I grandi curatori internazionali hanno assunto un ruolo di enorme potere all’intero dell’intero sistema dell’arte contemporanea. Tra loro, chi sono le 5 donne più influenti?
Come tutti ben sappiamo la figura del curatore ha assunto sempre più rilevanza all’interno del sistema arte contemporanea. Esistono, inutile dirlo, curatori e curatori. E sulla scena internazionale alcuni di loro stanno ricoprendo posizioni di enorme responsabilità. Con il potere di far decollare o affossare la carriera di un artista o di un gallerista, di portare al successo o alla disfatta eventi e manifestazioni d’arte, esiste una élite di curatori internazionali in grado di spostare gli equilibri dell’intero sistema arte. Basti considerare che nel 2016 la star della curatela Hans Ulrich Obrist occupava la prima posizione della lista Power 100 di ArtReview, la più autorevole fonte internazionale per quel che riguarda i potenti del mondo dell’arte. Insomma, nel 2016 la figura più influente dell’arte contemporanea nel suo complesso era proprio un curatore. Ci siamo allora chiesti quali fossero ad oggi le curatrici più potenti sulla piazza. E sempre frugando su ArtReview abbiamo scovato le prime 5.
SEI UN ARTISTA O UN GALLERISTA EMERGENTE? POSSIAMO AIUTARTI CON LA TUA PROMOZIONE!
– contattaci –
5. Claire Hsu
Personaggio di spicco per l’arte contemporanea in Asia, Claire Hsu è nota soprattutto per aver fondato nel 2000 AAA (Asia Art Archive), un’associazione no profit con sede ad Hong Kong, più importante biblioteca al mondo per l’arte asiatica. Ricopre diversi ruoli di primaria importanza per l’arte in Asia, tra i quali quello di direttrice esecutiva di AAA, di amministratrice di FfAI, Foundation for Art Initiatives, di membro del consiglio di acquistizione per l’M + Museum di Hong Kong e molto altro. Insomma, in Asia Claire Hsu è una vera istituzione.
4. Elena Filipovic
Nata negli Stati Uniti e laureata in storia dell’arte a Princeton, Elena Filipovic è la direttrice del museo Kunsthalle Basel di Basilea. A 3 anni dall’accettazione dell’incarico Filipovic ha mostrato al pubblico un programma destinato in buona parte ad artiste contemporanee della scena internazionali, tra le quali Lynette Yiadom-Boakye, Sadie Benning e Maria Loboda. Il suo libro del 2016 “The Apparently Marginal Activities of Marcel Duchamp”, apprezzatissimo dalla critica, corona un periodo di grandi successi per la quarta curatrice più influente al mondo.
SEI UN ARTISTA O UN GALLERISTA EMERGENTE? POSSIAMO AIUTARTI CON LA TUA PROMOZIONE!
– contattaci –
3. Christine Tohmé
Curatrice libanese, Christine Tohmé è cofondatrice e direttrice di Lebanese Association for Plastic Arts Ashkal Alwan, a Beirut. Dirige inoltre la biennale di Sharjah, città degli emirati arabi. Insomma, Christine Tohmé è una vera istituzione per il mondo dell’arte contemporanea nel vicino oriente. Oltre ad aver avviato importanti progetti destinati all’arte a Dakar, Ramallah, Beirut, Istanbul… ha promosso all’estero e portato ad altissimi livelli grandi artisti contemporanei arabi come Walid Raad, Akram Zaatari e Rabih Mroué.
2. Sheikha Hoor Al-Qasimi
È Sheikha Horr Al-Qasimi, figlia del Sultano Bin Al-Qasimi, attuale emiro di Sharja, uno dei 7 Emirati Arabi Uniti. Da sempre grande appassionata d’arte, attraverso la sua fondazione Sharjah Art Foundation, dal 2003 Sheikha Horr Al-Qasimi organizza e cura la Biennale di Sharja. Il festival si è affermato negli ultimi anni come uno dei più significativi eventi d’arte a livello mondiale, e questo per merito, in buona parte, dell’impegno e della dedizione mostrata dalla figlia dell’emiro. Da settembre Sheikha Horr Al-Qasimi è a capo della International Biennal Association.
SEI UN ARTISTA O UN GALLERISTA EMERGENTE? POSSIAMO AIUTARTI CON LA TUA PROMOZIONE!
– contattaci –
1. Christine Macel
Capo Curatore del Centro Pompidout dal 2000 (quando aveva poco più di trent’anni) la curatrice francese è stata direttrice della Biennale di Venezia del 2017. Biennale accolta male dalla critica, ma dove i numeri parlano chiaro, e a favore della Macel. Sui 120 artisti partecipanti, 103 erano alla prima esperienza in Biennale. Dato incoraggiante e di forte apertura verso nuovi orizzonti per l’arte. Ed anche in termini di affluenza la gestione di Christine Macel vice: oltre il 20% in crescita (nelle prime 3 settimane) rispetto al 2015.