La 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia 2025 segna un momento storico per il Qatar, che per la prima volta avrà un padiglione permanente ai Giardini della Biennale, consolidando così il proprio ruolo nella diplomazia culturale globale. Dopo Australia e Repubblica di Corea, è solo il terzo Paese ad ottenere uno spazio in questo luogo simbolico negli ultimi cinquant’anni.
Il nuovo padiglione, situato accanto all’iconico Padiglione Stirling, sarà inaugurato con una grande installazione dell’architetta pakistana Yasmeen Lari, intitolata Community Centre, che esplora il concetto di ospitalità e architettura sociale. L’intervento si inserisce all’interno della mostra Beyti Beytak. My home is your home. La mia casa è la tua casa., un progetto che attraversa le geografie del Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale (MENASA) per raccontare come i concetti di accoglienza e abitare si riflettano nell’architettura di queste regioni.
Il padiglione sarà attivo a partire da maggio 2025 e rappresenterà il Qatar in un dialogo con le principali realtà architettoniche mondiali, grazie anche alla firma del Protocollo di collaborazione tra Qatar Museums e il Comune di Venezia, avvenuta nel giugno 2024, che ha sancito l’intenzione di rafforzare le relazioni culturali tra le due realtà. Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, presidente di Qatar Museums e commissaria del padiglione, ha sottolineato come questa presenza rappresenti un passo fondamentale per la nazione: “Il Qatar è orgoglioso di entrare a far parte di questo gruppo internazionale, consolidando il proprio ruolo di leader globale nella diplomazia culturale e offrendo una piattaforma senza precedenti ai talenti creativi del nostro Paese, così come a quelli della regione MENASA”.
Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, ha accolto l’ingresso del Qatar con una riflessione sull’identità cosmopolita della città: “Venezia è l’unica città europea ad avere, sin dall’anno Mille, un nome in arabo, Bunduqiyyah, a dimostrazione del ricco incrocio di lingue ed etnie che qui hanno sempre trovato accoglienza”.
Il progetto espositivo del Qatar si articola in due sedi: il Padiglione ai Giardini e ACP-Palazzo Franchetti, dove la mostra Beyti Beytak presenterà un panorama di oltre venti architetti moderni e contemporanei provenienti dalla regione MENASA, alcuni dei quali alla loro prima partecipazione a Venezia. Tra i grandi protagonisti dell’architettura moderna in mostra figurano Raj Rewal (India), Nayyar Ali Dada (Pakistan), Abdel Wahed el Wakil (Egitto) e Minnette de Silva (Sri Lanka). Il loro lavoro sarà esposto accanto a quello di progettisti contemporanei di spicco come Marina Tabassum e Nabil Haque (Bangladesh), Sameep Padora e Vastu Shilpa (India), Daaz Studio (Iran), Abeer Seikaly (Giordania), Sumaya Dabbagh (UAE), Liz Diller (USA) e Meriem Shabani (Iran).
L’architettura dell’accoglienza e della convivenza è il filo conduttore dell’intera esposizione, che attraverso progetti, installazioni e studi di caso metterà in luce il ruolo dell’abitare come spazio di relazione tra le persone e con il paesaggio. La curatela è affidata ad Aurélien Lemonier, responsabile del settore Architettura dell’Art Mill Museum, e Sean Anderson, professore associato alla Cornell University, con la collaborazione di Virgile Alexandre.
La partecipazione del Qatar a Venezia rappresenta un momento di svolta, non solo per la sua crescente influenza nel panorama culturale internazionale, ma anche per il dibattito sull’architettura come veicolo di inclusione e identità. L’apertura del padiglione ai Giardini della Biennale non è solo una celebrazione della creatività architettonica, ma un passo strategico nel rafforzamento delle relazioni culturali tra il Golfo e l’Europa, inserendosi in una visione di dialogo tra passato e futuro, tra eredità locale e innovazione globale.
Con un progetto che intreccia storia, territorio e nuove forme dell’abitare, il Qatar entra nella Biennale Architettura 2025 con una proposta ambiziosa e politica, capace di interrogare i concetti di casa, ospitalità e comunità in un’epoca segnata da trasformazioni profonde. Un padiglione che non sarà solo una vetrina nazionale, ma uno spazio di confronto tra discipline, culture e visioni dell’architettura contemporanea.