Dopo aver partecipato alla quinta edizione di YouNique – Fine Craft Art & Design a Lugano e una personale a Firenze, Carlo Zoli, già vincitore nella categoria ceramica alla XIV Florence Biennale, presenta a Milano ventotto opere uniche e irripetibili create negli ultimi anni, esplorando miti e passioni umane per rappresentare il mondo e le sue infinite danze.
“L’infinito volgere del tempo” è il titolo della mostra che, dopo aver avuto un gran successo di pubblico a Firenze, verrà presentata a Milano dal 9 maggio al 15 giugno 2024 presso lo spin-off di HUB/ART, in via Nerino 2, curata da Greta Zuccali.
Carlo Zoli, quarto discendente di una storica famiglia di ceramisti faentini, nasce a Bari nel 1959, e si trasferisce a Faenza nel 1967, dove attualmente vive e lavora. La tradizione ceramica della sua famiglia inizia nei primi anni del novecento con il bisnonno Carlo, ceramista nel Borgo Durbecco di Faenza. Il nonno Paolo, già pittore presso i fratelli Minardi, fonda la Bottega di maiolica artistica La Faience insieme a Pietro Melandri, Dino Fabbri e Amerigo Masotti. Carlo riceve la sua formazione artistica principalmente dal padre, Francesco, un pittore, scultore e docente di Decorazione artistica, che ha influenzato significativamente le sue inclinazioni artistiche.
Le sculture presenti nella mostra Milanese, realizzate in terracotta policroma e rifinite con patine, smalti, resine e metalli preziosi, mostrano la maestria di Zoli nel modellare l’argilla, conferendole vita in immagini che evocano idee iperuraniche. La curatrice Greta Zuccali descrive l’approccio di Zoli come un tentativo di “dare anima e forma a un paesaggio popolato da figure, talvolta enigmatiche e fantastiche, altre volte ancorate al mito classico, alla letteratura cavalleresca o alle tradizioni cristiane, immaginando un mondo parallelo a quello reale.”
Le opere esplorano la dualità dell’esistenza, contrapposte tra “Quiete” e “Tempesta”, riflettendo creature eteree e armoniche da un lato, e soggetti viscerali e battaglieri dall’altro. La serie al centro dell’esposizione sottolinea una concezione ciclica del tempo, dove il cerchio diventa un elemento primario che nega l’idea lineare del tempo e promuove l’eterno ritorno, un concetto chiave nella filosofia di Nietzsche. I personaggi, inseriti nelle loro orbite, evocano figure mitologiche come Titani, angeli, eroi e divinità dell’Olimpo, spesso associati al cavallo, un simbolo ricorrente nell’opera di Zoli e metafora di forza vitale. Ogni figura rappresenta un momento eterno, un ciclo di nascita, vita e rinascita, celebrato come un evento unico e significativo.
Tra le opere in mostra, “L’Angelo ribelle” (2021) rappresenta la sfida e la caduta derivanti dall’ambizione smisurata, mentre “Il sangue vitale” (2023) simboleggia il dono cosmico della vita, che emerge dall’universo e continua a rigenerarsi. L’esposizione offre così una nuova occasione per esplorare l’approccio unico di Zoli, che Zuccali descrive come una costante ricerca di nuovi significati nascosti in forme antiche, trasformando il visitatore in un moderno argonauta.