Salgemma: la bussola per orientarsi nel mondo dell’arte in Puglia

Salgemma nasce nel 2020, da un’idea di Roberta Mansueto e Rosita Ronzini. Si tratta di un progetto di comunicazione, editoria e curatela che si concentra sulle arti contemporanee in Puglia, portando avanti un lavoro di redazione e comunicazione di eventi, mostre e iniziative sul territorio pugliese, attraverso la piattaforma salgemmaproject.com.

La piattaforma comprende un’agenda online con interviste e approfondimenti, newsletter mensili, un magazine in edizione cartacea e una mappa in continuo aggiornamento sui progetti attivi nella regione. Nei giorni scorsi, Roberta e Rosita, team fondatore, mi hanno fatto entrare nella loro quotidianità, raccontandomi come nasce Salgemma, cosa c’è dietro e chi ne fa parte.

Presentazione Salgemma Magazine a Torino Photo Rachele Montoro Courtesy Salgemma 2024<br>

Come descrivereste Salgemma in poche parole?

RR: Da qualche anno ci muoviamo come agenzia di comunicazione e offriamo servizi di comunicazione, editoria e formazione rivolti a istituzioni pubbliche e private, spazi indipendenti, associazioni, artisti e professionisti del settore. Vogliamo valorizzare il panorama artistico e culturale della Puglia, anche oltre i confini regionali, supportando una nuova generazione di artisti/e e la produzione artistica e culturale.

Quando nasce?

Rosita: Nel 2020, nel bel mezzo del primo lockdown. L’idea è nata da un incontro tra me e Roberta. Ci eravamo conosciute grazie ad alcuni studi e ricerche comuni sul territorio pugliese, in particolare sul sistema dell’arte in Puglia. All’epoca, gestivo un blog che si occupava di raccontare, attraverso la comunicazione digitale, artisti e iniziative artistiche attive in Puglia, ma anche a livello internazionale. Roberta, invece, aveva svolto una ricerca di tesi sugli spazi e i progetti artistici attivi in regione. Così, abbiamo deciso di unire le nostre ricerche, chiedendoci come potessero essere sistematizzate e raccontate in modo coerente. Da qui nasce l’idea di mappare e creare una geografia culturale della Puglia, non una cartografia fisica, ma una sorta di geografia ideale e astratta della storia presente e passata dell’arte contemporanea in regione.

Ritratto Roberta Mansueto Rosita Ronzini cofondatrici di Salgemma Photo Clarissa Ceci Courtesy Salgemma 2024

Perché “Salgemma”?

RR: Il nome del progetto deriva dal salgemma, un minerale di cloruro di sodio, che ci ricordava l’infanzia e la collezione di pietre “brillanti”, che cercavamo nelle campagne pugliesi tra i sassi dei muretti a secco. Brillante e resistente, ma anche vulnerabile per la sua componente salina, il salgemma dipende molto dal suo ambiente. Questa pietra riflette la molteplicità e la sfaccettatura dei progetti e delle aree geografiche in cui si produce cultura. Le caratteristiche del salgemma ci hanno ispirato a chiamare così il nostro progetto curatoriale.

Chi c’è dietro?

Roberta: Io e Rosita abbiamo una formazione come storiche dell’arte, curatrici e professioniste nella comunicazione per la cultura. Da quando Salgemma è attiva molte persone hanno collaborato con noi: l’agenda online è cresciuta grazie al supporto di diversi contributors – ci piace fare i nomi – Giuseppe Amedeo Arnesano, Elena Bray, Fabiola Cangiano.

Oggi la nostra redazione si sta espandendo e siamo costantemente alla ricerca di nuove figure, poiché ogni nuova collaborazione ci permette di stimolare la crescita del progetto e di integrare nuove prospettive. Al momento stiamo per lanciare un podcast. Sarà il primo podcast di Salgemma – MATRIOSKA, arte in semicon la cura di Alessandra Costantiello e Aurora Lacirignola, dove parleremo d’arte, luoghi poco conosciuti, spazi indipendenti e pratiche artistiche (ovviamente!), ma consiglieremo anche l’ascolto musicale di band emergenti pugliesi. Ah! Ha appena iniziato l’Accademia di Belle Arti di Bari, e collabora con noi, la più giovane del team, Siria Ettorre.

Visit tour con Salgemma in collaborazione con Cantieri Spaziali Spazio Tredici Visita della mostra da Voga art project Bari Courtesy Salgemma 2024

Con che scopo nasce il progetto?

RR: Salgemma è nata principalmente da un’esigenza personale, come studentesse, curatrici e operatrici culturali che volevano riconoscersi in una cultura artistica contemporanea in Puglia. Allo stesso tempo, il progetto si propone come un invito alla scoperta, alla creazione di relazioni professionali e alla mobilità interna sul territorio. Volevamo incoraggiare un esercizio di pensiero – e di emersione – intorno alla pratica artistica e curatoriale in un contesto percepito lontano dai principali circuiti dell’arte, ma che potesse essere, anche qui, professionale e produttivo. Il nostro obiettivo iniziale era quello di appuntare una costellazione di progetti, spazi indipendenti, gallerie, fondazioni e altre iniziative culturali presenti in Puglia, oltre che di operator* culturali, curator* e artist*. Volevamo far emergere queste realtà/persone, creando una mappa “orientativa” dell’arte contemporanea in regione, leggibile per chiunque.

In che modo si organizza?

Rosita: L’organizzazione di Salgemma è un processo in continua evoluzione e costruzione. All’inizio, il progetto è nato come iniziativa indipendente e di ricerca spontanea, senza una struttura definita. Tuttavia, dopo aver vinto il bando PIN (Progetti di Innovazione) promosso dalla Regione Puglia, abbiamo avuto l’opportunità di trasformare Salgemma in una piccola agenzia. Questo ci ha spinto a pensare all’attività non solo come a un progetto curatoriale, ma anche ad una pianificazione organizzativa e gestionale di più servizi. Siamo sempre alla ricerca di nuove figure, ci piacerebbe crescere ulteriormente, ma anche garantire una struttura costante e sostenibile nel tempo.

Salgemma Magazine Issue 01 Contemporary Art and Culture in Apulia Courtesy Salgemma 2024

Cosa pensate dei risultati ottenuti fino a oggi?

RR: I risultati sono incoraggianti e significativi per noi. Uno dei risultati più stimolanti è quello di essere un punto di riferimento e una bussola anche per istituzioni fuori dal territorio come la Fondazione Sandretto Rebaudengo con la residenza YCRP e altre realtà con cui collaboriamo sul territorio e non – come Post Disaster Rooftops (Taranto), Basso Profilo Aps (Ferrara) o ancora Fondazione Studio Rizoma (Palermo) – e progetti – that’s contemporary e Collletttivo –  oltre che sul territorio per artist*, curator*, student* e chiunque sia interessat* all’arte contemporanea. Questo ci ha portato a crescere come un ecosistema organico per e con la comunità culturale locale.

Cos’è Mosche Bianche?

Roberta: Mosche Bianche è la nostra prima open call rivolta a artist* e curator* attiv* in Puglia o che stanno svolgendo la loro ricerca artistica sul territorio pugliese nel corso del 2024. Con questa iniziativa, miriamo a creare un punto d’incontro per coloro che contribuiscono alla scena artistica locale, sia residenti che provenienti da altri luoghi. La metafora delle “mosche bianche” è un invito a riflettere sulle presenze in questa regione, partendo dalla domanda “Ma quant* siamo?”, cercando una risposta esaustiva. La risposta è stata: siamo tant*!

Mosche Bianche Incontro per artist<sup><sup> e curator tappa a Lecce Courtesy Salgemma 2024

Vogliamo riconoscere e valorizzare il lavoro di tutte le professioni, offrendo loro un’opportunità per presentarsi, connettersi, collaborare e far emergere il proprio lavoro. Vogliamo trasformare queste pratiche e produzioni, ancora poco sostenute, in dato critico e di sviluppo del settore, contribuendo così alla crescita della cultura contemporanea nella nostra regione. 

I laboratori territoriali – abbiamo chiamato così i primi incontri a Bari e a Lecce – si sono svolti in collaborazione con i partner della call: VOGA Art Project, Esposizione Sud EstCANEFIORI e studioconcreto. I laboratori si sono sviluppati in giornate di presentazioni, discussioni e confronto del network artistico locale, dando vita a nuove connessioni e appuntamenti autonomi per parlare del proprio lavoro artistico anche davanti a un caffè. Stiamo pensando a come portare avanti il progetto, anche con un supporto economico possibile al lavoro, entrando sempre più nel pratico con azioni e dialogo attivo.

Cosa racconta Salgemma Magazine?

RR: Il Magazine Salgemma – nel suo primo numero intitolato Arte e cultura contemporanea in Puglia – si propone di esplorare la geografia artistica e culturale contemporanea della regione, conducendo il lettore in un viaggio tra città e provincia, attraverso le fotografie di Sara Scanderebech. Le pagine del magazine narrano questo viaggio per tappe, svoltosi tra l’estate e l’inverno del 2022, viaggio realmente compiuto insieme alla fotografa.

Salgemma Magazine – Issue 01_Contemporary Art and Culture in Apulia – Courtesy Salgemma, 2024.

Il magazine propone un ricco contenuto di interviste, approfondimenti e contributi di carattere storico-artistico, in testi bilingue e immagini fotografiche a piena pagina. Il primo numero offre uno scatto in tempo reale della produzione culturale in Puglia, evidenziando la sua natura instabile e le sfide che affronta, nella fragilità del lavoro culturale. Tuttavia, mette in luce soprattutto le risorse umane che rappresentano questo settore, ponendole al centro della scena lavorativa. Il magazine cattura anche i transiti urbani e naturali, i quartieri e le persone che li abitano, le aree subalterne, gli incontri casuali del viaggio, anche con gli animali, restituendo così un ecosistema nella sua complessità. Il Magazine è acquistabile sul nostro sito: spediamo in tutta Italia e altrove!

Qual è l’invito che vorreste rivolgere a chi ci legge?

Vieni in Puglia, non solo per il bel mare e i paesaggi turistificati (ricorda che c’è un entroterra ricchissimo!) e cerca la produzione artistica e culturale in tantissime realtà che vogliono parlare alle nuove generazioni e creare insieme nuovi immaginari dei nostri territori – ma anche offrire uno sguardo inedito sulla complessità contemporanea.

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