Cosa c’entrano gli edifici storici con i droni? La risposta di STUDIO DRIFT è brillante e lascia la parola alla performance.
Il Colosseo, la Sagrada Familia, la Basilica del Sacro Cuore, quanti hanno in mente un fermo immagine a metà?
Che sia stata la storia o l’errore umano, questi tre monumenti mancano di una parte piú o meno consistente della loro struttura originaria: per alcuni non si ha un ricordo personale e non si sperimenta la nostalgia del “tassello mancante”, per altri il vuoto è un passato che si è dissolto ma che potrebbe ancora essere.
Il duo artistico con base ad Amsterdam DRIFT, fondato e diretto dal 2007 da Ralph Nauta e Lonneke Gordijn, basa la produzione artistica su performance e installazioni nelle quali la tecnologia diventa la prima alleata della Terra come garante di un futuro sostenibile.
La ricerca di DRIFT stimola ed è stimolata da interrogativi, a partire dalla scelta dello spazio da utilizzare fino all’apporto comunicativo dell’opera «l’equilibrio tra l’uso storico e il potenziale futuristico è dove collochiamo il nostro lavoro» ed è la ricerca di questo bilanciamento che porta i due architetti a sperimentare nuovi progetti.
La luce e il movimento sono da sempre alla base delle opere, a partire dalle performance “Breaking Waves” fino agli ipnotici fiori meccanici in “Meadow”, “Semblance” e “Shylight”, pioniere di un pensiero rivolto allo studio della tecnologica in chiave umana ed emozionale.
Dall’esibizione del 2017 “Franchise Freedom” è diventato subito chiaro il valore che i droni possono avere all’interno del contesto architettonico, esplorando soluzioni e armonie che parlano un linguaggio universale, quello dell’arte.
Da qualche tempo capita di alzare gli occhi al cielo e vedere strani oggetti telecomandati che si aggirano introno alle nostre teste, e forse dobbiamo ancora abituarci alla loro presenza, ma c’è qualcuno che ha saputo sfruttare il loro alto potenziale meglio di noi.
Il potere del virtuale di unisce all’avanguardia tecnologica delle società Nova Sky Stories e Drone Stories con il desiderio di trovare scenari sempre piú adatti per le nuove espressioni artistiche.
La collaborazione con DRIFT porta alla realizzazione di eventi unici che uniscono sotto lo stesso cielo migliaia di persone accomunate dalla magia di altrettante migliaia di droni in movimento. Lo storico festival “Burning Man” attivo dal 1991 lascia un ricordo indelebile ai due artisti, che nel 2018 mettono in scena “Franchise Freedom”, ultimo desiderio del fondatore Larry Harvey: centinaia di droni si librano nel cielo notturno del deserto Black Rock Desert (Nevada), riproducendo il volo degli uccelli, tradotto in algoritmi da software appositi, come un canto di libertà e un invito a riflettere sulla società e sui costrutti che la dominano.
Ma cosa c’entrano gli edifici storici con i droni? La risposta di DRIFT è brillante e lascia la parola alla performance.
Come una congiunzione astrale i droni, come in una coreografia dove non si ammettono errori, ricostruiscono visivamente le strutture mancanti, con un impatto complessivo che apre una nuova frontiera dell’architettura contemporanea.
Una mappa di luci disegna il naturale proseguimento dei monumenti incompleti, che per tutti hanno sempre e solo avuto un unico volto, ma che potrebbero sorprendere ancora proprio grazie alla tecnologia. Un’innovazione che avvicina al posto di allontanare e che permette di «sentire l’energia vibrante della ricostruzione di quello che una volta è stato, facendone un momento unico nel tempo».
Cosí DRIFT lotta per il futuro a partire dal design, con la speranza di conciliare ció che talvolta è capro espiatorio di conflitti mondiali, ma che ha tutte le carte per diventare la chiave per risolverli.
Immagine di copertina: Ralph Nauta e Lonneke Gordijn