Yorgos Lanthimos (The Lobster, Dogtooth, La favorita, Il sacrificio del cervo sacro) non delude mai. Ancora una volta porta sullo schermo un’opera brillante, detonante, tratta dall’omonimo romanzo dark e acuto di Alasdair Gray. Povere creature! è ambientato in un ottocento vittoriano, stravagante. Bella Baxter (Emma Stone) è una giovane donna riportata in vita da uno scienziato, il Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe), che lei però chiama con un emblematico God. Bella è una bambina in un corpo di donna, e come tale è a digiuno da ogni convenzione sociale: non sa stare dritta, le sue frasi sono discorsi intermittenti, infila tutto in bocca, è capricciosa, senza freni. Il suo è un corpo ribelle, e a ribellarsi per primi sono i capelli che non crescono normalmente ma di dieci centimetri al giorno, e sono spessi, lunghi e indomabili.
Bella abita il mondo che il suo God le permette di vivere, ovvero quello della sua dimora, un paradiso artificiale in cui non esiste il dolore, non esiste la morte. Bella capisce che da quel paradiso deve fuggire e che solo per chi cammina gli orizzonti si spostano. Conosce ben presto le gioie del sesso che la portano a desiderare prima i corpi, poi il mondo, un mondo fatto di uomini che vogliono plasmarla, ridurla e controllarla. Il mondo farà ben presto i conti con una persona libera e autodeterminata.
Alasdrai Gray, oltre ad essere stato un eccellente scrittore, è stato anche un ottimo disegnatore, e guardando come Lanthimos ha immaginato il suo mondo, si può intravedere quella sua visione ossessiva, quella surrealtà immaginifica che mischia tempo e spazio, mesmerizza lo sguardo e si riflette nelle scenografie del film. Il cineasta greco ci ha consegnato un’opera punk, un’opera colta, con una superlativa Emma Stone ad incarnare Bella, una versione altra di Frankenstein che qui diventa un mostruoso femminile forse anche più interessante di quello forgiato da Mary Shelley.
Bella è un mostro austero, superbo, ed è anche una donna ferina, belluina, che veste i colori della stregoneria, ha un corpo spaventoso, fuori controllo, ed è percepita come fuori controllo non perché è in pericolo, ma perché è un pericolo. Laddove la mostruosità genera conflitto perché è il controllo ad essere fuori da ogni esergo morale: una donna mostruosa è una donna libera dal controllo dell’uomo asseriva Jude Ellison Sady Doyle, che con il mostruoso ci ha spiegato moltissimo.
Lanthimos è un cineasta sontuoso, che ha portato sullo schermo una storia che immagina un mondo in cui sulle donne non pesa uno sguardo che le giudica, in cui le donne imparano a guardarsi non come vengono guardate, non sono condizionate dal modo in cui sono cresciute, o dal modo in cui sono state condotte e costrette a comportarsi. Bella è una donna che non conosce vergogna, una donna che non ha paura di mostrarsi desiderante, lieta della sua sessualità, poiché non le è stato detto che amare il sesso è sbagliato, ed è libera di esplorare il mondo, attraverso il suo corpo, senza provare sensi di colpa neanche per un secondo.
Povere creature! è la storia della liberazione di una donna, che cresce in una società repressiva, maschilista, ed è una storia che vive tanto sui volti degli attori quanto nella scenografia e nei costumi. Anche i costumi sono parte della sua emancipazione visiva: osserviamo Bella che si avventura nella società e i suoi vestiti rispecchiano perfettamente il suo progressivo risveglio sociale, e sessuale: inizialmente veste solo con un corsetto, o camicette dall’aspetto molto vittoriano, in seguito indosserà abiti più conformi alla sua personalità, abiti completi, complessi, veri capolavori di sartoria.
Lanthimos è un osservatore chirurgico, sottopone il nostro sguardo, quello delle povere creature, quelle vere, alla visione esautorante degli uomini, e alla genuina mostruosità delle donne, tutto forgiato dalla sua abilità dissacratoria, dalla sua estetica seducente e respingente, che in sintesi vuole solo mostrare come sia possibile, forse, amare senza possesso, e che imprigionare non è proteggere.
Questo è Lanthimos, un uomo che guarda a noi, povere creature, pronto a violare i nostri limiti e ad agirli.