“No Man’s Land” è un progetto che sfida le convenzioni, collocandosi in uno spazio di confine tra arte, natura e sperimentazione, un territorio fisico ma anche concettuale dove artisti e pubblico si incontrano per dialogare, condividere e sperimentare, in una prospettiva di accoglienza e partecipazione attiva. La seconda edizione di “Cantiere Aperto”, che avrà luogo il 14 settembre 2024 a Loreto Aprutino dalle 12 alle 18, ne rappresenta una manifestazione emblematica, mettendo in scena un dialogo tra arte contemporanea, musica e poesia nel cuore di una natura incontaminata.
Promossa dalla Fondazione No Man’s Land e curata da Zerynthia – Associazione per l’Arte Contemporanea OdV, in collaborazione con Aware – Bellezza Resistente e con il Patrocinio del Comune di Loreto Aprutino, questa iniziativa si configura come un evento unico nel suo genere, capace di intrecciare linguaggi diversi e di offrire un’esperienza immersiva e collettiva, volta alla costruzione di un dialogo culturale aperto. “Cantiere Aperto” è l’evento più rappresentativo di una programmazione annuale che si propone come modello di cambiamento sociale ed etico, un esempio di come l’arte possa fungere da strumento per la trasformazione e l’inclusione.
L’idea di No Man’s Land nasce da una lunga conversazione tra Yona Friedman, architetto visionario, e i fondatori di Zerynthia, Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier. Realizzato nel 2016 su un terreno agricolo di due ettari tra gli uliveti e i vigneti di Loreto Aprutino, questo progetto segue la filosofia di Friedman, promuovendo la creazione di interventi site-specific che incoraggiano la libertà, la condivisione e il dialogo. In questa cornice, No Man’s Land diventa un laboratorio a cielo aperto, una “terra che non appartiene a nessuno perché è di tutti”, dove artisti internazionali hanno lasciato il loro segno, da Alvin Curran a Jimmie Durham, da Gianfranco Baruchello a Gülsün Karamustafa.
La seconda edizione di “Cantiere Aperto” si apre con una nuova installazione permanente: “Al vento” di Michelangelo Lupone e Licia Galizia, un’opera che si integra con delicatezza nel contesto naturale della Fondazione. Frutto di una collaborazione con il Centro Ricerche Musicali (CRM), “Al vento” è un’installazione tattile e sonora ispirata ai tronchi segnati degli alberi, richiamando il “Dictionnaire” di Friedman. Questa struttura lignea, progettata per favorire la crescita dell’albero, viene reinterpretata dagli artisti attraverso l’uso di lastre di alluminio corten che, alimentate da un pannello solare, consentono al visitatore di attivare una melodia tramite il tatto, creando un incontro intimo e discreto tra l’uomo e la natura.
Lupone e Galizia spiegano: “L’obiettivo è realizzare un intervento che si inserisca con estrema delicatezza nell’ambiente naturale, offrendo al visitatore la possibilità di un dialogo profondo con l’albero e la natura circostante”. In questo senso, “Al vento” rappresenta un manifesto del rapporto armonioso tra arte e ambiente, dove la tecnologia non è invasiva, ma diventa strumento di connessione e sensibilità.
La giornata prosegue tra il bosco e il giardino della Fondazione con performance di musicisti e poeti, includendo nomi come Bruna Esposito (Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 1999), Jonida Prifti, Filippo Balestra, Ana Spasic, Malix, Gennaro Spinelli, Gipsy Rufina, Linbo e Gaia Mobilij. Ogni intervento arricchisce il dialogo tra suono, parola e immagine, trasportando i partecipanti in un viaggio attraverso nuovi orizzonti creativi.