Riccardo Previdi in mostra alla galleria Francesca Minini

Le opere dell’artista raccontano la condizione umana e il superamento di ogni discriminazione

Ceramiche colorate per vasi e urne, un neon rosa brillante, un grande quadro con una sottile tela di seta LORO, e poi NOI, la famiglia di Maneki NeKo davanti alla grande vetrata della seconda sala della galleria Francesca Minini. Si tratta dell’esposizione andrà tutto bene dell’artista Riccardo Previdi, visitabile fino al 12 marzo 2022

Lo spazio immacolato della galleria viene interrotto dalla presenza di plinti su cui poggiano coloratissime ceramiche stampate in 3D dall’azienda Wasp, e realizzate con l’aiuto dell’artigianalità di ceramisti tra Milano e Faenza.

Courtesy the artist and Francesca Minini <br>Photo by Andrea Rossetti<br>

Colori pastello – richiamo alla pittura di Odilon Redon – e accostamenti in stile color-block, per oggetti che rievocano tradizioni personali e millenarie. Se le forme riportano alla memoria le zucche acquistate dalla nonna dell’artista, la loro funzione è invece strettamente connessa alla conservazione delle spoglie dei defunti (anche non umani con urne cinerarie di dimensioni più piccole e con nappine colorate). Una consuetudine cerimoniale diffusa attraverso il tempo e le culture, ritualizzata attraverso oggetti che si inquadrano in una cornice significante precisa, ma che sono qui restituite dall’artista con una certa leggerezza. 

Gattini Maneki Neko – portafortuna di antica tradizione giapponese – sono riprodotti dall’artista con il DAS e moltiplicati su una tela di seta di grandi dimensioni, posta all’ingresso della seconda sala ad altezza bambino.

Courtesy the artist and Francesca Minini <br>Photo by Andrea Rossetti<br>

Se da un lato l’opera LORO costringe il pubblico ad abbassarsi per entrare all’interno, dall’altro l’opera NOI simboleggia un ritratto di famiglia con le tre sculture color oro – come preludio di benessere economico – con il braccio alzato – un richiamo verso lo spettatore -, recuperate dall’iconografia orientale e stampati in 3D. Queste ultime sono il risultato di un progetto di residenza (2019) da Giovanardi SPA, voluto dal suo visionario amministratore delegato Massimo Giovanardi, in occasione del centenario della propria attività. 

Centenaria è anche Angela, la nonna dell’artista che ha realizzato la scritta andrà tutto bene, una frase nota che diventa memoria storica di un periodo recente della storia contemporanea. 

Tra i vasi fa capolino una sorta di navicella che sembra di acciaio ma è di ceramica, e che rimanda all’iconografia di San Sebastiano trafitto dalle frecce – nelle fessure del contenitore sono stati inseriti dei bastoncini colorati -.

La scritta di una donna che ha superato il secolo e il martirio del santo, si configurano come una rinnovata speranza. Se la morte come fatto antropologico pone l’uomo di fronte la sua unica certezza, Riccardo Previdi con il suo lavoro intriso di memorie, affida agli oggetti con una delicata e giocosa consapevolezza, l’eternità del ricordo.

Courtesy the artist and Francesca Minini <br>Photo by Andrea Rossetti<br>

La mostra è al medesimo tempo affermazione di una condizione umana, in cui LORO e NOI sono un unico soggetto visto agli occhi dell’altro in una prospettiva intercambiabile, in cui si realizza il superamento di ogni potenziale discriminazione. Un auspicio, ancora una volta, di speranza per edificare un nuovo mondo. 

Cover Photo Credits: Courtesy the artist and Francesca Minini Photo by Andrea Rossetti

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