La formula è semplice, ed è la stessa che ha portato il premio al successo l’anno passato: una giuria formata da quattordici critici più un artista, Giuseppe Veneziano (vincitore della scorsa edizione), ha selezionato i trenta artisti che si contenderanno la palma di “Artista dell’anno”, “Artist of the Year”, inventato e lanciato dal nostro magazine. I finalisti sono stati scelti tra gli artisti italiani, di qualsiasi generazione, che abbiano fatto mostre o partecipato a progetti di rilievo nel corso dell’anno che sta per concludersi, a giudizio insindacabile dei componenti la giuria, presieduta da Alessandro Riva, direttore artistico del nostro giornale, e formata da tredici tra i critici, curatori e giornalisti d’arte più influenti e attenti al panorama artistico italiano di oggi (qua la lista completa: Luciano Bolzoni, Chiara Canali, Domenico De Chirico, Alberto Fiz, Rebecca Delmenico, Christian Gangitano, Alberto Mattia Martini, Gianluca Marziani, Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, Giuseppe Pizzuto, Ivan Quaroni, Alessandra Redaelli e Paolo Sciortino), oltre al vincitore dell’anno passato, Giuseppe Veneziano.
La parola passa ora al voto popolare: sono infatti i lettori del magazine a essere chiamati a votare il loro favorito (si ha a disposizione un solo voto e si vota dalle pagine di questo magazine fino al 30 dicembre alle h.12, ndr); alla fine, sul podio, rimarrà un solo (o una sola) artista, seguito da altri due artisti o artiste per il secondo e il terzo posto. I vincitori avranno articoli dedicati al loro lavoro sulle pagine del nostro magazine e un’intervista esclusiva a loro dedicata, realizzata da uno dei notri contributors.
L’anno scorso, il premio è andato, come dicevamo, a Giuseppe Veneziano, artista giocosamente dissacrante e superpop, seguito a ruota da Andrea Crespi per il secondo posto, e da Chiara Calore per il terzo. Due pittori, dunque, uno più pop, Veneziano, e una dalla composizione e dallo stile più “classico”, Chiara Calore, affiancati al secondo posto da un artista, Andrea Crespi, che passa indifferentemente dal quadro fisico a quello digitale.
E quest’anno? Chi sono i tenta finalisti chiamati a contendersi la palma di Artista dell’anno per il 2024? Vediamoli, uno per uno, in rigoroso ordine alfabetico.
Agostino Arrivabene
Pittore coltissimo ed estremamente raffinato dal punto di vista stilistico, i riferimenti culturali del suio lavoro spaziano dal simbolismo al surrealismo passando per la pittura rinascimentale e seicentesca. Pittore di visioni, di epifanie e di trasmutazioni alchemiche, Arrivabene sembra compiere, coi suoi quadri, un viaggio nel profondo dell’io e nell’indistinto del cosmo. “ll processo creativo che ha sempre caratterizzato la mia opera”, ha detto l’artista, “è esoterico ed esoticamente votato al viaggio astrale e magico, alchemico”. Dall’informe alla forma, dalla terra al cielo, dalla materia all’immateriale delle idee universali ed eterne, la pittura di Arrivabene parla al nostro io più profondo e sommerso. Dopo la sua spendida personale da Primo Marella Gallery a inizio anno, l’artista ha finito in bellezza con una grande, bellissima mostra a Bologna, negli spazi della Raccolta Lercaro, intitolata “La linea verticale”. Intensa, raffinatissima, emozionante.
Angelo Bordiga
Una pittura tesa e drammatica, un segno deciso dalle chiare ascendenze baconione, Bordiga è un pittore rimasto isolato per scelta e per il destino di una ricerca fortemente introspettiva, magmatica, intensa, caratterizzata dal segno forte e deciso e dall’uso del colore che guarda alla lezione espressionista la sua caratteristica di base. Nel 2024 il suo lavoro è tornato all’attenzione del pubblico grazie alla mostra personale “La Pittura è Verità” alla Casa Dei Carraresi di Treviso.
Giuditta Branconi
Procedendo in ordine alfabetico, tra le prime pittrici troviamo Giuditta Branconi, con le sue grandi e strabordanti composizioni dalla struttura apparentemente caotica e “selvaggia”, la sua predilezione per il mondo femminile, come soggetto dominante, e quello animale, in una sorta di raffigurazione epica, a cavallo tra libera invenzione ed episodi tratti da una vasta mitologia delle origini. “La mitologia”, ha dichiarato l’artista in un’intervista rilasciata lo scorso al nostro giornale, “c’entra in quanto materia da cui attingere, viva e fluida. Mi piace appropriarmi, modificare, maneggiare in maniera libera quello che già esiste”. Tra le mostre a cui ha partecipato quest’anno, Interaction Napoli 2024, la rassegna curata da Demetrio Paparoni con artisti del calibro di Andres Serrano e Yue Minjun.
Chiara Camoni
Un lavoro complesso ed estremamente articolato, che affonda le sue radici formali nelle pratiche “magiche” e nei rituali più arcaici della storia dell’umanità, Chiara Camoni si è affermata negli ultimi anni come una delle artiste più interessanti e originali della nuova scena italiana. Serpenti, vasi, tende, collane, rami, fiori, candele, feticci di un mondo insieme arcaico ed estremamente quotidiano, i lavori di Chiara Camoni si nutrono di atmosfere ancestrali e silvestri, che paiono guardare ad antichi riti della fertilità o della vita, tra arcaismo ed eco-femminismo. La sua recente mostra personale all’Hangar Bicocca, a metà tra memorie ancestrali, luogo sacro e riferimenti alle nostre pulsioni, tensioni e paure più remote, la consacrano come una delle artiste più rilevanti dell’attuale panorama italiano.
Canemorto
Graffianti, irriverenti, giocosi e imprevedibili, i tre membri del collettivo artistico Canemorto, con i loro lavori, a metà tra street art e pratica situazionista, mettono in crisi le nostre convinzioni e i nostri pregiudizi inconsci, ribaltando luoghi comuni e rompendo schemi linguistici e concettuali. Esemplare, nel 2024, il loro progetto “Fish Market”, portato da Milano al cuore di Manhattan, nel quale i tre artisti si sono calati per alcuni giorni nei panni di venditori di pesce, imbonendo la folla e vendendo al bancone frattaglie di pesci disegnati, sotto sale o in salamoia, con un’evidente sarcastica parodia del mercato dell’arte. “Il nostro lavoro”, hanno spiegatio i tre, “è sempre tenuto in bilico sul sottile crinale che divide la finzione dalla realtà”.
Maurizio Cattelan
Non poteva non esserci. Indubbiamente geniale e assolutamente dirompente nella sua capacità di mettere il dito nella piaga delle contraddizioni della società contemporanea, amatissimo, odiato o semplicente disprezzato come un saltimbanco globale o un furbone intergalattico, di fatto Maurizio Cattelan colpisce ancora una volta nel segno, stravolgendo il mercato, la critica e i media globali con la sua banana Comedian, venduta proprio in questo 2024 alla cifra record di 6,3 milioni di dollari. Un colpo di genio o l’ennesima, stanca provocazione per scuotere un mercato in crisi di idee, di cultura e di novità? Di certo, il Maurizio nazionale si rivela ancora una voilta un fuoriclasse, iconico, imprevedibile, rivoluzionario come nessun altro.
Vanni Cuoghi
Pittore onirico e visionario, dal tocco grafico virtuoso ed elegante, sempre in bilico sul crinale di un’ironia colta ed estremamente raffinata, Cuoghi utilizza uno stile apparentemente semplice e lineare, che guarda con attenzione, riprendendone i codici e gli stilemi formali, al linguaggio dell’illustrazione infantile degli anni Cinquanta e Sessanta, per creare composizioni dal tono spesso vagamente surreale e spiazzante, all’interno delle quali vengono tratteggiate vuoi minime storie quotidiane, vuoi proverbi, modi di dire, illuminazioni, bizzarre parafrasi visive. Da poco ha sperimentato la dimensione gigante con impianti iconografici di grande impatto, che rimandano alla scenografia, allo spettacolo della natura e alla “messa in scena della pittura”, come titolava una delle sue recenti mostre.
Ilaria Del Monte
Molto caratterizzato e originale l’universo fiabesco di Ilaria Del Monte, pittrice dalle atmosfere postsurrealiste e dal tocco magico-onirico, dove a farla da padrone sono donne perse in un loro universo intimo e mentale, in compagnia di animali fantastici e bizzarri, come draghi, cervi, lupi, serpenti e farfalle giganti, nel quale gli stessi mobili e arredi della casa si trasformano a volte in forme vive, simbolo dei nostri sogni più ancestrali. Per la Del Monte, i quadri hanno la funzione di “finestre mentali rivolte alla fantasia e a un’irrazionalità”, come ha raccontato lei stessa al nostro giornale, per provare a “riconsiderare le nostre prigioni mentali come luoghi domestici dai quali trovare la fuga e nei quali lasciare irrompere il caso e l’imprevedibile, come un animale selvatico che un bel giorno decide di uscire da un armadio e ci viene a trovare”.
Luca Di Maggio
Storico street artist attivo a Milano soprattutto in zona Garibaldi, ma attivo anche in altri paesi europei e in particolare in Germania, con grandi “dipinti su carta” che campeggiano in luoghi iconici per le strade, Luca Di Maggio racconta il mondo del ciclismo e della mobilità sostenibile attraverso opere murali, laboratori, autoproduzioni. Una “bad painting” dai tratti volutamente “sporchi”, ruspanti ed immediati, il suo è un universo giocoso, bizzarro, dai tratti spesso caricaturali, in cui protagonisti e comprimari della “grande giungla urbana” si affacciano dai muri della città giardandoci con le loro espressioni grottesche e stravaganti. Nel 2024, Di Maggio è stato in residenza alla Casa degli Artisti di Corso Garibaldi a Milano, con opere collettive per la città e in Atelier Urbano, avvicinando arte di strada, abitanti, studenti e comunità.
Roberto Floreani
Tra gli esponenti più rilevanti del nuovo astrattismo italiano, Floreani è anche studioso (in prticolare della storia del Futurismo), scrittore, teorico, autore di spettacoli teatrali e, ultimamente, anche curatore, a Vicenza, con una grande mostra dedicata alla Pop e alla Beat italiane. Ma la sua vena più autentica rimane quella del pittore, in cui ha conseguito un suo stile estremamente sintetico e originale, memore della lezione dell’astrattismo classico italiano, che parte dalla ricerca delle Compenetrazioni Iridescenti di Balla per affermarsi nell’Astrattismo comasco degli anni Trenta, per arrivare a elaborare una sua ricerca materica esclusiva e molto caratterizzata, stratificata, con la rigorosa definizione geometrica dei rilievi, caratterizzati dall’autentica sigla espressiva del Concentrico. Quest’anno, Floreani ha in augurato un nuovo ciclo del suo lavoro sul concetto della “Soglia”.
Sara Forte
Affermatatasi nel panorama nazionale con un suo segno peculiare, simbolico-astratto, dalle forti ascendenze surrealiste e a tratti “cosmiche”, basato su una forte riconoscibilità della composizione, sempre basata su ritmi e riferimenti astratto-geometrici, Sara Forte utilizza un’ampia scelta di materiali, dal vetro di Murano, con cui realizza le sculture, ai dischi di silicio. “Il silicio serve a produrre i microchip di tablet e computer”, ricorda l’artista, e trasformarli in materia del suo lavoro vuole dire portare simbolicamente al centro della scena il materiale principe della comunicazione contemporanea, come metafora della velocità di comunicazione del contemporaneo. Molti i progetti di rilievo nel 2024, compresa una collaborazione con lo chef Alessandro Borghese, nel suo ristorante stellato di Venezia.
Silvia Giordani
Continuando con le pittrici, ecco i paesaggi immaginari e fantastici di Silvia Giordani. Vicentina di nascita, Giordani ha sviluppato un linguaggio pittorico originale, incentrato su un’idea paesaggio onirico e remoto, privo della presenza umana e dalle atmosfere sospese tra realtà naturale, tendenza all’astrazione e riferimenti all’estetica digitale e alla fantascienza, offrendo nuove prospettive su natura, spazio e tempo. Il paesaggio, nel lavoro di Silvia Giordani, diventa così un “varco” verso un’altra forma di realtà.
Agostino Iacurci
Street artist, designer, illustratore, scultore, Agostino Iacurci è un artista complesso e multiforme, che nel tempo si è ritagliato una grande visibilità anche a livello internazionale, creando un proprio universo formale e simbolico, dallo stile pop, di grande sintesi grafica, che declina in varie forme in giro per il mondo, tra progetti di pittura murale, design, installazioni e interventi negli spazi pubblici. Un grado di creare una speciale interazione con lo spazio e con lo spettatore, Iacurci nel 2024 ha avuto grande eco con mostre, interventi pubblici e un grande progetto per il villaggio olimpico a Parigi.
Emilio Isgrò
Tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana degli ultimi quarant’anni, Isgrò è entrato con le sue “cancellature” nell’immaginario artistico e diffuso della cultura italiana. Il 2024 è stato un anno ricchissimo per uno dei padri nobili dell’arte italiana, culminato, tra le altre cose, co una l’invito a un’antologica con workshop e “lezioni di cancellatura” alla Gnam di Roma.
Michela Martello
Toscana di origine ma trapiantata da molti anni a New York, Michela Martello ha elaborato un suo stile fortemente iconico, lineare e dalla grande intensità emotiva, utilizzando spesso suopporti mutevoli e non convenzionali, dalla stoffa alla carta di riso, con una forte presenza di simbolismi e di una narrazione non lineare che affonda le sue radici in un inconscio collettivo sincretico che unisce riferimenti orientali, trame di racconti di epoche e culture diverse, e la pià stretta contemporaneità. Una bella e ampia mostra alla Galleria Giovanni Bonelli ha consacrato questo 2024 come un anno felicissimo per l’artista.
Sandro Mele
Artista dal taglio dal taglio acido e corrosivo, dal segno estremamente conciso e volutamente “sporco”, Mele incentra spesso i suoi interventi, con metodologie e linguaggi che vanno dal disegno, alla pittura, al video all’installazione e alla fotografia, coniugando contenuti sociali e politici con riflessioni sull’economia, sulla critica al capitalismo e sul senso stesso del fare arte. Nel 2024 è entrato nel roster di Spaghetti Boost partecipando alla Art Week torinese con installazioni e interventi.
Gabriele Micalizzi
Tra i più celebri e i più attivi fotoreporter italiani, Micalizzi è tra i fondatori e componenti originali del collettivo Cesura, una delle realtà più dinamiche e interessanti del panorama fotografico italiano, che mescola fotoreportage, fotografia di ricerca e arte contemporanea. Affianca al reportage di guerra progetti fotografici di stampo umanitario, sociale e artistico, nel 2024 ha visto la sua presenza in diverse mostre e progetti di rilievo, tra cui “A Kind of Beauty” a Milano e “Legacy” a Brescia.
Numero Cromatico
Collettivo artistico di ricerca avanzata su temi che intercorrono tra arte e scienza, formato da ricercatori provenienti da diverse discipline, dalle neuroscienze alle arti visive, dalla linguistica alle tecnologie, Numero Cromatico sviluppa progetti con diversi media con l’intenzione di indagare i confini tra memoria, psiche, percezione. Nel 2024 ha presentato un progetto di arte pubblica a Roma intitolato Somnium, sul confine tra sonno, coscienza e veglia: vera e propria “performance onirica collettiva”, dove il pubblico poteva usufruire di dispositivi atti a stimolare e ricordare i sogni, Somnium è un esperimento innovativo sulla percezione individuale e collettiva dell’attività onirica.
Sergio Padovani
Pittore dalle atmosfere cupe, drammatiche e allucinate, Padovani si ispira alla tradizione pittorica del XV secolo, in particolare ai maestri fiamminghi come Bosch e Bruegel. I suoi quadri si caratterizzano per le visioni drammatiche e oscure, punteggiate da improvvisi lampi di colori vividi, combinando elementi come danze macabre, viaggi nel tempo, laghi incantati, pesci volanti e venti infuocati. Nel 2024 ha attraversato l’Italia con una serie di mostre pubbliche di grande successo, che si sono concluse con la grande antologica, tutt’ora in corso, alla Fondazione The Bank per la pittura contemporanea di Bassano del Grappa.
Ciro Palumbo
Pittore neometafisico, Palumbo è noto per i suoi paesaggi caratterizzati da un’atmosfera fantastica, immaginaria e visionaria. Dalle isole enigmatiche e oscure, nelle quali si intravede la lezione di Arnold Böcklin, alle isole-navi volanti, passando per i gruppi di solitari e silenziosi cipressi, fino alle scene di interni metafisici e alle prospettive neosurrealiste, Palumbo ha sviluppato un suo stile visivo unico e originale, con un . Nel 2024, dopo aver realizzato l’archivio generale delle sue opere e catalogo ragionato, è stato consacrato con una mostra alla Promotrice di Torino.
Max Papeschi
Artista noto per la carica esplosiva della sua immaginazione, che mescola storia, politica internazionale e immaginario pop contemporaneo, quest’anno Papeschi ha sviluppato il suo nuovo progetto, Extinction, che ha attraversato l’Europa da Milano alla Francia (con la tappa tutt’ora in corso all’Istituto di Cultura di Parigi), che racconta l’esitinzione della civiltà con gli occhi alieni: tra l’esercito di terracotta in versione nani da giardino, sculture di marmo con il corpo di Buddha e la testa di Napoleone e Intelligenza Artificiale.
Nello Petrucci
Artista e film maker che spazia tra diverse tecniche espressive, dalla pittura al collage, dalla serigrafia alla fotografia, Petrucci opera in ambiti come il cinema, l’arte contemporanea, la Street Art e l’arte pubblica. Utilizza la tecnica halftone, caratterizzata da una bassa definizione e una trama puntinata, per stimolare la partecipazione attiva dello spettatore, invitandolo a completare visivamente ciò che è solo suggerito. Molte le opere e mostre nel 2024, tra cui la presenza a Dak’Art Off 2024.
Martin Romeo
Crtista italo-argentino, Romeo esplora una dimensione ibrida tra natura e tecnologia, creando connessioni inedite tra il fisico e il digitale, come performance nel metaverso e sculture dinamiche, che trasformano dati in forme visibili, invitando il pubblico a partecipare e a riflettere sulla crescente interconnessione tra uomo e tecnologia, tra corpo fisico e identità virtuale. Attivo anche nel metaverso, Romeo indaga la corporeità e il naturale in esperienze virtuali. Molti gli interventi e le opere in questo 2024.
Alice Ronchi
Artista multiforme, esplora il “contatto” tattile, spaziale ed emotivo attraverso sculture e installazioni che uniscono oggetti quotidiani e immaginazione, mantenendo rigore geometrico e proporzione. La sua ricerca creativa, basata sull’ascolto e l’analisi dei materiali, mira a svelare le storie e le possibilità di interazione che essi possono attivare. Il MAC di Lissone ha ospitato quest’anno una sua vasta personale.
Pietro Ruffo
Tra i più noti e apprezzati artisti visivi italiani, Ruffo combina tecniche diverse, dal disegno all’intaglio, per esplorare temi universali come libertà e ambiente. Le sue opere stratificate intrecciano paesaggi, mappe, geometrie e creature arcaiche, utilizzando tecniche innovative come il collage tridimensionale. Le sue creazioni, tra natura e artificio, denunciano la frattura tra uomo e natura, proponendo visioni utopiche di grande impatto visivo. Molte le mostre e inteventi pubblici nel 2024, dal Palazzo delle Esposizioni all’intervento sul cantiere della metropolitana a Roma.
Arcangelo Sassolino
Tra i più radicali, disturbanti e visionari artisti italiani contemporanei, molto apprezzato a livello internazionale, Arcangelo Sassolino utilizza materiali industriali, azioni di macchine, elementi naturali, eplorando i conetti di limite, tensione, imprevedibilità, pericolo, fallimento, attraverso un processo di manipolazione delle forze fisiche che diviene insieme processo di distruzione e di rigenerazione: “Concepisco la scultura”, dice l’artista, “come un lavoro sull’instabilità, sulla dissipazione, sui momenti di rottura e transizione. Mi interessa, soprattutto, catturare l’istante in cui qualcosa sta diventando altro da quello che è”. La grande installazione ospitata quest’anno a Villa Panza, intitolata La condizione del desiderio, incentrata sui rapporti tra arte, scienza e natura (aperta fino al 9 marzo 2025), lo ha consacrato come uno degli artisti italiani attualmente più interessanti.
Davide Serpetti
Le sue opere mescolano archetipi primordiali e simboli contemporanei, creando figure fluide e androgine che riflettono la complessità culturale e identitaria della società attuale. Partendo dai ritratti dal vivo, la ricerca di Davide Serpetti è evoluta verso una dimensione immaginifica, dove riferimenti culturali e simbolici convivono per dare vita a un’iconografia articolata e originale, ricca di riferimenti alla storia, alla mitologia, a una flora e una fauna imamginarie, che sono, secondo le parole dell’artista, “la rappresentazione dell’istinto e dell’irrazionalità dell’infanzia che rimane in ognuno di noi”. Molti i progetti a cui ha partecipato in questo 2024, tra cui la presenza nell’ultima ediziine dell’ormai storico Premio Cairo.
Nicola Verlato
Tra i migliori e più virtuosi pittori italiani contemporanei, Verlato affonda le mani per la sua pittura nell’immaginario contemporaneo con una pittura colta e raffinatissima dal punto di vista tecnico, che utilizza, per lo studio e la composizione dell’immagine, tecnologie estremamente complesse. La sua fonte d’ispirazione è il vasto bacino della storia in generale e della storia dell’arte in particolare, della cronaca, dell’immaginario cinematografico e televisivo, di quella “mitologia contemporanea” che costituisce l’ossatura dell’epoca attuale. Quest’anno ha chiuso l’anno con una bella e vasta mostra antologica, Myth generation, al Museo San Domenico di Imola, che racchiudeva oltre cinquanta opere della sua produzione, aperta fino al 19 gennaio 2025.
Flaminia Veronesi
Artista versatile e complessa, nelle sue opere si intrecciano wall-painting, dipinti, oggetti, sculture e opere tessili, sempre in bilico tra arte, fashion e interior design. Tra sfide e compromessi sul tema dell’emancipazione di genere, il lavoro di Flaminia Veronesi si fa notare con opere magmatiche e un universo onirico, abbracciando una visione espansa dell’essere umano, tra arte e poetica della meraviglia, con la condizioine femminile come epicentro. Molti i progetti di rilievo nel 2024.
Federica Zianni
Scultrice polimorfa dalle diverse declinazioni, le opere della Zianni sono evocative, misteriose e interpretabili in diverse maniere, riflesso delle aporie e delle incoerenze profonde, a volte dolorose e nascoste, che attraversano la vita di ognuno di noi. Zianni sceglie materiali che simbolicamente richiamano l’idea di “casa”: morbidi, avvolgenti, malleabili, netten di in luce le contraddizioni profonde tra natura e artificio. Molte le presenze e i progetti dell’artista nel 2024, tra partecipazioni a mostre e bandi in residenza.
Giuria critici Artist of the Year: Luciano Bolzoni, Chiara Canali, Domenico De Chirico, Alberto Fiz, Rebecca Delmenico, Christian Gangitano, Alberto Mattia Martini, Gianluca Marziani, Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, Giuseppe Pizzuto, Ivan Quaroni, Alessandra Redaelli, Paolo Sciortino, Giuseppe Veneziano.
Presidente della giuria: Alessandro Riva, direttore artistico Artuu
Lista degli artisti finalisti: Agostino Arrivabene, Angelo Bordiga, Giuditta Branconi, Chiara Camoni, Canemorto, Maurizio Cattelan, Vanni Cuoghi, Ilaria Del Monte, Luca di Maggio, Roberto Floreani, Sara Forte, Silvia Giordani, Agostino Iacurci, Emilio Isgrò, Michela Martello, Sandro Mele, Gabriele Micalizzi, Numero Cromatico, Sergio Padovani, Ciro Palumbo, Max Papeschi, Nello Petrucci, Martin Romeo, Alice Ronchi, Pietro Ruffo, Arcangelo Sassolino, Davide Serpetti, Nicola Verlato, Flaminia Veronesi, Federica Zianni