A Stoccarda la facciata di Tiffany si veste di diamanti

Lo studio tedesco MVRDV firma le nuove vetrine dello store Tiffany a Stoccarda, precisamente nel quartiere Dorotheen, scegliendo un layout decisamente originale e fedele alla storia del marchio.

Nato nel 1993, lo studio, guidato dai soci Winy Maas, Jacob van Rijs e Nathalie de Vries si afferma oggi come una realtà con più di 300 collaboratori operativa in tutto il mondo: da complessi residenziali a progetti di recupero di edifici storici, MVRDV investe su innovazione tecnologica e ricerca sociale.

La collaborazione tra lo studio e Tiffany inizia nel 2023 con i primi restyling, come quella del centro commerciale di Taikoo-Li Qiantan (2023) e quella dell’aeroporto Changi di Singapore. Entrambe interpretano l’essenza del brand servendosi di strumenti differenti: se a Shangai i diamanti sono protagonisti e dunque facile reference all’attività dell’azienda, a Singapore la sostenibilità fa da padrona con una struttura stampata in 3D e studiata ad hoc da Aectual (Amsterdam) e BUROMILAN. 

MVRDV Tiffany Stuttgart2 ©Gionata Xerra Studio

Prima di essere ricordato come l’iconica inquadratura dal film di Blake Edwards Colazione da Tiffany, il negozio contraddistinto dall’omonimo tono di azzurro ha un passato che trova le sue radici nella lavorazione di materie prime quali il vetro e le pietre preziose. Fondato nel 1837 da Charles Lewis Tiffany, apre i battenti a Manhattan, al principio come un semplice negozio di articoli regalo per diventare piú tardi una gioielleria rinomata grazie all’introduzione e alla lavorazione di materiali come l’argento Sterling, cristallo di Boemia e la porcellana.

L’erede Louis Comfort Tiffany diventa il primo direttore dell’attività di famiglia dedicandosi principalmente alla progettazione di lampade e oggetti in vetro: inaugurata la fabbrica Tiffany Studios nel Queen, proliferano le sperimentazioni che lanciano sul mercato l’originale effetto opalescente registrato con il marchio Favrile (fatto a mano in francese antico).

MVRDV Tiffany Stuttgart4 ©Gionata Xerra Studio

Splendide creazioni si susseguono negli anni accrescendo la fama e l’affidabilità del marchio: dai paralumi con motivi floreali e veneziani di Clara Driscoll, la direttrice del Women’s Glass Cutting Department, ai mitici diamanti del Tiffany Setting (primo anello di fidanzamento lanciato nel 1984), dal diamante giallo del Sudafrica tanto bramato da Audrey Hepburn alla classica Blue Box

«Capisci cosa intendo quando dico che niente di brutto può accaderti qui?» (Colazione da Tiffany, 1961)

La maestosità che accoglie Holly Golightly sulla Quinta Strada ha uno charme di altri tempi, mentre la vetrina pensata dallo studio MVRDV mostra uno sguardo sul futuro con una citazione del passato dell’azienda. L’artigianalità è il cuore dell’intero progetto: la ceramica appare quasi modellata sulla forma del diamante per eccellenza, rispettando la tridimensionalità e la lucentezza che lo contraddistinguono: la tecnica dello slip-casting permette di ottenere sfumature neutre e che ben si integrano con il contesto esterno, dai toni dell’azzurro al bianco candido. Ispirati al vetro Favrile, le ceramiche sono prodotte da Koninklijke Tichelaar, antica azienda olandese specializzata in smalti, unica in grado di riscoprire l’iridescenza che tanto aveva attratto Tiffany. Come squarci intagliati nella struttura, i singoli elementi si addensano e si diradano facendo scorgere spiragli degli interni alternati a pareti eteree in cui fluttua il celebre logo.

I 2829 diamanti accompagnano i clienti all’interno del negozio, circondando i gioielli e i prodotti esposti con la delicatezza della loro struttura: un design che offre un experience di acquisto unica, aggiungendo alla grazia degli oggetti esposti uno sfondo surreale e onirico, quasi a mettere una distanza tra la strada a pochi metri e il cielo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Marginalità, femminismo terrone e “restanza”. Intervista a Claudia Fauzia, esperta di studi di genere

Claudia Fauzia e Valentina Amenta lo spiegano con estrema lucidità nel loro libro-manifesto "Femminismo Terrone. Per un’alleanza dei margini", il quale rimane una delle letture più edificanti del mio orrorifico 2024. Ho intervistato Claudia Fauzia per voi. Prestate attenzione!

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno