Una cinquantina di opere dell’artista napoletana Roxy in the Box saranno esposte fino al 22 giugno presso uno degli spazi dello Studio Trisorio, in via Carlo Poerio a Napoli.
Artista eclettica, contaminata dalle luminose vibrazioni ultra-contemporanee, porta alla visione del pubblico la sua collezione Social Pop Mirabilia, oggetti familiari, che raccontano di una realtà fatta di elementi che offrono un buon livello di confidenzialità, perché sembrano oggetti già vissuti, possibilmente in qualche ambiente domestico, sparsi nell’immaginario condiviso.
Il lavoro di Roxy in the Box, concede alcuni ganci al lettore ed è facile, come spesso accade, abboccare all’amo della Pop Art, o della più recente ed infinita ondata Neo-Pop, che lei stesso invoca nel titolo della mostra, ma questo gancio altro non è che l’appiglio per leggere tutto il resto.
La presenza del messaggio è una costante nei lavori dell’artista napoletana, spesso sotto forma di testo, altrettanto spesso solo disegnato, dipinto proiettato o stampato. Lo stimolo alla trasformazione semantica sui loghi di famosi prodotti commerciali, le fanno utilizzare la componente pop per arrivare al messaggio sociale.
La parete più larga dello spazio “box”, che ospita l’esposizione, è una raccolta di insegne pubblicitarie di prodotti noti, ma con il nome trasformato, un gioco ironico che smaschera talvolta una realtà diversa, talvolta il lato duro dell’esistenza. Così Martini diventa Martiri e Campari diventa Campare d’Arte. Lavori come Maresistere o T‘aggia scassà ‘o Sanghe, sono invece un azione spaziale quindi, stilisticamente, Roxy cerca un percorso diverso per arrivare al messaggio, lo fa tramite l’oggetto, il suono e lo spazio.
Il mobile bianco di Maresistere ha il mare in un cassetto, se non è un allontanamento dalla banalizzazione pop è una pausa poetica, una parabola riflessiva che ha bisogno di proiettare nella realtà una dimensione intima, come in una camera da letto.
Il testo della canzone T‘aggia scassà ‘o Sanghe fa da sottofondo alla visita, ed è un lavoro di ricerca nel dialetto locale sull’utilizzo della parola sangue, che compare spesso come richiamo al dolore, alla minaccia, all’insulto, ma anche al legame carnale con qualcuno o qualcos’altro. Il cantante è una pittoresca invenzione, così come il video che proietta la performance.
Un lavoro da produttrice discografica per certi versi, antropologico per altri. La riproduzione della Venere di Milo in un angolo è invece un feticcio silenzioso, un’entità invisibile, un monade sulla quale tutte le donne possono intervenire mettendo la propria firma con pennarelli colorati, concedendo alla figura femminile in gesso bianco, una nuova possibilità di esistenza cromaticamente variegata, apre nuovi universi allo sguardo di chi l’ammira, posizionata non per caso sotto al quadro Ti prenderei per le palle, in cui una donna, con due enormi chele da granchio al posto delle mani, afferra ciambelle che piovono dal cielo.
La trasversalità del lavoro di Roxy in the Box è tale da farla sembrare saldamente ancorata alle tradizioni popolari, e libera da ingombri di moda al tempo stesso.
Non appartenente a nessuna corrente se non all’ultra-contemporaneo, hic et nunc, che manifesta il suo costante bisogno di essere letto nelle tecniche utilizzate, più che nei richiami che evocano nel risultato finale le opere. La poetica degli artisti del qui ed ora è incastonata nelle tecniche che essi scelgono di utilizzare.
In determinate scelte stilistiche risiede la creatività, un colore invece che un altro, un materiale invece che un altro, uno stile invece che un altro, un ambiente al posto di una superficie e viceversa, poi tecniche e tecnologie di vario tipo. Un gioco infinito. Roxy in the Box frequenta la strada, gli interventi urban che hanno sempre caratterizzato il suo percorso lo testimoniano. Lavora sul messaggio diretto, ha bisogno di una tecnica veloce, decisa e riproducibile, che sia quanto più diretta possibile e lo sa fare molto bene.
Lavora con il marketing e con l’immagine perché sa che si può “campare d’arte”, ed espone per l’occasione la nuova serie di sculture Conchiglie conchistai, dove teoricamente non resta che scegliere quale pezzo sia più affine al proprio gusto o carattere, per portalo a casa come soprammobile esclusivo, basterebbe chiedere il prezzo. Si può essere tentati.
Ma il pensiero si sposta dalla voglia impossibile di acquistare al messaggio poetico e possibile in I Love Anonymus, una tela sulla quale è ritratto un grande Bacio Perugina, che cela una riflessione amara, nonostante l’ironia e un’esplosiva cromia di fondo.
Roxy in the Box è questo gioco di contrasti, ottenuto tramite l’applicazione consapevole di una infinità di tecniche. Luci, insegne, applicazioni su muro che riverberano la notte movimentata di una metropoli, nel suo sguardo ironico e malinconico che vede la poesia per poi concretizzarla nella realtà. Roxy espone e lo fa per qualcuno allo Studio Trisorio, ma per tutti lo fa costantemente tra le strade e la gente di Napoli.