Bill Fontana, “cerco il suono atemporale ed eterno del Campanone di San Pietro”

Cosa significa ascoltare ciò che solitamente resta invisibile all’orecchio umano? Con il progetto “Gli echi muti di una grande scultura sonora“, curata da Umberto Vattani e Valentino Catricalà, l’artista Bill Fontana ci invita a scoprire la voce nascosta del Campanone di San Pietro, trasformando le sue vibrazioni impercettibili in un’esperienza sonora avvolgente. L’opera non è soltanto un prodigio tecnico, ma una vera e propria scultura sonora capace di intrecciare tecnologia, spiritualità e memoria collettiva.

Attraverso sensori di vibrazione ad alta risoluzione e sofisticati sistemi audio, Fontana fa risuonare un “silenzio” che diventa presenza viva, capace di dialogare con lo spazio architettonico della Basilica e con i suoni ambientali di Piazza San Pietro.

Umberto Vattani sottolinea la portata simbolica e universale del progetto: “Questa installazione, che per la prima volta restituisce al mondo la voce muta del Campanone, nasce dal desiderio di far rivivere il suo richiamo. Il suono della campana, tradizionalmente riservato a tre momenti dell’anno – Natale, Pasqua e la solennità dei Santi Pietro e Paolo – diventa ora un messaggio di speranza continuo: “La sua voce segreta potrà essere udita sempre, di giorno e di notte, nell’inverno più rigido e nella primavera più luminosa”. Vattani rimarca la dimensione globale e persino cosmica del progetto, capace di risuonare a bordo di una navetta spaziale e “avvolgere l’umanità intera durante il Giubileo della Speranza, richiamando le parole di John Donne: “La campana suona per ciascuno di noi, perché siamo parte di un tutto”.

Bill Fontana, Gli echi muti di una grande scultura sonora 2025 Basilica di San Pietro, Roma foto ©️Bill Fontana

Valentino Catricalà si concentra invece sulla ricerca artistica e spirituale di Fontana, definendolo “uno dei pionieri della sound art e ricordando come, fin dagli anni Sessanta, “superava il concetto per cui tutto ciò che riguarda il suono sia relativo alla musica”. Per l’artista, la risonanza è un concetto chiave: “È ciò che crea legame tra ciò che è invisibile, lo spazio in cui l’opera è installata, e ciò che è visibile, lo spazio musicale”. L’opera diventa così un ponte tra il tangibile e l’intangibile, una scultura sonora che vive nello spazio, non solo nel tempo musicale. Catricalà individua nel portico della Basilica – “la parte d’ingresso tra il fuori e il dentro – il luogo ideale per questa installazione: uno “spazio di mezzo” che, grazie all’arte di Fontana, accompagna i visitatori verso la spiritualità del luogo sacro.

Se Vattani evidenzia il valore simbolico e universale del suono del Campanone, capace di “raggiungere Venezia, Osaka e persino lo spazio”, Catricalà ne esplora la dimensione percettiva e spirituale, esaltando “il grande potere dell’arte: essere sempre un veicolo verso la spiritualità.

Abbiamo voluto intervistare anche l’artista Bill Fontana, che ci ha guidato dietro le quinte della sua installazione, raccontando le sfide tecniche, le scelte artistiche e il significato più profondo di un’opera che, nel cuore di uno dei luoghi più iconici della spiritualità mondiale, ci ricorda quanto sia importante l’ascolto. Anche – e soprattutto – di ciò che, a prima vista, sembra silenzioso.

Bill Fontana Sitting under Emmanuel Notre Dame Paris ©️Bill Fontana ph Luca Bagnoli

Nel progetto ” Gli echi muti di una grande scultura sonora”, hai trasformato le vibrazioni impercettibili del Campanone di San Pietro in un’esperienza sonora. Qual è stata la sfida più grande nel catturare e rendere udibile questo “silenzio”?

La tecnica che ho utilizzato per catturare la voce interna di questa Grande Campana consisteva nel posizionare sensori di vibrazione ad alta risoluzione sulla campana. Questa Grande Campana possiede frequenze risonanti che si attivano quando le frequenze di un suono esterno corrispondono a una frequenza risonante o ai suoi armonici nella campana. Il risultato musicale è che questa Grande Campana “ascolta” con un enorme orecchio armonico i suoni ambientali di Piazza San Pietro e della Basilica di San Pietro, generando una gigantesca nube sonora di scintillanti echi armonici dell’ambiente circostante.

Questa tecnica basata sulle vibrazioni è un metodo che ho recentemente utilizzato con SILENT ECHOES NOTRE DAME, in cui sensori di vibrazione sono stati montati su ciascuna delle dieci campane di Notre Dame, trasmettendo poi i suoni in diretta su un’ampia terrazza del Centre Pompidou con vista su Notre Dame.

Il tuo lavoro spesso esplora la relazione tra suono e spazio. In questo caso, l’installazione avviene in un contesto di profonda spiritualità. Come hai bilanciato l’aspetto tecnologico con il valore simbolico e religioso del luogo?

L’obiettivo artistico nel Portico era creare una situazione in cui la presenza della scultura sonora non risultasse come un’aggiunta artificiale, ma avesse una qualità tale da sembrare una voce naturale o uno spirito sonoro dello spazio.

Questo è stato possibile grazie alla mia collaborazione con Meyer Sound, che ha fornito un sistema di altoparlanti di alta qualità a 12 canali. Da questo sistema, i Silent Harmonic Echoes generati dalla Grande Campana hanno acquisito una presenza spaziale che ha interagito in modo straordinario con l’acustica e l’architettura del Portico.

Bill Fontana, Gli echi muti di una grande scultura sonora 2025 Basilica di San Pietro, Roma foto ©️Bill Fontana

Grazie a sensori avanzati e sistemi audio sofisticati, la tua installazione crea un dialogo tra passato e presente. Ritieni che la tecnologia possa amplificare le emozioni di chi fruisce dell’opera? Hai ricevuto feedback che confermino questa idea?

La tecnologia sofisticata ha reso possibile la creazione di una scultura sonora che trasmetteva un senso di atemporalità e la presenza apparentemente eterna di uno spirito sonoro appartenente al Portico.

Il progetto del Campanone è stato descritto come un simbolo di dialogo globale. In che modo credi che l’arte sonora possa favorire la comunicazione tra culture diverse, soprattutto in un contesto di crescente frammentazione sociale?

Questo progetto della Grande Campana si basa su un’idea fondamentale che è centrale in molte culture: il valore spirituale del suono del silenzio. In questo caso, la Grande Campana viene esplorata come un dispositivo di ascolto, simbolico dell’ascolto del mondo.

Questo significato mistico e il simbolismo del suono del silenzio sono rilevanti anche in altre culture. Ad esempio, nel sufismo esiste la frase: “La vibrazione è alla radice dell’intera creazione.”

Bill Fontana, Gli echi muti di una grande scultura sonora 2025 Basilica di San Pietro, Roma foto ©️Bill Fontana

Nel corso della tua carriera hai registrato suoni provenienti da ambienti estremi, come i ghiacciai e le profondità marine. C’è un filo conduttore che lega questi lavori all’installazione di San Pietro? Quale messaggio speri che gli spettatori portino con sé dopo aver vissuto questa esperienza?

Il tema del cambiamento climatico è stato un elemento importante nel mio lavoro. Ho creato un corpus di opere e mostre che danno voce a situazioni ambientali cruciali, emblematiche di queste problematiche fondamentali. La tecnologia di ascolto che utilizzo per registrare questi suoni, come quello di un ghiacciaio in scioglimento o di una sequoia gigante di 3000 anni, è simile a quella impiegata per la registrazione della Grande Campana. Un’idea fondamentale è creare sculture sonore in contesti culturali e storici significativi, che siano pienamente presenti e diano voce a questi fenomeni in modo coinvolgente.

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