Matisse (e non solo) a Mestre. Il Mediterraneo come contesto

Dal 28 settembre gli spazi espositivi del Centro Culturale Candiani di Mestre ospitano Matisse e la luce del Mediterraneo, a cura di Elisabetta Barisoni. La mostra si sviluppa a partire dalle collezioni di arte moderna della Galleria Internazionale di Ca’ Pesaro e da prestiti di calibro internazionale.

Fulcro del movimento fauve, Matisse presenta nelle sue opere una realtà che non mira alla ricerca spirituale simbolista e si discosta dalla pura decorazione dell’Art Nouveau. Così, i suoi lavori e le sue influenze conducono a una nuova prospettiva sul mondo, caratterizzata da macchie di colori accesi – troppo accesi per ambire a una somiglianza con il reale – e superfici piane scandite dalle sole cromie. La semplificazione del medium pittorico permette allora un’espressione viscerale, emotiva, lo slancio vitale colto nelle luci e rivelato nei colori.

Henri Matisse <em>Odalisca gialla<em> 1937 olio su tela 552 x 46 cm Filadelfia Philadelphia Museum of Art

Il progetto espositivo del Centro Culturale Candiani sceglie di ricercare a partire da luci e colori, proponendo una riflessione sul Mezzogiorno francese e, in senso più ampio sul Mediterraneo. Matisse e la luce del Mediterraneo si articola in sette sezioni, un percorso che inizia da rimandi iconografici – del mare, della luce -, passando per ritratti di luoghi che si affacciano sul Mediterraneo, fino ad arrivare alla scomposizione della forma nell’arabesco. Segue poi una sezione dedicata alla figura dell’odalisca che richiama i viaggi intrapresi da Henri Matisse in Algeria e Marocco tra il 1906 e il 1913. Infine, un’ultima sala di stilizzazione estrema della figura (Dal colore alla forma). Qui si trova Icaro – uno dei più celebri papiers découpés dell’artista – accanto a un’opera di ri-composizione di Marinella Senatore e a lavori di artisti veneziani. 

Henri Matisse <em>Icaro<em> 1947 stencil su carta 42 x 325 cm Bordeaux Musée des Beaux Arts

L’esposizione si sviluppa così attraverso citazioni e rimandi tra artisti più o meno prossimi alla figura di Matisse, sia geograficamente che cronologicamente. Il Mediterraneo viene considerato come culla del movimento e della creazione artistica dell’epoca: non si tratta però solo di una ricerca su luci e colori ma anche di luoghi e delle molteplici influenze dell’area mediterranea. Per quanto i collegamenti tra le opere siano perlopiù iconografici o meramente estetici, si può considerare come le condizioni per lo sviluppo di determinate correnti artistiche fossero possibili esclusivamente e specificatamente in quel lì e allora. A partire dal tema di luci ed emozioni, caro a Matisse come ai Fauves, vengono proposte delle occasioni per riflettere sui presupposti e le circostanze che hanno reso possibile la nascita del movimento.

Pierre Albert Marquet <em>Circolo nautico in Algeri<em> 1925 olio su tela 465 x 555 cm Venezia Galleria dInternazionale dArte di Ca Pesaro inv 0829

In questo modo associativo vengono mostrate ricerche iconografiche ma anche mediali. Ad aprire l’esposizione è il concetto di Modernità del mare (titolo anche della prima sala) che costituisce la circoscrizione di un ambiente, un contesto, un periodo storico ma anche un soggetto. Viene presentato il “moderno”, la realtà a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; gli stili pittorici antesignani e influenti per lo sviluppo dei caratteri del movimento fauve ma anche le specifiche località.

Trovo interessante considerare la scelta di una ricerca sul Mediterraneo. Per quanto il territorio francese giochi un ruolo fondamentale nella creazione artistica è bene cogliere come questa non fosse limitata alla sola Francia bensì anche a territori che, pur essendo all’epoca sotto il dominio francese, sono stati agenti essenziali per lo sviluppo di soggetti ed estetiche della storia dell’arte “occidentale”. Ecco allora i viaggi di Matisse in Nordafrica, l’importanza del colore, il fascino per l’arte islamica e la stilizzazione delle forme sempre più ornamentali.

Henri Matisse <em>La finestra aperta<em> 1919 olio su tela 61 x 48 cm Bagnols sur Cèze Musée Albert Andr

Matisse e la luce del Mediterraneo offre quindi una panoramica su contesti, cause e ispirazioni: un’occasione per riflettere su analogie e influenze. Così come le precedenti esposizioni su Marc Chagall (Chagall. Il colore dei sogni) e Vasily Kandinsky (Kandinsky e le avanguardie. Punto, linea e superficie), l’intento del Centro Culturale Candiani di Mestre sembra quello – grazie ai prestiti internazionali e alle collezioni civiche di Ca’ Pesaro – di rilanciare un luogo da sempre considerato come mera appendice della città di Venezia.

Si può quindi considerare la mostra come un’occasione di riflessione e di rilancio, in quelle che si auspicano, nel futuro, come riletture innovative di un’arte già ampiamente musealizzata. Quella intrapresa dal Candiani sembra essere allora una sfida nella ricerca sulle avanguardie storiche: esporre artisti celebri accanto a figure minori, offrendo la possibilità di una revisione del quadro complessivo di uno spaccato storico.  

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