A Ca’ Pesaro gli automatismi psichici di Roberto Matta

Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna ospita fino al 23 marzo 2025 Roberto Matta 1911-2002, la prima mostra istituzionale in Italia dedicata all’artista. L’esposizione propone un percorso cronologico che indaga la poetica multimediale di Roberto Matta, facendo emergere anche il suo legame con Venezia

Formatosi come architetto, Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren crea nelle sue opere una nuova tipologia di spazio. La dimensione di Matta è psicologica, inconscia, una rappresentazione della risultante tra ciò che vediamo del mondo e quello che il mondo vede di noi. La sua produzione è ascrivibile – tra le altre possibili classificazioni, sempre che sia necessario – al Surrealismo, proprio per questa sua spazialità e perché simultaneamente fisico e mentale. Gli sconfinamenti dell’artista verso una nuova dimensione sono frutto della sua esperienza come collaboratore di Le Corbusier ma anche dei suoi contatti con l’ambiente surrealista, artistico ma anche letterario – si ricorda qui la sua amicizia con Federico Garcia Lorca –. Lo spazio di Matta è allora luogo d’incontro con l’altro, indagine sulla relazione tra individui: automatismo psichico, geometria ma anche politica.

Ph Irene Fanizza

Le sezioni in mostra presentano una scansione della produzione dell’artista in decenni, mettendo in evidenza tutte le influenze di Roberto Matta, le evoluzioni nella sua poetica e le esperienze che le hanno prodotte. Dalla creazione di un nuovo spazio (serie Psychological Morphologies, 1936-1939) passando per il contatto con gli artisti americani, arrivando all’esplicito impegno politico su diversi fronti e conflitti (esprimendosi sempre nella lotta insieme ai comunisti).

Roberto Matta è una figura fondamentale – essenziale – nel panorama artistico del Novecento. La sua arte è automatismo psichico, lo stesso automatismo che suggerisce a Pollock e Motherwell e che consentirà lo sviluppo dell’Espressionismo Astratto negli Stati Uniti. I suoi lavori riprendono il Surrealismo, lo vivono, lo esportano e lo superano. Diventano materia, informe, informale, non-forma, altro“[…] Per lui dire commedia equivale a dire tragedia, cioè la messa in gioco d’un impegno umano totale, l’esplosione d’un entusiasmo d’energie storico-vitali inesauribile”.

Ph Irene Fanizza

Negli anni Sessanta, infatti, le tele scardinano la logica di forma-contenuto, portando l’automatismo a un livello ulteriore. Così, alla pura espressione che porta con sé una narrativa per immagini, anzi un’epica e che si fa portatrice di un senso individuale e universale, esplicitato anche in una pittura più gestuale (un esempio è El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, 1961). Gli ultimi decenni sono caratterizzati dalla componente scultorea e dal sempre forte coinvolgimento politico assolutamente attuale (ne è esempio La Chasse aux adolescents, 1968).

L’esposizione a Ca’ Pesaro si conclude con Les photographes (2000): “[…] Un mondo pieno di macchine fotografiche che puntano verso di noi, o verso l’etere, dietro le quali si ergono automi umani da cartone animato. Un’immagine simbolica di un mondo moderno”.

Roberto Matta 1911-2002 è una ricerca sull’artista, sull’evoluzione di un movimento (quello Surrealista) e sugli eventi di un secolo che sono direttamente o indirettamente connessi alla poetica di Matta. Ed è proprio la scansione cronologica a consentire una migliore comprensione di passaggi, legami e conseguenze. Trovo importante la scelta di realizzare una mostra, inserita nel programma di approfondimento e riscoperta di autori da parte di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, su una personalità così fondamentale per lo sviluppo dell’arte contemporanea e così a lungo trascurata. È importante ripetere, infatti, come questa sia la prima mostra istituzionale in Italia dedicata all’artista.

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