Ilaria Del Monte ci accompagna nei suoi “Mondi Fantastici”, con una mostra che prende vita nelle sale del MuPa, museo che ha sede in un elegantissimo palazzo del 1700 nel centro storico di Ginosa in provincia di Taranto.
L’esposizione dell’artista tarantina di nascita, ma di stanza a Milano, che inaugura il 14 giugno, e che sarà visitabile per un mese esatto, comprende ventitré opere dipinte tra il 2017 e il 2024. I dipinti in mostra non seguono un ordire cronologico ma sono articolati secondo i grandi temi su cui verte ciclicamente la sua ricerca: le case abbandonate, l’infanzia, gli animali guida, e l’introspezione femminile.
Nei dipinti di Ilaria Del Monte sono spesso presenti animali, che comunicano e interagiscono con una figura femminile, che sia ella fanciulla, donna o bambina.
Come nel brano L’Animale, di Battiato, dove l’animale che si porta dentro non lo fa vivere felice mai, così gli animali di Ilaria hanno il potere di sopprimere, distorcere o sublimare gli istinti dell’artista.
Come nel dipinto Falene, dove in una cupa e barocca atmosfera, la protagonista femminile si sdoppia in una stanza occupata da grandi falene, animali misteriosi per via del loro essere animali notturni, e per alcune culture associate a cattivi presagi e a sventure, ma nello stesso tempo protette da un grande gufo che le osserva dalla finestra.
Ilaria Del Monte strizza l’occhio al surrealismo, ma lo fa in un modo tutto suo. Nell’universo surrealista la donna era considerata proiezione del desiderio maschile identificando il femminile con un mondo fecondo di immagini, notturno e imprevedibile, ma privo di un ruolo autonomo.
Sono proprio alcune artiste surrealiste che riscatteranno la donna dal ruolo passivo, sfruttando a proprio vantaggio il profilo tracciato dagli uomini del movimento. Leonor Fini, Remedios Varo e Leonora Carrington danno vita a un ricco repertorio iconografico, dove divinità̀, guerriere, signore dell’acqua e della fertilità̀, della luna e dell’universo notturno si affermano come nuove madri creatrici e potenti divinità̀ femminili.
“Tutta l’arte è un’arte di opposizione, ci racconta l’artista, di ricerca di sé stessi e della propria voce nel mondo e della propria voce sul mondo. Tutta l’arte è un grido, è come una piantina che trova uno spazio tra due mattoni che sono lì da tempo e nasce e cresce e impone la sua vita laddove non era prevista.”
In mostra al MuPa, anche le madonne di Ilaria Del Monte, che hanno un legame particolare con la natura, nel dipinto La madonna dei ghiacci una lastra di ghiaccio galleggia su uno specchio d’acqua, e su questo trono alla deriva, vi è la Madonna col Bambino. La mano del Bambinello cerca un contatto con la madre che vorrebbe dargli speranza, per un futuro dove l’uomo sia in armonia con la natura, ma tutto sembra andare in una sola direzione.
Questo amore per la natura porta spesso Ilaria a denunciare nei suoi dipinti la mancanza di sensibilità dell’uomo verso il mondo che lo circonda e verso gli altri esseri che lo abitano.
Un esempio è l’opera The last Tilacine dove una ragazza è prigioniera di un cristallo all’interno di una stanza. Ai suoi piedi riposa vicino al fuoco uno strano animale, è un Tilacino, un marsupiale carnivoro detto anche lupo della Tasmania, estinto a causa dell’uomo. Vi era addirittura una taglia su ogni esemplare abbattuto. L’ultimo esemplare di tilacino, Benjamin, viveva nello zoo di Londra e morì di freddo nel 1936 perché il custode si dimenticò di farlo rientrare per la notte.
“Vorrei che i miei dipinti fossero, ci racconta ancora l’artista, per chi vi si trova difronte, delle finestre mentali rivolte alla fantasia e a un’irrazionalità capace di rompere gli schemi su ciò che siamo abituati a vedere e a vivere, a riconsiderare le nostre prigioni mentali come luoghi domestici dai quali trovare la fuga e nei quali lasciare irrompere il caso e l’imprevedibile, come un animale selvatico che un bel giorno decide di uscire da un armadio e ci viene a trovare.”
E allora immergiamoci in questi luoghi fantastici e lasciamoci cullare dalle favole, a volte amare, che Ilaria Del Monte racconta nei suoi dipinti.