Installazioni per vedere il suono: stupefacente Tarek Atoui al Pirelli HangarBicocca

“Per visitare bene questa mostra occorre cambiare paradigma: va usato principalmente quello sonoro e solo dopo la vista”. Sono le parole introduttive di Lucia Aspesi, curatrice di questo stupefacente progetto artistico di Tarek Atoui. L’artista libanese e parigino d’adozione ci coinvolge in un percorso labirintico in cui, prima ancora degli occhi, occorre aguzzare le orecchie e farsi trasportare dal soffio vitale di suoni prodotti in modo casuale da un algoritmo.

Del resto, Atoui è cronologicamente prima un compositore e poi un artista:Improvisation in 10 Days, in esposizione sino al 20 luglio 2025 nell’area Shed del Pirelli HangarBicocca e prima mostra personale italiana dell’artista, è la nuova tappa della sua ricerca musicale e sonora che intreccia comunque un concept artistico declinato grazie a una miriade di forme e geometrie.

Exhibition view Courtesy the artist and PirellI HangarBicocca Photo Rasa Juskeviciute

Riproduzione di suoni in natura, alambicchi, gocce d’acqua, rumori inquietanti di tempeste e tuoni in lontananza, sirene, fischi post industriali, folate di vento, soffioni e sottili vibrazioni costituiscono un elenco parziale delle sonorità che l’algoritmo di Atoui crea senza riferimenti preordinati e si può pertanto vivere la magnifica sensazione di ritenere una fonte sonora ben vicina quando la stessa è, in realtà, dall’altro lato dell’ampio salone espositivo.

Se si potesse vedere dall’alto, “Improvisation in 10 Days” sarebbe “una grande opera fatta di opere singole e tutte collegate tra loro”, ci dice in preview Vicente Todolí, direttore artistico dell’Hangar che ha voluto replicare il progetto trasferendolo a Milano dalla KUB, Kunsthaus di Bregenz, ricreandola dopo un allestimento durato dieci giorni (da cui il titolo). Atoui ha  portato avanti la ricerca sonora e lo studio delle proprietà fisiche del suono, disponendo ogni elemento anche in funzione del riverbero operato dalla sala espositiva e conducendoci in un viaggio mentale che si può arricchire anche di ricordi e soggettività.

Exhibition view Courtesy the artist and PirellI HangarBicocca Photo Rasa Juskeviciute

Sempre in preview, l’artista ha ricordato il fondamentale supporto delle maestranze nel comporre l’enorme ragnatela di strumenti e oggetti sonori, collegati tra loto attraverso una visibile e fittissima ragnatela di cavi e spinotti. E ci ha anche lodevolmente illustrato i (non) confini della propria ricerca sonora che include, con ammirevole frequenza, laboratori didattici e visite ideati specificamente per persone sorde e ipoudenti, oltre ai continui workshop condotti con artigiani e comunità locali, che vengono coinvolti nella realizzazione delle installazioni musical-artistiche (il suono prima della forma d’arte).

Partendo dal presupposto che qualunque oggetto può diventare oggetto sonoro, in mostra un primo corpus di opere è rappresentato da grandi blocchi di marmo classico che l’artista ha incrociato in diversi porti del globo. Ciò che lo ha spinto a interessarsi (e a impossessarsi) di questi blocchi è stato il fatto che, mentre in epoche più lontane, i porti erano il centro e il fulcro della vita delle comunità, oggi sono nonluoghi esclusivamente dediti al transito di persone e merci. In collaborazione con il compositore francese Eric La Casa, l’artista è stato nei grandi porti di Atene, Abu Dhabi, Istanbul, Porto, Sidney, Singapore e Beirut (prima della terribile esplosione dell’agosto 2020) e qui in mostra vediamo alcuni pezzi, davvero iconici, provenienti dal Pireo ateniese che ci rimandano, attraverso speciali microfoni subacquei e ambientali, sonorità e vibrazioni (quindi sensazioni uditive e tattili) nonostante la durezza quasi impenetrabile del marmo (il corpus di opere ha per titolo “Waters’ Witness” ed è del quadriennio 2020-23).

Exhibition view Courtesy the artist and PirellI HangarBicocca Photo Rasa Juskeviciute

The Rain” (progetto iniziato nel 2023 e ancora in corso) ha per oggetto appunto la pioggia ed è ispirato alle tecniche tradizionali coreane di costruzione dei tamburi. Il ventaglio sonoro in questo caso è creato da tanti dispositivi sonori che l’artista ha associato ai quattro elementi di terra, acqua, fuoco e vento, attribuendo quasi agli elementi il ruolo di protagonisti creativi. Legno, corda e bronzo sono gli elementi solidi da cui risuona l’eco non lineare e infinitamente vitale dei quattro performer.

Organ Withindel 2022 e le due Wind House (#1 e #2, del 2023-24) compongono la tematica del “Souffle Continu”, che è parte del progetto storico Within (iniziato nel 2013 e ancora in corso), nato appunto dal confronto di Tarek Atoui con la comunità di persone sorde e che, per entità e organizzazione strutturale, è il più complesso tra i progetti tematici presentati qui a Milano. Sono ben visibili al visitatore le due stanze del vento, nelle quali il soffio vitale del vento permette un’esperienza sensoriale che dall’udito si trasferisce all’intero corpo umano.

Completerà la mostra il catalogo che sarà pubblicato da Marsilio Editori e che costituisce il risultato della sinergia tra l’HangarBicocca di Milano, la già citata Kunsthaus di Bregenz in Austria, l’Institut d’art di Villeurbanne (Francia) e lo S.M.A.K. di Gent in Belgio.

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