70 anni di Televisione, 100 anni di Radio: la storia del Servizio Pubblico al MAXXI di Roma

“La cultura è l’insieme di tutte le forme di informazione e comunicazione che unisce gli uomini” scriveva il filosofo francese Paul Valéry, cogliendo con lucidità il ruolo cruciale che i media avrebbero assunto nel creare e trasmettere conoscenza. In questa prospettiva, la televisione è uno degli strumenti più potenti nella costruzione della memoria nazionale. Sin dalla sua nascita, ha permesso di veicolare non solo informazioni e notizie, ma anche i valori, le idee e le immagini che hanno contribuito a plasmare l’identità collettiva di un Paese. Attraverso lo schermo, milioni di italiani hanno condiviso momenti storici, culturali e sociali, e questi eventi televisivi sono diventati parte integrante della cultura italiana.

Dai grandi avvenimenti sportivi agli interventi politici, dalle serie televisive ai programmi di varietà, la televisione ha svolto un ruolo cruciale nel raccontare l’Italia e nel definire i suoi cambiamenti. In questo contesto, la mostra “70 anni di Televisione, 100 anni di Radio”, aperta fino al 3 dicembre e ospitata presso il Museo MAXXI di Roma, si propone come un viaggio immersivo nella storia dei media italiani e nella memoria condivisa di un’intera nazione.

Curata da Alessandro Nicosia, la mostra si distingue per una collaborazione trasversale con diverse strutture della Rai. Organizzata e prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, sotto il patrocinio del Ministero della Cultura, la mostra si configura come un tributo a un secolo di storia della comunicazione radiotelevisiva, un settore che ha avuto un impatto determinante nell’evoluzione della cultura e dell’identità nazionale. Fin dagli anni Venti del Novecento, la radio prima e la televisione poi sono state parte integrante della quotidianità degli italiani, offrendo intrattenimento, informazione, cultura e sport, e riflettendo i profondi cambiamenti sociali e tecnologici del Paese.

Il percorso espositivo è strutturato per raccontare i momenti più salienti della storia italiana, attraverso una vasta gamma di materiali: audiovisivi, cartacei, fotografici, apparecchiature d’epoca e costumi di scena utilizzati dalle icone del piccolo schermo. L’atmosfera che si respira è quella di un viaggio nel tempo, in cui il blu intenso delle pareti e le immagini in bianco e nero di personaggi storici della televisione si combinano armoniosamente con la presenza fisica degli oggetti esposti. In primo piano, troviamo radio d’epoca, televisioni vintage e costumi di scena, che raccontano l’evoluzione del gusto e dello stile televisivo dagli anni Cinquanta a oggi.

Un’installazione particolarmente affascinante è quella dedicata agli abiti delle presentatrici e delle attrici che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della televisione italiana. Gli abiti, esposti su manichini e illuminati da una luce teatrale, si trasformano in veri e propri oggetti d’arte, simboli culturali di un’epoca in cui la televisione rappresentava un mezzo straordinario per far sognare il pubblico. Accanto agli abiti, le immagini in bianco e nero delle grandi dive del passato trasportano il visitatore in un’epoca lontana, ma mai dimenticata, in cui la televisione dettava i ritmi e i gusti della società italiana.

L’esperienza visiva della mostra è ulteriormente arricchita da una sezione interattiva, che permette ai visitatori di rivivere i momenti più significativi della storia radiotelevisiva italiana. Due consolle multimediali permettono di attivare radio e televisioni d’epoca, offrendo la possibilità di ascoltare e vedere contenuti storici, come il primo annuncio radiofonico del 6 ottobre 1924. Questo approccio interattivo trasforma l’esposizione in un viaggio multisensoriale, in cui il passato prende vita attraverso suoni e immagini che evocano ricordi e sensazioni profondamente radicati nella cultura nazionale.

L’allestimento non si limita però alla celebrazione del passato. Un’area significativa della mostra, realizzata in collaborazione con il Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica Rai, è dedicata all’intelligenza artificiale e al suo impatto sulla produzione audiovisiva contemporanea. Questa sezione non solo introduce il pubblico alle tecnologie emergenti, ma invita anche a riflettere sul modo in cui il progresso tecnologico stia rimodellando il panorama dei media. Attraverso installazioni che sfruttano la realtà aumentata e altre tecnologie interattive, i visitatori possono immergersi in scenari virtuali 3D, sperimentando in prima persona le possibilità offerte dall’innovazione tecnologica applicata al settore radiotelevisivo. Questo spazio non solo guarda al futuro della Rai, ma stimola una riflessione critica su come i nuovi strumenti stiano trasformando il modo in cui il pubblico fruisce dei contenuti.

Un altro elemento di grande impatto è l’esposizione della storica Fiat 1500 della Rai, utilizzata a partire dal 1966 per seguire importanti eventi sportivi e culturali, come il Giro d’Italia. Questo veicolo, perfettamente restaurato e ancora dotato delle attrezzature originali utilizzate per le trasmissioni, rappresenta un simbolo tangibile del legame tra la Rai e il territorio italiano. Grazie a un Protocollo d’Intesa siglato con l’Automotoclub Storico Italiano (ASI), l’auto ha ottenuto il riconoscimento della Targa Oro, diventando parte integrante della memoria storica della Rai e del Paese.

La mostra, dunque, si configura come un viaggio attraverso la storia della comunicazione in Italia, un percorso che non si limita a celebrare i fasti del passato, ma guarda anche alle sfide e alle opportunità del futuro. Dal punto di vista curatoriale, l’allestimento è pensato per offrire un’esperienza immersiva e multisensoriale, in cui i visitatori sono invitati non solo a osservare, ma a interagire con i contenuti esposti. Le installazioni multimediali, gli oggetti storici e le opere d’arte appartenenti alla collezione Rai si combinano per creare un racconto che lega le storie individuali dei protagonisti della radio e della televisione con la Storia collettiva di un intero Paese.

Photo credit: Marino Festuccia

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