Al MAN un gigantesco DIORAMA per rappresentare nuovi mondi possibili

Il MAN di Nuoro si appresta ad inaugurare una grande mostra estiva che trasformerà tutte le sale del museo in ambienti immersivi e sensoriali, intrecciando memorie della terra e nuovi orizzonti distopici. Il suo titolo sarà infatti DIORAMA – Generation Heart, dal 5 Luglio fino al 10 Novembre 2024, curata da Chiara Gatti e Elisabetta Masala, in collaborazione con Storyville.

E’ utile partire dal significato originario di DIORAMA, per cominciare a immergersi concettualmente nella mostra. DIORAMA infatti deriva dal greco dià (attraverso) e òrama (visione), che anticipa l’azione richiesta da parte del pubblico: “vedere attraverso” o “all’interno di qualcosa”. Ma il significato comunemente accettato oggi si lega ad una rappresentazione “in scatola/miniatura” di mondi verosimili, una scenografia fantascientifica ante-litteram.

Diorama, Origine, installazione video, intelligenza artificiale, ©Storyville

Dopo il grande successo della mostra SENSORAMA, il Museo del capoluogo ogliastrino continua dunque a sperimentare con l’estetica percettiva, dove esplorare mondi naturali e innaturali, popolati da creature e vegetazioni reali o ricreate, sfumando i confini tra autentico e artificiale, possibile e impossibile. Negli ultimi anni, il nostro rapporto con le natura e le specie viventi è stato completamente ridefiniti, per cui oggi urgono nuovi linguaggi e forme di espressione e comunicazione per esprimere e definire ciò che non è umano. Siamo forse la prima generazione che comincia ad avere consapevolezza del nostro pianeta, siamo la “Generation Heart”, come recita il titolo stesso.

Thomas Grünfeld, Misfit (Peacock/ Penguin), 2005. Tassidermia. Collezione Jan Peter Kern, Germania. ©2024 by the artist and SIAE/Roma. Ph. Lothar Schnepf.

I medium utilizzati in questa esposizione sono i più disparati: dipinti, sculture, installazioni e video, che spaziano dalla creatività mimetica al post-naturale, dall’ibridazione interspecifica alla tassidermia da wunderkammer, dall’invenzione del paesaggio naturale alle visioni dell’intelligenza generativa. L’obiettivo: costruire un pensiero e un approccio estetico globale rispettivo e inclusivo.

DIORAMA è però anche un racconto step-by-step che parte dall’origine, la formazione della galassia e della terra. Il visitatore non solo assiste ma partecipa alla creazione di elementi naturali a partire da energia e materia. E’ questo il caso degli artisti Barragão, Kusumoto, Roberti, Illenberger e Bauer, dei ri-creatori del mondo naturale in forma scultorea o tessile, grazie al quale quest’ultimo viene infuso un dinamismo insolito e una nuova realtà grazie alla sensibilità umana e all’intelligenza artificiale. Ibridazioni, interspecismo ed eco-distopia sono temi di un futuro prossimo, con ecosistemi alieni e scenari post-naturali che ridimensionano la prospettiva antropocentrica.

Wangechi Mutu, Untitled, 2004. Tecnica mista su carta. Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano. Ph. Studio Vandrasch.

Si prosegue con un tunnel di luce evoca un laboratorio per creature ibride (Massoulier, Grünfeld, Chiamenti) e culmina con una grande opera di Wangechi Mutu, una madre terra fluida che sovrasta un universo dove umani, animali, piante, alieni e terrestri, femminile e maschile si fondono in un trionfo di “intertwined”, senza divisioni tra razze, generi e specie.

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