Ray Ban e Meta: durante il SuperBowl uno spot ha come protagonista la banana di Cattelan

Da anni, il Super Bowl è molto più di un evento sportivo: è diventato un fenomeno culturale e un’enorme vetrina pubblicitaria. Per il pubblico americano, rappresenta l’appuntamento dell’anno, il momento in cui i marchi più importanti del mondo investono cifre astronomiche per creare spot esclusivi. L’edizione 2025, che si è svolta il 9 febbraio al Caesars Superdome di New Orleans, ha registrato un’audience stimata di 116,8 milioni di spettatori, con il costo medio di uno spot pubblicitario che ha raggiunto la cifra record di 8 milioni di dollari per 30 secondi. Tra i brand che si sono assicurati uno spazio in questa competizione di creatività e marketing ci sono stati Hellmann’s, Stella Artois e Uber Eats, ma lo spot che ha fatto più discutere, soprattutto tra gli appassionati d’arte, è stato senza dubbio quello di Meta e Ray-Ban.

Protagonisti dello spot sono gli attori Chris Pratt, Chris Hemsworth, Kris Jenner (matriarca del clan Jenner-Kardashian) e, inaspettatamente, la famosa banana di Cattelan da 6,2 milioni di dollari. Il titolo dello spot è già tutto un programma:“Who eats art?” e la scena è ambientata in una casa-galleria di Kris Jenner, che interpreta una “sofisticata” collezionista d’arte. Quella che sembra una tranquilla visita in una galleria privata si trasforma ben presto in un piccolo giallo da risolvere.

Lo spot si apre con Chris Pratt, con il suo dolcevita nero e gli occhiali Ray-Ban smart, che osserva incuriosito la banana fissata al muro. Perplesso, chiede ai suoi occhiali: “Hey Meta, che cos’è quest’opera?” L’assistente virtuale di Meta, con tono quasi sarcastico, risponde: “Comedian di Maurizio Cattelan, valore: 6,2 milioni di dollari.” Il volto di Pratt esprime incredulità, ma prima che possa dire qualcosa, la telecamera si allarga e rivela Chris Hemsworth che, ignaro di tutto, entra nella stanza mangiando una banana. Pratt lo fissa sconvolto prima di esclamare: “Quella banana vale 6,2 milioni di dollari!” Hemsworth, con il suo solito fare rilassato, replica semplicemente: “Ma stai scherzando?” La situazione precipita in fretta: la banana è stata mangiata, e i due attori iniziano freneticamente a cercarne una sostituta prima che qualcuno si accorga del disastro.

Ma prima che possano agire, Kris Jenner fa il suo ingresso nella stanza, pronuncia una sola frase: “Who eats art?” Poi, senza perdere tempo, chiede ai suoi occhiali Meta di chiamare il suo avvocato. In pochi secondi, la situazione assume un tono quasi drammatico: una banana scomparsa, una collezionista infuriata e un duo di attori in preda al panico.

Lo spot è senza dubbio ironico e segue i tempi comici dello sketch, capace di mescolare arte, pubblicità e cultura pop in modo efficace. Tuttavia, restano molti dubbi sullo scopo dello spot.

A cosa servono gli occhiali smart di Meta e RayBan? Aiutarci ad identificare un’opera d’arte ormai famosissima, oppure a capire da chi è stata mangiata la banana? C’è però un dettaglio nello spot che apre ad altre interpretazioni concettuali. Ad un certo punto si può infatti notare una scritta in italiano “Chi di voi è quello vero?”.

L’interpretazione più immediata sembra essere un gioco sull’identità e sull’autenticità, temi ricorrenti sia nell’arte contemporanea che nel mondo digitale di Meta. Da un lato, si può leggere come un riferimento alla stessa opera di Maurizio Cattelan, che ha sempre giocato con l’idea di cosa renda un oggetto “arte” e quale sia il confine tra realtà e finzione.

Dall’altro, la frase potrebbe riferirsi anche ai protagonisti dello spot: Chris Pratt e Chris Hemsworth, due attori di Hollywood spesso confusi tra loro per via della loro somiglianza e dei ruoli simili che hanno interpretato. Infine, la scritta si inserisce perfettamente nel discorso più ampio sulla realtà aumentata e sull’intelligenza artificiale. In un mondo in cui i confini tra reale e virtuale sono sempre più sfumati, chi o cosa può essere considerato “vero”? La banana attaccata al muro, il valore che le attribuiamo, gli attori, o persino la tecnologia che permette di riconoscere l’opera?

Questa frase, quindi, non è solo una decorazione di sfondo, ma un piccolo enigma concettuale che amplifica il significato dello spot, giocando con il concetto di percezione, autenticità e valore.

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