Dal 1° febbraio all’8 marzo 2025, la Magazzino Gallery di Palazzo Contarini Polignac a Venezia ospita Seven Skies for Venice, personale di Anna Peter Breton curata da Roberta Semeraro. La mostra, promossa dall’Associazione ROSAM, sarà inaugurata il 1° febbraio alle ore 17 e propone un viaggio attraverso i sette cieli della cosmologia tolemaico-aristotelica, un sistema di riferimento simbolico che l’artista intreccia ai cieli sospesi di Venezia e ai laghi sacri del Kirghizistan.
Nella sua ricerca artistica, Breton affronta i temi della memoria, dell’identità e della transitorietà dell’esistenza, combinando la dimensione interiore con un’indagine sulla fragilità del mondo naturale. La sua pittura si nutre di un immaginario sospeso tra spiritualità e percezione sensibile, un linguaggio visivo che fonde paesaggio e astrazione, contemplazione e risonanza emotiva. La scelta di Venezia come luogo espositivo è emblematica: una città che si riflette nell’acqua, catturando nel suo specchio liquido il mutare della luce e dell’atmosfera, proprio come accade nei dipinti di Breton.
La mostra si ispira alla teoria delle sette sfere celesti, un antico modello cosmologico secondo cui l’universo era composto da sfere concentriche che separavano il mondo terreno dal divino. Nel sistema aristotelico, la settima sfera rappresentava la dimensione più vicina a Dio, un luogo di perfezione e armonia assoluta. È a questa dimensione che Breton eleva la propria pittura, cercando di tradurre in immagini la qualità effimera e inafferrabile del cielo. La stessa artista ha trovato ispirazione nei laghi sacri del Kirghizistan, situati a oltre 3.000 metri di altitudine, dove il cielo si riflette nelle acque cristalline con una purezza assoluta.
Come scrive la curatrice Roberta Semeraro, gli antichi astronomi riconoscevano nell’etere il quinto elemento, distinto da terra, acqua, fuoco e aria. Un elemento immateriale, inalterabile ed eterno, esattamente come appaiono i cieli dipinti da Breton. Le sue tele si costruiscono su velature di colore sovrapposte, con oli che riprendono i toni caldi dello spettro solare, creando atmosfere luminose e sospese. L’uso della materia pittorica è calibrato in modo che il colore non venga imbrigliato dalla forma, ma si distenda sulla tela come un velo impalpabile. I dipinti evocano così un senso di espansione e leggerezza, suggerendo una dimensione di immobilità fluida, in cui il tempo sembra arrestarsi.
La pittura di Breton trova un dialogo naturale con Venezia, città in cui il cielo è una presenza dominante e onnipervasiva. Qui, il riflesso celeste si insinua ovunque: nei canali, nelle calli, sulle superfici delle barche e persino sulle facciate dei palazzi. L’artista cattura questa relazione unica tra cielo e acqua, trasformandola in un’esperienza visiva e meditativa. Il suo lavoro si pone così come un omaggio alla tradizione pittorica veneziana, e in particolare a Giovan Battista Tiepolo, maestro del XVIII secolo che con le sue visioni celesti ha saputo dissolvere le architetture terrene in aperture verso l’infinito.
Ma Seven Skies for Venice non è solo un tributo alla città e alla sua storia artistica. È anche un invito a riflettere sul nostro rapporto con la natura e con il trascendente. I dipinti di Breton suggeriscono un ritorno alla contemplazione, a un’osservazione del cielo come spazio di possibilità e trasformazione. In un’epoca in cui il nostro sguardo è costantemente rivolto verso schermi e superfici artificiali, l’artista propone un esercizio di rallentamento e ascolto, una riscoperta della meraviglia del cielo e della sua capacità di ispirare e pacificare.
Attraverso un linguaggio pittorico che bilancia astrazione e lirismo, Anna Peter Breton ci invita a riscoprire il senso di appartenenza al cosmo, ricordandoci che siamo parte di un equilibrio più grande. Seven Skies for Venice è una mostra che restituisce al cielo la sua centralità, trasformandolo in un luogo di connessione tra natura, spiritualità e memoria collettiva.