Oggi abbiamo il piacere di conversare con Marco Moretti e Michele Budelli, co-owner di Fandango Club Creators e menti creative, insieme al loro team, dietro PLUG-MI, il festival che celebra la cultura urbana in tutte le sue sfaccettature e che si terrà a Milano il 28 e 29 settembre. Con una visione innovativa e un’energia inesauribile, Marco e Michele hanno saputo trasformare un’intuizione nata nel 2018 in un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di streetwear, musica e arte urbana.
In questa intervista esploreremo con loro le origini del festival, l’ispirazione dietro la creazione di PLUG-MI e il significato di “The Realness Edition”, tema centrale di quest’anno. Ci racconteranno inoltre come il festival si è evoluto, cosa ci possiamo aspettare dall’edizione 2024 e quali sono state le sfide affrontate nel portare l’evento in una nuova location, il Superstudio Maxi. Scopriremo come la loro visione continua a spingere i confini della cultura urbana, creando un punto di incontro autentico e coinvolgente per le nuove generazioni.
Come è nata l’idea di creare PLUG-MI e cosa rappresenta per voi questo festival?
L’idea di PLUG-MI nasce dalla volontà di creare un evento che celebri la cultura urbana in tutte le sue sfumature, portandola al centro di un palcoscenico di rilievo come Milano – una città già profondamente legata alla moda e al lifestyle, ma che aveva bisogno di un evento capace di rappresentare appieno lo stile di vita urbano.
Il concept ha preso forma da un’intuizione nel 2018, frutto del continuo lavoro di scouting e ricerca sui trend emergenti condotto da Fandango Club. In quel momento, ci siamo resi conto di come sneakers e streetwear fossero molto più di semplici tendenze e di come rappresentassero piuttosto un vero e proprio fenomeno culturale: un linguaggio capace di connettere persone e culture a livello globale, coinvolgendo sia il grande pubblico che le industrie più influenti.
Per noi, PLUG-MI vuole essere un punto d’incontro per le nuove generazioni, un luogo dove possono esprimere liberamente la loro identità attraverso le diverse forme artistiche che definiscono la cultura street, dalla passione per le sneakers alla street art, dalla musica al design.
Cosa significa il tema “The Realness Edition” per questa edizione del festival?
“The Realness Edition” per noi rappresenta l’essenza dell’autenticità, ed è il modo con cui rispondiamo al desiderio delle nuove generazioni di vivere esperienze vere e non filtrate. Quest’anno, il nostro obiettivo non è solo intrattenere, ma creare uno spazio in cui i partecipanti possano vivere a fondo la vera essenza del movimento street, caratterizzato da spontaneità e condivisione autentica. Si tratta di un ritorno alle radici, a ciò che rende reale e significativa la cultura urbana.
Diamo spazio a chi vive realmente la urban culture, con un palinsesto che parte dall’underground: dalle battle di freestyle e beatbox, ai dj set e live show di trap e hip-hop. Creiamo un ambiente dove le nuove generazioni possano abbracciare queste realtà senza compromessi, ritrovando la spontaneità e l’autenticità che cercano.
Quali sono state le principali ispirazioni per il nuovo format e quali differenze possiamo aspettarci rispetto alle edizioni precedenti?
Abbiamo ampliato il format di PLUG-MI ispirandoci a grandi eventi internazionali come Complexcon e Sole DXB, ma mantenendo sempre la nostra unicità. Quest’anno abbiamo introdotto una serie di novità che puntano sull’autenticità e sull’interattività: avremo un campo da basket regolamentare per tornei e show match, talk con guru della cultura urban e performance live di street art. Inoltre, abbiamo realizzato una sorta di Fashion Forward Zone, uno spazio dove brand e artisti emergenti potranno incontrare il loro pubblico e gli addetti ai lavori, dando loro visibilità e la possibilità di crescere grazie a questa iniziativa.
PLUG-MI 2024 si svolgerà in una nuova location, il Superstudio Maxi. Quali sono stati i motivi dietro questa scelta e come pensate che questo spazio contribuirà a migliorare l’esperienza del pubblico?
La scelta di spostare PLUG-MI al Superstudio Maxi nasce dalla volontà di offrire un’esperienza ancora più ampia e coinvolgente, in linea con la crescita dell’evento e le aspettative del pubblico. La collaborazione con Superstudio continua, ma questa evoluzione rappresenta un importante passo avanti all’interno di un piano triennale che mira a raddoppiare sia il numero di visitatori che i brand partecipanti.
Con questa edizione XXL, passeremo da 4.000 a 10.000 mq, il che ci permetterà di accogliere molte più persone contemporaneamente, sia negli spazi interni, con un padiglione unico e non frazionato, sia in quelli esterni, offrendo al pubblico la possibilità di vivere appieno tutte le attività del festival in modo fluido e coinvolgente.
La Sneakerhead’s Room e le esibizioni di street art sono tra le attività più attese. Potete darci qualche anticipazione sulle opere e sugli artisti coinvolti?
Siamo particolarmente entusiasti di questo spazio dedicato agli appassionati di sneakers da collezione, dove sarà esposta anche una selezione di vinili storici che raccontano l’evoluzione del rap italiano, partendo dal leggendario Inoki fino alle attuali rap star come Lazza e Noyz Narcos.
Per quanto riguarda le esibizioni di street art, non mancheranno performance live di artisti affermati ed emergenti. Ogni installazione è stata progettata per riflettere l’autenticità della cultura urban e diversi artisti interpreteranno il tema di questa edizione, “The Realness,” attraverso opere che catturano la vera essenza del movimento street.
L’esibizione di Mondo Marcio è uno dei momenti più attesi. Come avete scelto gli artisti per questa edizione e cosa possiamo aspettarci dal loro contributo?
La musica è uno dei pilastri fondamentali di PLUG-MI e la selezione degli artisti, tra cui Mondo Marcio, riflette l’impegno del festival nel rappresentare al meglio la scena urban italiana. Mondo Marcio, il primo artista a sbancare le classifiche e a portare il rap con una nuova attitudine americana ad un pubblico mainstream, fresco della recente collaborazione con Shiva con il singolo “Sete”, è una figura chiave capace di connettere diverse generazioni di fan del rap. Accanto a lui, altri grandi nomi, come Noyz Narcos ed Ernia, protagonisti indiscussi della scena rap e trap italiana, completano una line up che punta a offrire una proposta musicale ricca e senza compromessi.
Senza dimenticare gli artisti emergenti, che avranno la possibilità di farsi conoscere garantendo al pubblico un viaggio musicale completo, capace di abbracciare stili e influenze differenti.
Il progetto “Back To The Roots” di Mr Wany è un omaggio alla storia della cultura street art. Come pensate che questo progetto contribuisca a raccontare l’evoluzione della cultura urbana?
“Back To The Roots” di Mr Wany rappresenta in realtà un “back to the future” citando il famoso film cult degli anni 80, un viaggio che parte dalle origini della urban culture ed arriva alle sue più attuali evoluzioni artistiche, rendendo tributo agli accadimenti cardine di questa evoluzione ed ai pionieri che hanno fondato il movimento.
Con questo progetto, vogliamo raccontare anche come la street art si sia evoluta nel tempo e come continui a influenzare profondamente la cultura urbana contemporanea. Non si tratta solo di espressioni visive, ma di un linguaggio che racconta storie, identità e comunità.
Un ponte tra passato, presente, ma soprattutto futuro: Back To The Roots collega il pubblico alle radici dell’arte di strada e, al contempo, ne dimostra l’impatto e la rilevanza nel panorama artistico moderno, rivelando come questo linguaggio creativo rimanga uno strumento potente e attuale.
Ci sono sfide particolari che avete affrontato nell’organizzare questa edizione del festival e come le avete superate?
L’espansione del format e il mantenimento delle radici del festival sono state le sfide principali di quest’anno. Il nostro obiettivo era crescere, offrendo un’esperienza più ampia e ricca di contenuti, senza però perdere il legame con la nostra community. Grazie alla collaborazione con partner consolidati e ad un’attenta pianificazione, siamo riusciti a creare un festival che rimanga fedele alle sue origini, ma che al contempo apre nuove opportunità e spazi di espressione per tutti i partecipanti.
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