“Vorrei che questo fosse una canzone d’amore”

Dal 25 al 30 giugno, il Museo Bagatti Valsecchi di Milano si trasforma in palcoscenico per una mostra temporanea allestita in occasione della settimana del Pride milanese. Il progetto è accompagnato da un testo di Elisabetta Roncati.

L’esposizione, intitolata “Vorrei che questo fosse una canzone d’amore” dal nome di un’opera dell’artista Ruben Montini, si pone come un vero inno all’inclusione.

La mostra vede l’allestimento di alcune tra le opere più significative di Montini. Tra queste, il lavoro che dà il titolo alla mostra si distingue per la sua straordinaria bellezza visiva: ricami che si trasformano in parole d’amore e decorazioni che narrano segreti sussurrati.

Montini, con il suo linguaggio artistico, affronta temi complessi e dolorosi come omofobia e transfobia, trasformandoli in un inno alla speranza e alla bellezza rinascimentale, ricco di citazioni a poetesse e cantanti del movimento queer.

Oltre alla celebre opera descritta, Montini presenta tre sculture simili a mazzi di fiori, confezionate con una varietà di stoffe che spaziano dal broccato sardo ai tessuti arabi e africani. Queste opere non sono solo installazioni artistiche ma rappresentano un gesto di affetto e solidarietà: offrire uno di questi fiori a una vittima di discriminazione diventa un simbolo potente di conforto e speranza.

Il contesto storico e artistico del Museo Bagatti Valsecchi, noto per la sua importante collezione d’arte rinascimentale milanese, si dimostra un ambiente ideale per questo incontro tra arte contemporanea e storia, offrendo una nuova lettura agli spazi in cui è ospitata la mostra.

Questa esposizione diviene così molto più di una semplice manifestazione artistica; è un viaggio emozionale e un’opportunità di riflessione sulla dignità umana e sull’importanza dalla diversità. È anche un’occasione per avvicinarsi alla comunità LGBTQIA+ e per riconoscere il valore universale della bellezza nell’affrontare e trasformare il dolore.

In conclusione, la mostra “Vorrei che questo fosse una canzone d’amore” a Milano offre un’esperienza multisensoriale che invita i visitatori a perdere e ritrovare sé stessi attraverso gli occhi dell’arte di Montini, promuovendo un dialogo essenziale sull’accettazione e l’inclusione in uno dei contesti più raffinati e storici della città.

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