Il Gruppo78 , collettivo da anni impegnato nella promozione dell’arte contemporanea, organizza il primo festival di Arte e Robotica d’Italia che si terrà a Trieste nel 2018.
Domani a Trieste si terrà ROBOTICS2/Anteprima, evento di presentazione del nuovo Festival di Arte e Robotica che si terrà nel capoluogo friulano nel 2018. L’organizzazione è in mano al Gruppo78 , collettivo di artisti nato nel 1978 impegnato da anni nella promozione dell’arte contemporanea. Abbiamo intervistato una delle promotrici nonchè fondatrice del collettivo Maria Campitelli per capire qualcosa di più sull’iniziativa e sul rapporto tra arte e tecnologia.
Buongiorno Maria innanzi tutto ci racconta cos’è Robotics2/ANTEPRIMA?
ROBOTICS2/ANTEPRIMA è un evento di un solo giorno organizzato per presentare al pubblico il nuovo Festival di Arte e Robotica che Il Gruppo78 intende realizzare il prossimo anno a Trieste. La giornata prevede una conferenza stampa alla mattina per la presentazione dell’iniziativa ai media, e l’inaugurazione di una serie di eventi artistici imperniati sul connubio arte/scienza/tecnologia come anticipazione del Festival (appunto un’anteprima).
Come definirebbe il rapporto tra arte e robotica?
Il rapporto tra arte e robotica consegue al rapporto tra arte e scienza. Entrambe infatti partono dal presupposto di produrre conoscenza sulla base comune dell’immaginazione. Ne consegue che la relazione tra arte e tecnologia non è una novità del nuovo millennio, bensi un fatto radicato nel tempo. Da sempre l’arte, nella sua totale libertà operativa, ha cercato di impadronirsi di modalità tecniche e linguistiche che in apparenza sembrano non appartenerle, usandole con fini diversi da quelli per cui sono nate. Se i fini dell’arte sono infatti fondati sulla fantasia, sull’invenzione, sulla provocazione, quelli scientifici tecnologici rispondono a ragioni pratico/funzionali. Vista la premessa l’espansione tecnologica non poteva non toccare l’arte; i nuovi media si sono accorpati ad essa, si sono fusi con essa, generando la cosiddetta media-art. Perciò il rapporto dell’arte con la robotica rientra in un percorso in qualche modo già predisposto dalla volontà – semplificando le cose – per cosi dire, di aggiornamento e di sfida, dalla curiosità di cui si nutre l’arte.
La robotica/tecnologia applicata all’arte, si tratta di una rivoluzione?
Dalle considerazioni appena fatte si evince che la robotica applicata all’arte non è tanto una rivoluzione quanto una conseguenza di situazioni insite nella natura stessa dell’arte, che è quella di appropriarsi del nuovo, per esprimersi e di interpretare il mondo in modo consono ed appropriato elle dinamiche evolutive, oggi soprattutto tecnologiche, che lo attraversano.
Ci racconta il lavoro di un artista attivo in questo campo che lei apprezza particolarmente?
Un artista che apprezzo molto per il tipo di ricerca che conduce è lo statunitense Ken Rinaldo, già molto noto a livello internazionale. E’ artista e scienziato al tempo stesso, nonchè insegnante del Dipartimento di arte e tecnologia delll’Università dell’Ohio. Lo scopo della sua ricerca è quello di far interagire il sistema biologico con quello tecnologico. Si interessa della comunicazione tra le diverse specie viventi e lo fa introducendo sistemi robotici nei comportamenti degli animali, senza minimamente ledere la loro autonomia, o di colture batteriche nell’atmosfera. Si può parlare di macchine biologiche e di specie (intese in senso organico) algoritmiche. Le loro intelligenze vengono mescolate in modo inaspettato; ecologie intrecciate in modo complesso possono apparire in specie di ingegneria semi-vitale. Il discorso è difficilmente riducibile in poche parole ma possiamo fare un esempio. Ken Rinaldo ha realizzato una serie di colture biologiche collegate a dati meteorologici, creando un’installazione di fluttuanti sculture tessili che variavano di colori ed immagini a seconda delle condizioni climatiche. Cioè se c’era bel tempo le sculture mostravano una determinata faccia, se pioveva o imperversava il vento, ne mostravano una del tutto diversa.
Perché un festival di arte e robotica?
Perchè non c’è, almeno in Italia, un festival che alla robotica unisca specificatamente l’arte. C’è quello famoso della Scuola di S.Anna di Pisa, dove arriva sicuramente anche l’arte, ma non come goal principale. Il terreno di arte e robotica è ancora poco esplorato in Italia.
Perché a Trieste?
A Trieste perchè è la città più ricca d’Italia di istituti scientifici, tant’è che che ha vinto la sfida europea di capitale della scienza 2020. Il nuovo Festival del Gruppo78 intende inserirsi in questo contesto, aggiungendo il tassello ineludibile dell’arte.
L’evento di anteprima di terrà domani a partire dalle 11:30 presso il Teatro Miela di Trieste, tutte le info qui. Segnaliamo inoltre la campagna di crowdfunding attiva a sostegno del progetto a questo link
Se invece volete saperne di più sul lavoro di Gruppo78 date un’occhiata al loro sito web o alla loro pagina facebook.