All’Arena di Verona va in scena una Carmen che sa di kolossal cinematografico

Nonostante sia fidanzato con la compaesana Micaela, il brigadiere Don José perde la testa per la zingara fuorilegge Carmen, per la quale prima si fa arrestare e poi diserta. Tuttavia l’indipendenza e la totale libertà di lei sono incompatibili con la mentalità conservatrice (e soprattutto con la crescente gelosia) di lui. Quando Carmen incontra il noto torero Escamillo, la tragedia si compie.

Con quelle in programma nell’estate 2025, “Carmen”* di Georges Bizet festeggerà le 300 recite all’Arena di Verona, molte delle quali con la regia di Franco Zeffirelli, come quella di questa stagione. Cecilia Gasdia, sovrintendente di Fondazione Arena, ha dichiarato: “Ogni volta che riprendiamo “Carmen”, questa “Carmen” in particolare, l’emozione e la meraviglia sono sempre grandissime. (…) Posso assicurare che quel senso di meraviglia è ancora vivo e cattura tanto il pubblico quanto gli artisti in scena, che sono cantanti magnifici, tra artisti ben noti e giovani di talento”.

“Carmen” è l’ultima opera scritta da Bizet* prima della sua morte e sfortunatamente il compositore non visse fino a vederle tributato l’amore che oggi ha nei teatri di tutto il mondo. La trama, d’altronde, appassiona sia gli amanti della letteratura, sia chi preferisce altri media.

Siamo a Siviglia, nel 1820. Il dragone* dell’esercito spagnolo Don Josè si innamora di Carmen, una zingara sospettata di contrabbando, e per lei lascia la promessa sposa Micaela e diserta dall’esercito. Non riesce, però, ad abituarsi alla dura vita del fuorilegge e la sua relazione con Carmen arriva presto agli sgoccioli. Quando lei lo lascia per il torero Escamillo, Don José impazzisce del tutto, la segue per le strade della città nel giorno della corrida e, dopo un ultimo, vano, tentativo di convincerla a tornare con lui, la uccide con una pugnalata

Nel 2022 la Fondazione Arena di Verona aveva ricostruito la scenografia del debutto all’Arena di Zeffirelli a metà degli anni Novanta ed è questa che si vede in scena in stagione. Una Siviglia colorata e vivace, ricca di dettagli che le donano profondità e realismo, con circa 500 persone in scena nei momenti di maggior affollamento.

I costumi di Anna Anni sono perfettamente in tono, con colori violenti e appassionati. Sono fatti per colpire l’occhio degli spettatori, che rimangono affascinati da uno spettacolo che ha molto del cinematografico. 

La sempre ottima orchestra dell’Arena è diretta dal ventottenne Leonardo Sini, che ha il pregio di riuscire a mantenere il giusto equilibrio tra la musica e il canto, senza che l’uno sovrasti l’altro. Il coro della Fondazione Arena è autore di una prova ottima e viene affiancato dalle voci bianche A.Li.Ve., che interpretano un gruppo di monelli dispettosi.

Il viavai in scena è inframmezzato dalla performance del Ballo Areniano e della Compañía Antonio Gades sulle coreografie di Josè El Camborio, che coinvolgono tutto il pubblico, dagli appassionati di opera ai turisti. Gli interpreti dei ruoli principali sono bravi e in parte, a cominciare dal mezzosoprano francese Clémentine Margaine. La sua Carmen ha una voce corposa e passionale, e rende pienamente l’animo impetuoso della zingara, anche se manca un po’ di quella sensualità che generalmente identifica il personaggio. Il Don José di Francesco Meli è innamoratissimo della sua gitana e sfrutta le sue capacità attoriali unendovi una voce piena e controllata da una solida tecnica. Di bel contrasto è la virulenza di Luca Micheletti, che offre al pubblico un Escamillo spavaldo e sopra le righe. Daria Rybak interpreta Micaela, la fidanzata abbandonata da Don José, con un ottimo fraseggio e una voce dolce ed elegante.

La “Carmen” di Zeffirelli ha molto del cinematografico, l’abbiamo già accennato, anzi del kolossal. Il tripudio di colori, musica e movimento lascia ogni spettatore senza fiato, soprattutto se la qualità canora e musicale è elevatissima, come gli standard dell’Arena di Verona.

Note

“Carmen”: opéra-comique in 4 atti (o quadri) scritta da Georges Bizet tra il 1873 e il 1874. Al suo debutto, nel 1875, fu tutt’altro che un successo e Bizet, che morì tre mesi dopo la prima, non fece in tempo a vederne cambiare le sorti.

Georges Bizet: Parigi, 1838 – Bougival, 1875. Compositore e pianista francese, uno dei più grandi musicisti d’Oltralpe insieme a Debussy e Ravel. La sua opera più famosa è “Carmen”

Dragone: Carica dell’esercito di terra collegata alla cavalleria

Fonti e crediti fotografici

Arena di Verona

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