Sabato 3 agosto a Villa Cuturi si è svolto il penultimo appuntamento di Luci e colori Pop: il festival dell’arte di Massa, evento in collaborazione con la Deodato Arte Gallery e il Comune di Massa. Ospiti della serata, dal titolo L’innovazione nell’arte: da Andy Warhol all’intelligenza artificiale, sono stati l’artista Deborah Hirsch; Valeria Giusti, responsabile del MuSA – Museo Virtuale della Scultura e dell’Architettura di Pietrasanta – e Carlo Santagostino, esperto e informatico che ha raccontato il rapporto, per niente scontato, tra Andy Warhol e la tecnologia legata ai primi personal computer.
Proprio Santagostino ha introdotto la tematica della serata, accompagnato dagli interventi della madrina della serata, la giornalista Clelia Patella, con una panoramica sulla storia e l’utilizzo dei primi computer, sul rapporto complesso di questi oggetti, dati così per scontati al giorno d’oggi, con l’utente medio, illustrandone le principali compagnie che, tra gli anni ’70 e ’80, si contendevano un terreno del tutto inesplorato, quello della futura digitalizzazione.
Ed è proprio grazie al lancio, racconta ancora Carlo Santagostino, del nuovo modello di Personal Computer Commodore a 16 bit, nel 1985 (un evento straordinario, di cui abbiamo parlato qui, fatto da Commodore in risposta al lancio del primo modello di Apple Macintosh avvenuto l’anno precedente) a far intrecciare la strada dell’informatica e quella di uno degli artisti più importanti del periodo: Andy Warhol. Prima di quel momento, l’artista non aveva mai maneggiato un computer e viene invitato come ospite all’inaugurazione di un modello che, unico nel suo genere all’epoca ad offrire una gamma di ben 4096 colori, una specie di esplosione Pop a base informatica. Warhol e la sua musa, Debbie Harry dei Blondie, eseguono quella che è definibile come una performance per mezzo di una delle prime digitalizzazioni: l’artista crea un ritratto della cantante nel tradizionale stile Pop e lo colora in diretta per dimostrare le potenzialità di questo mezzo.
Per capire l’importanza di un’innovazione del genere negli anni ’80, possiamo pensare all’impatto generato nella nostra quotidianità dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Deborah Hirsch ha raccontato del suo progetto artistico PLANTS che riguarda la ricostruzione, tramite l’AI, di una sorta di atlante delle piante in via di estinzione, o totalmente estinte, un modo per far rivivere ed esperire esseri viventi che ormai non fanno più parte del pianeta.
Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale l’artista ha potuto ricreare piante ormai scomparse a cui garantisce, per mezzo dei suoi pannelli, un’esistenza virtuale eterna. Le piante sono riportate in vita non solo grazie alle sue rappresentazioni statiche, ma anche tramite un’installazione video in cui, infine, esse ritornano al loro stato di non esistenza, scomparendo. L’arte e la tecnologia si sono intrecciate in questo intervento a dimostrazione dei vantaggi che l’AI e la blockchain forniscono donando una molteplicità di riferimenti e stimoli incredibile alla produzione dell’artista.
Chiude la serata l’intervento di Valeria Giusti che si concentra sul rapporto tra l’AI e il fruitore. Giusti è responsabile del MuSA, uno spazio che permette di fare esperienza pratica di questo contesto e ci racconta di come queste tecnologie non devono destare una preoccupazione per una possibile sostituzione dell’uomo da parte della macchina, in quanto molte delle capacità che hanno e con cui alleviano i nostri compiti non potranno mai sostituire l’esperienza di realtà: se ci si chiede che cosa sia la creatività quando le macchine possono concorrere all’ideazione di un’opera, possiamo anche considerare quale sia il ruolo dell’artista e del pubblico in relazione con le nuove tecnologie, ma non dobbiamo pensare che con l’AI l’arte abbia superato la vita. Ne è una dimostrazione l’enorme offerta che MuSA propone: dalle visite guidate ai salotti digitali, il pubblico entra in contatto con la tecnologia, impara a conoscerla e ad utilizzarla, fino a essere, attraverso dibattiti e laboratori, autore esso stesso di alcune opere d’arte, in “collaborazione” con AI e blockchain, di grande complessità.
L’ultimo appuntamento in programma per “Luci e Colori Pop” è previsto per sabato 10 agosto, con il gallerista Deodato Salafia che presenterà il suo libro sul collezionismo con un ospite speciale, l’art wealth advisor Alessia Zorloni.