Andreas Gursky è un fotografo tedesco di fama internazionale noto per le sue fotografie di grande formato che spesso rappresentano paesaggi urbani, interni di fabbriche, scene di massa e paesaggi naturali. E’ uno dei principali rappresentanti della cosiddetta “Fotografia di galleria” o “Fotografia concettuale”. Il suo modo di fare fotografia si caratterizza per l’uso di tecniche di manipolazione digitale in comunione con la creazione di immagini che riflettono la società contemporanea e la sua relazione con il mondo circostante.
Gursky ha studiato alla Kunstakademie Düsseldorf, dove è stato influenzato dai fotografi Bernd e Hilla Becher, noti per il loro lavoro sulla documentazione di strutture industriali, formazione ha avuto un impatto significativo sul suo stile fotografico.
Molte delle sue opere rappresentano paesaggi urbani, come il celebre “Rhein II”, una vista minimalista del fiume Reno, invece altre esplorano spazi industriali, luoghi di produzione e consumi di massa come supermercati e mercati azionari.
A Bologna al MAST la sua grande retrospettiva ci insegna una cosa nello specifico: nessuno come lui racconta così bene un paesaggio, qualsiasi sia il tema o il soggetto come fa lui, almeno per adesso.
La mostra negli spazi del MAST comprendeno 40 immagini dell’artista che abbracciano un arco di tempo che va dai primi lavori (Krefeld, Hühner, 1989) alle opere più recenti (V&R II e V&R III, 2022), copre grandi distanze tra Salerno (1990) e Hong Kong (2020) e combina la moderna industria del turismo (Rimini, 2003) con processi di produzione millenari (Salinas, 2021).
Una mostra che dialoga perfettamente con gli spazi del MAST e a visitarla viene voglia di perdersi e riperdersi negli scatti fotografici del tedesco; Gursky non si limita a documentare la realtà, ma spesso manipola digitalmente le sue immagini per accentuarne gli elementi chiave o per creare composizioni visivamente potenti: questa pratica lo distingue come un artista concettuale.
La sua attenzione alla prospettiva e alla composizione, le sue immagini spesso offrono viste panoramiche o aeree, catturando la vastità di paesaggi urbani o industriali, rivelando un abilità nel creare composizioni visivamente potenti in ogni sua opera.
Molte delle opere di Gursky in mostra sfocano i confini tra la rappresentazione realistica e l’astrazione, mentre alcune delle fotografie presentano scene minimaliste e semplificate che sfidano la percezione tradizionale. Gursky esplora spesso temi legati alla globalizzazione, alla società di consumo, alla tecnologia e all’urbanizzazione ed in mostra è molto chiaro e nonostante alcuni scatti siano datati, le sue immagini catturano l’essenza di questi tempi in modi sorprendenti e provocatori.
Andreas Gursky ha lasciato un’impronta significativa nel mondo dell’arte contemporanea attraverso il suo approccio unico alla fotografia e alla rappresentazione visiva della società moderna. Le sue opere continuano a essere oggetto di studio e apprezzamento da parte di critici d’arte, collezionisti e appassionati di fotografia e la mostra al MAST è uno di quelle occasioni dove poter approfondire questo grande artista contemporaneo.