È estate anche nel quadro “La vita”, di Giovanni Segantini, che ritrae le montagne di Soglio, con il gruppo della Sciora e il ghiacciaio della Bondasca sullo sfondo. Il paesaggio dipinto da Segantini mostra gli ultimi raggi del sole al tramonto che illuminano ancora le cime dei monti, mentre, il primo piano è già completamente in ombra e la luna fa capolino nello specchio d’acqua. È la quotidianità di “tutte le cose che hanno le loro radici nella terra“, disse lo stesso pittore.
C’è chi ama la montagna, chi ama il mare, chi li odia entrambi e preferisce la città, ma comunque l’estate è da sempre vacanza, è relax. E noi siamo sempre curiosi di sapere cosa ne pensano gli artisti, come passeranno questo periodo?
Paolo Cavinato
La sua ricerca artistica si è sviluppata attraverso varie discipline, impiegando tecniche e linguaggi diversi, dalla fotografia ai disegni ed elaborazioni grafiche, dalle grandi installazioni agli oggetti scultorei. Gli elementi caratteristici riguardanti la prospettiva, lo spazio vuoto, i punti di vista e la relazione tra finito e infinito ricorrono nei suoi lavori.
L’estate è solitamente un periodo piuttosto particolare, sarà il caldo, sarà che si allentano un po’ tutti gli appuntamenti culturali e di lavoro, sarà che vivo lontano da tutto e da tutti. Ogni volta mi sembra d’entrare in una speciale bolla d’aria in cui tutto rimane un po’ sospeso e ovattato, e molto dipende poi dal programma autunnale. Quindi approfitto di questa bolla calorica per rifugiarmi nello studio e lavorare.
In queste settimane sono concentrato nella realizzazione di alcune opere che andranno esposte in dicembre ad Art Untitled a Miami, con la galleria The Flat-Massimo Carasi. Sono opere in cui mescolo pittura a concetti matematici, dove innumerevoli particelle di luce, tra pieni e vuoti, di lunghezze e tonalità differenti, formano corpi pittorici fluttuanti nello spazio.
Al contempo, con il mudaC di Carrara (dove ho tutt’ora la mia personale Direzioni, a cura di Cinzia Compalati), stiamo preparando una performance di musica elettronica del compositore Stefano Trevisi, dove ci sarà anche una proiezione di un mio vecchio video, mescolando immagini in movimento e musica rielaborata dal vivo. L’estate è anche un momento fondamentale per staccarmi da una certa routine, passare più tempo ad approfondire o meditare certi pensieri. Quindi scrivere, buttare giù nuove idee che magari rielaborerò successivamente, leggere alcuni saggi che avevo un po’ accantonato (come “La perfezione visibile, matematica e arte” di Michele Emmer e “La religione e il nulla” di Keiji Nishitani) e guardare molto cinema.
Una specie di “isola”, diciamo, di ricerca. Un altro progetto a cui parteciperò da metà settembre e che sto preparando con installazioni piuttosto grandi e ambientali sarà Feelings, mostra collettiva curata da Roberto Lacarbonara, dislocata in varie zone della bassa bergamasca. Riprendere opere impacchettate da anni, controllarle, ripulirle, rivederle, è un altro lavoro interessante e totalmente differente. Solo alla fine di agosto potrò concedermi una vera “vacanza” anche se il termine non mi convince mai proprio del tutto, poiché anche il viaggio, soprattutto il viaggio, diventa meta di ulteriori stimoli e scoperte, alla ricerca della bellezza, di una certa bellezza e anche di ulteriori riflessioni su quello che sto facendo.
Francesca Fini
E’ un’artista interdisciplinare che da anni si muove in quel territorio di confine dove le arti si ibridano, la sua ricerca spazia dalla videoarte al cinema sperimentale, dal teatro alla performance art, dalle arti digitali all’installazione pittorica, generando, così, una sintesi nuova nel linguaggio performativo contemporaneo.
Viaggio molto durante l’estate, ma porto sempre con me il mio iPad per leggere e lavorare. Quest’anno ho passato un po’ di tempo a Miami, una delle mie città preferite, ma ora sono di nuovo al lavoro in Italia perché agli inizi di settembre ho degli impegni importanti con Ibrida Festival e una mostra personale a Forlì.
La mostra, che si chiama BODY (S)CUL(P)TURE, si svolgerà presso la Fondazione Zoli dal 2 settembre al 13 ottobre 2024 e fa parte del programma di Ibrida Festival delle Arti Intermediali. Prodotta da Vertov Project e PubliOne Società Benefit in collaborazione con la Fondazione Dino Zoli, sarà curata dallo storico delle immagini in movimento Bruno Di Marino. Quindi quest’anno solo una breve vacanza rilassante e poi al lavoro per preparare la mostra, che include molte installazioni complesse, come The Paperwall, con il suo grande dipinto modulare realizzato in collaborazione con piccoli robot durante una performance di action painting, la collezione di quadri multimediali e le installazioni in realtà aumentata. Sul mio iPad c’è invece Homo Deus: A Brief History of Tomorrow di Yuav Noah Harari, l’autore del best-seller Sapiens. Un libro che raccomando a tutti e che, con ironia e ferocia, pone delle domande molto scomode sul prossimo futuro della specie umana.
Lorenzo Marini
Fondatore della “TypeArt” e autore del “Manifesto per la liberazione delle lettere” (2017), ha fatto tesoro della sua trentennale esperienza nel campo della pubblicità conducendo una ricerca artistica che lo ha portato ad esporre in tutto il mondo. Interessato a liberare le lettere dalla loro funzione linguistica, valorizzandone la forma e la singolarità, a partire dalla logica degli spazi e degli equilibri e dal carattere pop dell’alfabeto, l’artista ha recuperato l’autonomia del segno grafico, proponendo così una riflessione sul linguaggio del presente e sul futuro
della comunicazione.
L’estate la passo davanti all’oceano Pacifico, con la fortuna di avere una casa tra Santa Monica e Malibu. Ma in America non vanno al mare come da noi, non ci sono né ombrelloni né sdraie, e per loro prendere il sole è out. Quindi ne approfitto per fare molte cose. Di sicuro meditazione yoga, di sicuro leggo un saggio e un romanzo, di sicuro mi diverto a guardare l’erba che cresce e a contare le onde del mare. Ah, mi diverto anche a scoprire i ristoranti di cucina creativa californiana. La cosa bella di queste vacanze inoltre è che metà di me resterà a Forte dei Marmi, visto che la mostra “Bodytype” resterà aperta tutto il mese di agosto alla Oblong Contemporary Art Gallery. Metà di me è sul Sunset boulevard a Los Angeles, l’altra metà è in via Carducci a Forte.
Quest’anno sarà un po’ particolare perché il 18 settembre si inaugura una grande mostra antologica a Pechino. E come potete immaginare il mese prima della mostra ci sono tantissime cose da fare. Quello che mi fa ridere è che la traduttrice parla cinese e inglese, noi parliamo italiano inglese e quindi diventa una triangolazione molto divertente. Sono molto curioso di vedere la reazione alla mia Type Art in Cina, visto che gli ideogrammi li hanno inventati loro