Dal 16 maggio al 7 luglio 2024, gli spazi dell’Oratorio de’ Disciplinati di Santa Caterina a Finalborgo offrono un palcoscenico d’eccezione per la mostra “Non temere” di Angelo Ruga. Curata da Daniele Panucci e Gabriele Cordì e realizzata dall’Associazione Culturale Angelo Ruga in collaborazione con QuestionMark, la mostra rappresenta un vero e proprio viaggio nel percorso artistico di Ruga, con una particolare attenzione per gli aspetti emotivi e concettuali del suo lavoro.
Angelo Ruga, vissuto tra il 1930 e il 1999, è conosciuto per la sua capacità di trasfigurare il dolore e il disagio umano in forme artistiche straordinariamente potenti e communicative. Nella mostra “Non temere”, le famose sculture polimateriche degli Spaventapasseri, iniziate nel 1973, invocano un mondo popolato da figure che sembrano eco della tragedia greca e sono perfettamente a loro agio in quel contesto delle colline piemontesi che Ruga tanto amava.
La mostra si articola in diverse sezioni che tracciano la sua evoluzione stilistica e tematica. Dalle sperimentazioni informali e gestuali degli anni Sessanta, come dimostra l’opera “Albero a Mongreno” (1961), fino alle incursioni nell’universo dei paesaggi e della natura minuta con pezzi come “Mondo minimo. Insetti” (1969). Ogni opera rivela la mano di un artista che non ha mai cessato di interrogarsi e di sperimentare, riflettendo sulla condizione umana, la natura, l’amore e la mortalità.
Un punto forte della retrospettiva è la capacità di creare un dialogo tra le opere di Ruga e il contesto contemporaneo, coinvolgendo le ricerche di nuovi artisti che trovano ispirazione nei temi e nelle tecniche a lui cari. Questa interazione fra generazioni sottolinea l’attualità e la risonanza duratura del suo messaggio artistico.
La presenza parallela di una mostra dedicata ai lavori pittorici di Ruga presso la Bottega del Vino di Dogliani, focus sulla rappresentazione delle Langhe, offrirà una nuova prospettiva su come abbia raffigurato il paesaggio collinare piemontese, cercando di catturarne l’essenza grazie a colori e forme che dialogano intimamente con la terra.
“Non temere” non è solo un’esposizione: è un invito a riflettere sull’arte come veicolo di emozioni profonde e di questioni universali, riconoscendo in Ruga un artista che ha saputo trasformare le turbolenze interiori e le bellezze naturali in un linguaggio visivo unico e impattante.