese a due posti e che invece è ben più antica e originariamente voleva appunto dire “finalmente”.

“Tandem” è un viaggio nel cuore dell’illustrazione che si sviluppa fondamentalmente in tre tappe: un approfondimento monografico su un illustratore affermato, la selezione di una cinquantina di artisti selezionati da una apposita giuria di qualità, un secondo approfondimento monografico su un illustratore emergente.

Ma i tandem su ruota non mancano: vigilata da alcuni magnifici esemplari originali di tandem storici della collezione A. & C. Azzini di Soresina, si staglia alle pareti del Museo del Violino della città del torrone la mostra dedicata all’ospite d’onore storicizzato che quest’anno è Franco Matticchio. La promenade, dal provocatorio titolo di “Vietato l’ingresso”, inizia dalle sue prime pagine della rivista l’Indice dei Libri: oscillando tra romanticismo surreale ed elementi di pura poesia, l’artista varesino sfoggia un delicato repertorio di situazioni forse inattese, ironiche e riflessive, malinconiche e a volte amare.

Alcune sue opere rimandano a scene tipicamente alla Hopper, con la fissa solitudine degli esseri umani e, spesso, il conforto alle nostre preoccupazioni ci giunge dal mondo animale, con una predominanza in termini di presenza, del gatto. Di fronte a una sua illustrazione ci si sente con in mano una bussola sicura: è un incantesimo dalle fattezze reali quello che viene creato dalla fantasia creativa di Matticchio (che tra l’altro, grazie a questa promenade artistica, si scopre anche un gigante del disegno a matita grazie a un paio di magnifici ritratti di Bob Dylan).

La collettiva di 52 illustratori si è interrogata sulla parola ‘tandem’ e su come declinarla in una sola, efficace immagine. Il tono spazia dalla malinconia all’elemento sportivo, dal surrealismo puro alla visionarietà, dal calore reciproco alla solitudine. La nostra percezione si forma esclusivamente attraverso l’immagine e l’allusione, capaci di costruire un’esperienza visiva che può fare a meno della parola. Il cromatismo è onnipresente e dunque l’elemento visivo assume una forza comunicativa apparentemente più dirompente.

All’origine di tutto c’è un luogo, la sede associativa di Tapirulan che, in contemporanea, ospita in solo exhibition il vincitore della collettiva dell’anno precedente. L’artista della monografia del 2024 è la basca Ane Arzelus, con una mostra dal titolo “Ingenio”, imperniata su una varietà di declinazioni dell’ingegno cerebrale. La forza comunicativa dell’illustratrice spagnola rimanda alla capacità di riconoscersi nella necessaria sintesi dell’immagine: l’arte di Arzelus oscilla tra il calembour di qualità (del resto, lo stesso titolo della Mostra è sia una parola unica che una possibile espressione) e l’invito a riflettere sulla necessità di rallentare il ritmo quotidiano (e dunque con beneficio immediato per il cervello). Arricchita da reinterpretazioni non binarie (l’artista si definisce pubblicamente tale), il suo stile è brillante e giocoso e, allo stesso tempo, piacevolmente complesso, con una ben ponderata occupazione dell’equilibrio spaziale.

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