Uno “Spring Party” per festeggiare le ultime opere di Tomoko Nagao. È quello che si terrà giovedì 30 maggio alla Galleria Deodato di Milano di via Santa Marta (qua il link per registrarsi all’evento).
Artista giapponese con formazione e studi a Londra da molti anni di stanza a Milano, Tomoko lavora da sempre con un doppio linguaggio – pittorico e grafico – che risente molto dell’influenza dell’estetica “superflat” della scuola di Murakami e Nara, con accenti originali nella scelta dei soggetti (spesso legati a tematiche ambientali, attraverso una critica sottile e ironica, mai diretta e aggressiva, alla società del consumo di massa di prodotti “junk” e energia “sporca”, e di rifiuto delle politiche consumistiche globali), e una pratica costante di rivisitazione ironica di temi e soggetti prelevati dalla grande tradizione pittorica occidentale da una parte, e dall’iconografia popolare e consumistica, sia occidentale che orientale, dall’altra.
Nelle sue grandi composizioni sono spesso presenti, come richiamo a una sensibilità critica verso la globalizzazione, i marchi delle grandi multinazionali, associati non di rado a fenomeni tellurici o sismici, richiamo, a loro volta, non solo all’attualità, ma anche all’iconografia della pittura tradizionale giapponese (tra le più celebri, una rivisitazione della Grande Onda di Okusai, riletta in chiave ironico-pop dall’artista come elemento grafico in contrasto con l’estetica neocapitalista).
L’iconografia cui si richiamano le sue opere risente anche delle influenze della cultura manga, con uno sguardo alla tradizione più antica, che ha nella cultura dell’ukiyo-e, la stampa dell’estetica fluttuante, il suo riferimento storico più classico, fino ad arrivare alle ultime creazioni pop delle anime e dei cartoni di largo consumo, ai quali l’artista non lesina riferimenti all’interno dei quadri, mescolati con le icone dei fumetti e delle marche occidentali.
Negli ultimi anni, il suo lavoro ha attirato un interesse sempre più forte da parte del collezionismo e della critica: alcuni anni fa, le sue opere diventarono l’icona-simbolo di una mostra epocale, “The Botticelli Renaissance”, ospitata alla Gemäldegalerie di Berlino e al Victoria and Albert Museum di Londra, assieme ad artisti contemporanei del calibro di Bill Viola, David La Chapelle e Cindy Sherman, solo per citarne alcuni.
Tra le sue ultime opere presentate in galleria, molte le opere che omaggiano la primavera, in linea con lo Spring Party del 30 maggio: farfalle multicolori dal volto antropomorfo come in un cartone Disney, amorini tratti dalla pittura rinascimentale e dai capelli di volta in volta diversi, rose e farfalle, e ancora la silhouette di Eva, la prima donna, con in mano la mela, tradizionale frutto del peccato, ma anch’essa umanizzata e sorridente, e con a fianco un serpente anch’esso con sembianze umanizzate e un volto accattivante e per nulla cattivo; e poi bambi, cicogne, banane, specchi parlanti.
E non poteva mancare un suo cavallo di battaglia, la Salomè, con il volto sorriudente ma decapitato, in un curioso rovesciamento semantico delle fonti iconografiche: l’artista si ispira infatti idealmente alla figura di Salomè, dipinta fin dal Seicento come anti-eroina per aver preteso la testa di Giovanni Battista, ma ne cambia il significato in chiave femminile: sul piatto, infatti, è presente la testa di Salomè stessa, rappresentata come una bellezza vittima della società dominata dai poteri forti maschili. La testa, apparentemente gioiosa e spensierata, con una goccia di sangue “umanizzata”, con tanto di occhi e bocca, che suscita immediata simpatia, diventa simbolo di una bellezza che nasconde una sofferenza tragica e un tradimento. Dietro l’apparenza gentile, la donna è in realtà l’oggetto di desideri maschili e di poteri occulti che la dominano e vogliono la sua testa su un piatto d’argento…
Il mondo di Tomoko è un brulicare di personaggi kawaii (‘carino’ in giapponese), ma dalle memorie e dai rimandi alla grande storia dell’arte occidentale e alla psicologia collettiva. Un mondo estremamente colto e raffinato, ma così fresco e giocoso che è gustabile e apprezzabile da qualsiasi palato.