La casa concepita come organismo vivente, come spazio che protegge un groviglio pulsante di ricordi, emozioni, affetti. Una mostra a Milano tra arte e design.
La casa concepita come organismo vivente, come spazio che protegge un groviglio pulsante di ricordi, emozioni, affetti. Pensate al guscio per una tartaruga: la corazza rappresenta una casa in continuo movimento di cui la testuggine non si separa mai, portando sempre con sé il luogo sicuro nel quale è cresciuta. La mostra “Habitatvivo” organizzata in occasione della Design Week milanese da POPHouse Magazine, rivista online di architettura, design e artigianato e “Uno a Uno”, duo curatoriale di arte contemporanea, combina arte e design riflettendo su questo tema: l’Habitat inteso sia come spazio abitativo che come organismo vivente contenitore di pulsioni emotive. In pratica? Immaginatevi un loft industriale contaminato da installazioni e opere d’arte in ogni angolo, realizzate dagli artisti Andrea Barbagallo, Marco De Santi, Kyma Design, Cecilia Mentasti e Marco Siciliano.
Partiamo dallo spazio esterno: fino a domenica 22 aprile il cortile del loft ha ospitato l’opera “Kipple I.IV” dell’artista romano Andrea Barbagallo, un’installazione scultorea realizzata tramite l’uso di tecnologie avanzate (come la stampante 3D) e materiali organici deperibili. Qualche scalino più in alto, all’ingresso del loft, appare un open-space che accoglie salotto e cucina. Lì si trova l’opera “Bit-Home”, una soluzione di casa mobile ecosostenibile realizzata da Kyma Design. “Siamo abituati a pensare alla casa come spazio statico – ha spiegato la designer Elena Tonelli a POPHouse descrivendo come è stato concepito il suo lavoro -. “Bit-Home” è legato alla caratteristica delle testuggini di portare con sé il proprio guscio, quel luogo sicuro nel quale cresciamo e ci sentiamo protetti. Il mio progetto è una casa a tutti gli effetti, trasportabile e adattabile a qualsiasi luogo, con minimi ingombri e spazi essenziali”. Chi abita quegli spazi sarà sempre avvolto da un flusso di ricordi di casa propria. In questo senso il progetto dialoga con l’opera “Transumanze” dell’artista e designer Marco De Santi che riflette sull’abitare “da nomade” e sulla capacità dell’individuo di adattarsi continuamente a nuovi spazi.
Qualche passo più in là, appoggiato sulla cucina del loft, appare “Y” (progettato da Kyma Design): un prototipo di forchetta che inverte l’utilizzo tradizionale dell’utensile, pensata per essere una protesi della mano stessa
Ma non è finita qui. Il dialogo fra arte e design fluisce negli altri ambienti quotidiani della casa. All’interno del bagno, l’artista Cecilia Mentasti ha installato l’opera site-specific “Queste parole sono parole sbagliate”. Qui l’artista si è immaginato una creatura amorfa, circondata da liquidi e piccoli oggetti, che porta con sè le malinconie dell’animo umano. Poteva mancare la camera da letto? Questo spazio è stato affidato all’artista Marco Siciliano che presenta le opere “Untitled (32)” e “Untitled (18)”: il calco in gomma americana della mandibola dell’artista. Entrambe le opere riflettono sulla natura, gli effetti e le conseguenze delle relazioni affettive instaurate nel luogo più intimo della casa. La dimostrazione di come la casa possa tramutarsi da spazio fisico asettico a involucro tremolante di emozioni.
La mostra è terminata il 22 aprile.