Scoprimenti straordinari nella Tomba del Cerbero a Giugliano: i resti del probabile capostipite della famiglia furono scoperti

Un eccezionale ritrovamento nei dintorni di Giugliano, nella Tomba del Cerbero, porta la luce su una sezione poco esplorata della storia dell’antica Campania. Ci troviamo in provincia di Napoli, in una delle tante facce sconosciute di questa terra ricca di storia e di misteri, affascinanti e ancora in gran parte non risolti.

L’epico nome della tomba, che evoca in maniera pregevole il mito del cane a tre teste, guardiano degli Inferi, rispecchia l’atmosfera di mistero che avvolge tutto il sito archeologico. Al suo interno, è stato scoperto lo scheletro di un individuo, probabilmente l’antenato della famiglia per la quale il mausoleo fu edificato, sigillato in un antico sarcofago per oltre 2000 anni. Il ritrovamento, notevole sia per lo stato di conservazione del corpo dell’uomo che per la quantità di oggetti di corredo ritrovati, fu possibile grazie a un’indagine condotta con una microcamera, seguita dall’effettivo scavo.

Il corpo era avvolto da un sudario, che con l’andar del tempo si è mineralizzato, probabilmente a causa delle specifiche condizioni climatiche che caratterizzavano l’ambiente funerario. Accanto al defunto, sono stati ritrovati vari oggetti, tra cui unguentari e strigili, che suggeriscono un’attenzione particolare nei confronti dell’inumato. Queste preziose informazioni suggeriscono che l’individuo potrebbe essere un membro eminente, forse il capostipite, della famiglia che possedeva il sito funerario.

Le indagini sulla Tomba del Cerbero continuano, accompagnate dalla ripresa degli scavi nella necropoli circostante e dalle opera di restauro degli affreschi, sostenute dal Ministero della Cultura. L’importanza del sito è stata riconosciuta anche a livello istituzionale, con la visita del Ministro Sangiuliano lo scorso novembre.

L’attaccamento al luogo e l’attenzione all’esposizione dei suoi tesori si vedono anche nelle numerose analisi di laboratorio effettuate sull’area. Nel corso degli ultimi mesi, tecniche avanzate hanno consentito di ottenere dati significativi sulla rituale funerario e sul modo in cui veniva trattato il corpo dei defunti. Questi studi, condotti in collaborazione da un team multidisciplinare di archeologi, antropologi, paleobotanici e chimici, sono stati guidati dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’area metropolitana di Napoli.

Tutti questi elementi, dalla meticolosità delle procedure di esumazione e analisi alla cura rivolta alla conservazione del sito, contribuiscono a disegnare un quadro affascinante del territorio flegreo nei pressi di Liternum, offrendo un prezioso spaccato della società antica e demostrando la forza della ricerca multidisciplinare. I prossimi mesi promettono nuove scoperte, non solo nell’ipogeo ma anche nella necropoli circostante, aspettate con grande impazienza da coloro che desiderano scrutare meglio nel dettaglio la storia e la vita di questa antica comunità.

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