Narrativo Stop! è la rassegna cinematografica di Studio Azzurro, il collettivo artistico che dagli anni ’80 promuovere la video arte italiana nel mondo.
Il 2 aprile è iniziata la rassegna cinematografica del collettivo artistico Studio Azzurro. Il gruppo fondato nel 1982 da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi è una delle espressioni più alte delle grandi tendenze della video arte italiana e continua ad oggi a lavorare nell’ambito producendo film, videoambientazioni interattive ed installazioni audio e video.
Per questo periodo di lock-down Studio Azzurro mette a disposizione sul proprio sito i link vimeo di un ciclo di esperimenti prodotti e montati tra gli anni ’80 ed il 2000 intitolato Narrativo Stop!. Insieme al materiale video sono caricati sulla pagina ufficiale una serie di contenuti utili come le schede presentazioni dei vari progetti e l’interessante intervista, realizzata nel 1994 dalla studiosa Valentina Valentini al gruppo, circa i grandi temi della produzione estetica di opere virtuali quali l’uso arbitrario del tempo e della parola o il taglio, il montaggio e le interferenze all’interno delle riprese. Il mondo virtuale e la tecnologia sono un argomento molto attuale e Studio Azzurro tiene a ricordare come la discussione di oggi circa l’utilizzo del video nell’arte possiede una storia che affonda le proprie radici nel secondo dopoguerra e che si è sviluppata insieme alla rivoluzione tecnologica degli ultimi anni. I sei film della rassegna accompagnano lo spettatore in un percorso di metamorfosi del mezzo artistico soffermandosi ogni volta su temi differenti, trattati con una sensibilità ed una densità di significato disarmanti e ancora all’avanguardia.
Come sostiene il collettivo in un’intervista riportata nel libro di Valentina Valentini Studio Azzurro. Percorsi tra video, cinema e teatro, (Electa, Milano 1995) la dimensione virtuale «definisce in modo chiaro quella mutazione che il nostro paesaggio, interno ed esterno, sta vivendo nella progressiva sostituzione degli elementi materiali con processi e presenze immateriali.» Studio Azzurro ci ricorda quindi che dopo questa necessaria situazione di difficile reclusione che ha portato e continua a portare con sé un iper-utilizzo del mezzo virtuale avremo bisogno di fare i conti con la possibilità di usare ancora la nostra esperienza, la nostra sensibilità, la nostra immaginazione.