Moxarra è uno dei 50 artisti presenti in “CRYPTO ART – Begins”, il primo libro NFT che racconta la storia e l’evoluzione della Crypto Arte
“CRYPTO ART – Begins” racconta gli entusiasmanti inizi ed evoluzione della Crypto Arte attraverso la storia e il lavoro di 50 tra i migliori artisti nel mondo che hanno contribuito alla sua nascita e sono ancora parte attiva del presente e futuro della sua rivoluzione con i loro progetti NFT.
CRYPTO ART – Begins presenta Moxarra
Artista visivo che ha ampiamente sperimentato con i mezzi fisici tradizionali, nel 2015 Moxarra incontra DADA.ART e non sarà più lo stesso.
La sua arte è totalmente figlia dell’estetica e dei temi crypto. Immagini strane, disturbanti, ma anche estremamente affascinanti che celebrano il potenziale creativo del Web3.
CHI È MOXARRA?
Moxarra studia visual art alla Universidad Autónoma de Nuevo León (UANL), seguendo una passione per il disegno che lo accompagna sin dall’infanzia.
In seguito, inizia a lavorare come illustratore e a familiarizzare con l’arte digitale. Un giorno, per caso o per destino, nota una pubblicità su Facebook postata da DADA.ART.
L’artista è entusiasta dell’opportunità di disegnare collaborativamente con altri artisti e, così, diventa uno dei primi a contribuire a questa piattaforma innovativa per la Crypto Arte.
Nel 2018, quando il mercato NFT giunge all’attenzione del grande pubblico, Moxarra collabora con DADA da già tre anni.
LA SUA ARTE
L’estetica è al centro della produzione artistica nel mondo NFT di Moxarra. In questo caso, parliamo di estetica di Internet, dove dominano i meme e i riferimenti alla cultura contemporanea.
I soggetti delle sue opere nascono spontaneamente, da un’idea o da un’immagine reale, per poi essere rimaneggiati per adattarli al gusto dell’artista.
L’esperienza con DADA.ART ha plasmato il suo metodo di lavoro, che tutt’ora segue la cosiddetta tecnica “exquisite corpse” che consiste nell’elaborare la propria opera sulla base del lavoro di un altro artista, in una catena infinita di flusso creativo.
L’uso del colore è il perfetto elemento dell’opera per metterla in pratica. Moxarra rivela di usare spesso le palette di altri artisti, che lo hanno particolarmente colpito, per intraprendere il suo lavoro sul colore nelle opere.
Per quanto riguarda i soggetti dei suoi lavori, molta dell’ispirazione proviene dai media messicani che sono soliti condividere immagini di crimini violenti per attrarre il pubblico. È così che i suoi soggetti possono risultare macabri e violentemente provocatori.
Un esempio che racchiude estetica e pensiero di Moxarra è “I want my NFT” (2019). La scritta NFT domina la tela. Lo stile dei caratteri è un chiaro riferimento al logo iconico di MTV, ma tutto è molto più disturbante, dai colori allo stile di disegno.
Sullo sfondo scorre la scritta “Crypto killed the gallery stars”. Una poco velata allusione alla minaccia del mercato NFT per il mercato d’arte tradizionale, ma anche un motto a favore della democratizzazione del settore artistico apportata dalla blockchain.
Se il video è stata una rivoluzione per il mercato musicale che ne ha per sempre modificato la fruizione del suo prodotto, secondo Moxarra gli NFT faranno lo stesso per il mercato d’arte.
LA CURATRICE ELEONORA BRIZI DICE DI MOXARRA
Eleonora Brizi, curatrice e founder di Breezy Art, la quale ha curato per The NFT Magazine la selezione dei 50 artisti presenti nel libro “Crypto Art Begins” scrive di Moxarra:
“Per Moxarra, gli artisti oggettivizzano il soggetto che hanno come idea e, quando mostrano l’opera a qualcuno, l’idea viene soggettivizzata. È un circolo che ha inizio con la soggettività filtrata dall’artista che ‘la restituisce come oggettività, poi assorbita dallo spettatore di nuovo come soggettiva’.”
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