Il MAN di Nuoro si appresta ad inaugurare una grande mostra estiva che trasformerà tutte le sale del museo in ambienti immersivi e sensoriali, intrecciando memorie della terra e nuovi orizzonti distopici. Il suo titolo sarà infatti DIORAMA – Generation Heart, dal 5 Luglio fino al 10 Novembre 2024, curata da Chiara Gatti e Elisabetta Masala, in collaborazione con Storyville.
E’ utile partire dal significato originario di DIORAMA, per cominciare a immergersi concettualmente nella mostra. DIORAMA infatti deriva dal greco dià (attraverso) e òrama (visione), che anticipa l’azione richiesta da parte del pubblico: “vedere attraverso” o “all’interno di qualcosa”. Ma il significato comunemente accettato oggi si lega ad una rappresentazione “in scatola/miniatura” di mondi verosimili, una scenografia fantascientifica ante-litteram.
Dopo il grande successo della mostra SENSORAMA, il Museo del capoluogo ogliastrino continua dunque a sperimentare con l’estetica percettiva, dove esplorare mondi naturali e innaturali, popolati da creature e vegetazioni reali o ricreate, sfumando i confini tra autentico e artificiale, possibile e impossibile. Negli ultimi anni, il nostro rapporto con le natura e le specie viventi è stato completamente ridefiniti, per cui oggi urgono nuovi linguaggi e forme di espressione e comunicazione per esprimere e definire ciò che non è umano. Siamo forse la prima generazione che comincia ad avere consapevolezza del nostro pianeta, siamo la “Generation Heart”, come recita il titolo stesso.
I medium utilizzati in questa esposizione sono i più disparati: dipinti, sculture, installazioni e video, che spaziano dalla creatività mimetica al post-naturale, dall’ibridazione interspecifica alla tassidermia da wunderkammer, dall’invenzione del paesaggio naturale alle visioni dell’intelligenza generativa. L’obiettivo: costruire un pensiero e un approccio estetico globale rispettivo e inclusivo.
DIORAMA è però anche un racconto step-by-step che parte dall’origine, la formazione della galassia e della terra. Il visitatore non solo assiste ma partecipa alla creazione di elementi naturali a partire da energia e materia. E’ questo il caso degli artisti Barragão, Kusumoto, Roberti, Illenberger e Bauer, dei ri-creatori del mondo naturale in forma scultorea o tessile, grazie al quale quest’ultimo viene infuso un dinamismo insolito e una nuova realtà grazie alla sensibilità umana e all’intelligenza artificiale. Ibridazioni, interspecismo ed eco-distopia sono temi di un futuro prossimo, con ecosistemi alieni e scenari post-naturali che ridimensionano la prospettiva antropocentrica.
Si prosegue con un tunnel di luce evoca un laboratorio per creature ibride (Massoulier, Grünfeld, Chiamenti) e culmina con una grande opera di Wangechi Mutu, una madre terra fluida che sovrasta un universo dove umani, animali, piante, alieni e terrestri, femminile e maschile si fondono in un trionfo di “intertwined”, senza divisioni tra razze, generi e specie.