Siamo in una delle residenze private più prestigiose di tutto il nord Italia, a Bergamo Alta, un gioiello datato 1573 tenuto meticolosamente da tutte le generazioni che hanno avuto la fortuna e la possibilità di abitare questi ambienti, tra affreschi, sculture e stucchi sublimi.
Dal 1983 questo Palazzo ha preso il nome della famiglia che ne è proprietaria: i Trussardi, che lo utilizzano sia come residenza che come spazio di rappresentanza, solo occasionalmente aperta al pubblico in alcune delle sue innumerevoli stanze.
Domenica, 15 Ottobre per un unico giorno, Palazzo Trussardi, con le sue pareti e volte ricoperti da affreschi riconducibili alla scuola di Gian Giacomo Barbelli, sarà teatro di una nuova mostra che intende far dialogare il neopop ma anche nuove pratiche artistiche come l’arte digitale gli NFT, con le splendide architetture del palazzo.
Il progetto, curato interamente dalla galleria Zanini Arte, essa stessa ormai simbolo del dialogo storicità/innovazione, si incentra sul concetto di classicità/iconica “rivisitata in chiave ultra moderna”, in un “connubio artistico che cela il contrasto tra ciò che era, ciò che è e ciò che sarà”.
E’ in questo senso che viene snodato l’intero percorso espositivo: la linea beffarda e optical di Andrea Crespi nasconde il David di Michelangelo e la Nike di Samotracia, le sculture classiche diventano un legno stratificato neopop “plasticheggiante” nelle sculture di Daniele Fortuna, mentre le tele di Jisbar sono un horror vacui denso di citazioni classiche e street, dove ancora una volta un David deturpato dai tags dialoga con uno sfondo dove sono presenti, giustapposti, tra gli altri, Basquiat e il logo della Nintendo.
Sempre in tema di citazionismo urban, ecco le opere di Mr Brainwash, già lui stesso ormai icona, che gioca a manipolare significato e significante di figure come Einstein, Topolino e Charlie Chaplin. E ancora i colossi metafisici e senza volto di Svccy ci introducono al mondo della videoarte in formato NFT, le sculture di Francesco De Molfetta trasformano Spiderman in un una Venere di Willendorf dei dolciumi, e la prospettiva “a vortice” di Fabio Giampietro ci trasporta direttamente all’interno delle sue città inesistenti di calviniana memoria.
Infine saranno presenti le pitture brillanti di Giovanni Lombardini e le composizioni a collage digitale stranianti e sproporzionati di Cris Devil.