Vi siete mai domandati come il cervello generi i nostri ricordi? L’artista e scienziato Refik Anadol ha creato un’incredibile installazione che lo mostra.
Vi siete mai chiesti come funzioni il vostro cervello quando genera i ricordi? Il media artist Refik Anadol sì, e combinando esperimenti sulle facoltà cognitive e studi di comunicazione visuale, ha realizzato un’opera d’arte senza precedenti. Un’installazione in grado di dare un’identità visiva alle onde neurali che producono i ricordi.
Sei un artista o un gallerista? Possiamo aiutarti con la tua promozione. contattaci
Engram : Data Sculpture for Melting Memories from Refik Anadol on Vimeo.
Refik Anadol è un “neuro-artista”, metà scienziato e metà artista digitale. Turco d’origine ma naturalizzato americano Refik Anadol, classe 1985, ha studiato Fotografia e Video all’Università di Bilgi per poi specializzarsi in Visual Communication Design, e concludere il suo percorso accademico con un MFA in Design Media Arts alla UCLA (University of California, Los Angeles), dove attualmente è ricercatore e docente. Quale “inventore” del nostro tempo, Refik Anadol coniuga visibile e invisibile, arte e neuroscienze producendo installazioni immersive di grande forza evocativa. Un esempio? Melting Memories, un’ installazione in grado di mostrare come funziona il cervello nel tempo quando elabora i ricordi. L’opera, composta da un enorme schermo al LED (quasi 5 metri per 6) fatto su misura e da schiuma rigida fresata CNC, è stata presentata per la prima volta nel 2018 alla Pilevneli Gallery di Istanbul.
Grazie all’utilizzo di uno speciale casco, Refik Anadol è riuscito a raccogliere i dati necessari a dare vita all’installazione, facendo una serie di esperimenti nel Laboratorio Neuroscape dell’Università della California (San Francisco). Attraverso un EEG (elettroencefalogramma) Anadol ricava i dati sui meccanismi neurali del controllo cognitivo. Successivamente i dati vengono tradotti da algoritmi speciali, formulati dall’artista stesso, per creare le strutture multidimensionali in grado di mostrare come il cervello riesca a memorizzare i ricordi. Il risultato è un’installazione che stupisce, incanta e confonde. Melting Memories sembra un’opera d’arte vivente che spiazza lo spettatore che osservandola si chiede incredulo: “Ma è vera? Di cosa è fatta? Posso toccarla?”. Non si comprende, in effetti, se il soggetto esca dalla cornice dello schermo o se sia un effetto ottico dovuto ai giochi di luce e alla multidimensionalità dell’opera stessa.
Se vi siete incuriositi e volete vedere dal vivo come funziona il vostro cervello quando elabora i ricordi prendete appunti: 18-27 Ottobre, Florence Biennale (Fortezza da Basso, Firenze).