A Parabita 16 artisti reinterpretano le edicole votive

Dall’11 maggio, il Comune di Parabita, in provincia di Lecce, ha inaugurato una collezione d’arte contemporanea permanente, Votiva, che prende vita dalla riattivazione delle edicole votive nel centro storico del paese.

La direzione artistica è stata affidata a Giovanni Lamorgese, mentre la curatela è di Flaminia Bonino e Laura Perrone, con il supporto dell’Assessore alla cultura del Comune, Francesca Leopizzi. Il progetto si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Parabita per il contemporaneo.

A firmare le opere, sono sedici artisti contemporanei, italiani e non solo. I sedici – Francesco Arena, Chiara Camoni, Ludovica Carbotta, Claire Fontaine, Gianni Dessì, ektor garcia, Helena Hladilová, Felice Levini, Claudia Losi, K.R.M. Mooney, Liliana Moro, Adrian Paci, Mimmo Paladino, Luigi Presicce, Michelangelo Pistoletto, Namsal Siedlecki – sono arrivati a Parabita dalla vicina provincia di Brindisi, così come dalle più lontane Roma, Biella, Torino, Piacenza o Milano; dall’Albania, attraversando il Mar Mediterraneo, dalla Repubblica Ceca, scavalcando le Alpi, e dagli Stati Uniti, sorvolando l’oceano, percorrendo l’Italia fino a uno dei suoi punti più estremi.

Dice Stefano Prete, Sindaco di Parabita: “Traendo ispirazione dalle decine di edicole storiche, troppo spesso abbandonate a sé stesse, che arricchiscono il centro storico parabitano, l’arte contemporanea invita alla cura della cosa pubblica e innesca nuove pratiche di inclusione e vicinanza, in perfetta sinergia con le iniziative messe in campo dall’amministrazione comunale negli ultimi anni.”

Le opere compongono un percorso che attraversa il centro storico, conducendo i visitatori attraverso “tappe” costituite da edicole votive, considerate in passato come testimonianza della spiritualità popolare e oggi elemento caratteristico dell’architettura locale.

<strong>ektor garcia<strong><br><em>figura de nudo<em> 2018<br>ceramica smaltata | glazed ceramic 30 x 15 cm<br> Via Impero 55 Parabita LE

Sono sedici le edicole votive che si possono incontrare nel percorso, alcune delle quali si ritrovavano in uno stato di trascuratezza, tanto da essere state svuotate da qualsiasi elemento devozionale, abbandonate alle intemperie e vittime dell’incuria umana. Altre nicchie, invece, sono state aperte per Votiva, riprendendo la forma delle edicole storiche, mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente in cui sono state inserite.

Il percorso comincia dalla tappa zero, in cui il visitatore si trova davanti a L’Addolorata (2015) di Giovanni Lamorgese (direttore artistico dell’iniziativa), che ha installato la scultura sulla parete esterna del suo studio a Parabita. L’inizio del cammino, non solo devozionale, è, per l’artista, il primo momento di riflessione, in cui “la Madonna si fa improvvisamente materia e spirito, incarnazione di un simbolo ritrovato e più che mai attuale, uno specchio in cui riconoscere il presente ed allo stesso tempo riconoscere noi stessi, la nostra finitezza”.

HELENA HLADILOVÁ Kaya, 2022 marmo rosso antico | antique red marble, cm 28 x 13 x 15 » Via S. Antonio 2

Seguono tutte le altre edicole, in un cammino in cui blocchi di marmo divengono simbolo della parola DIO, una scultura in terracotta diventa un soggetto quasi fiabesco, una ceramica smaltata rappresentante un corpo nudo racchiude la vulnerabilità dell’uomo e tutto, aldilà della materia, è affidato all’interpretazione e alla sensibilità di chi osserva.

Ogni edicola custodisce materiali, figure, colori – anche se a dominare è quasi sempre la purezza del bianco circostante – e racchiude il segreto degli artisti che hanno lavorato alla sua realizzazione. Ci sono spiritualità, ricerca, timore, eternità, luce. E molto altro.

LUIGI PRESICCE Miracolo senza titolo, 2024 intervento site-specific | site-specific installation ceramica smaltata e conchiglie | glazed ceramics and shells, dimensioni ambientali | environmental dimensions » Vico San Salvatore

È sempre Stefano Prete a spiegare perché è stata scelta l’edicola votiva, come punto di partenza e simbolo del territorio, e in che modo la sua valorizzazione sia un invito alla riflessione e alla partecipazione collettiva. “Esiste una parola antica che mi ha sempre affascinato. La parola poiesis, dal grecofare dal nulla” – racconta – Per un sindaco del Mezzogiorno questo termine ha tutta l’aria di rappresentare una sorta di pietra filosofale. Perché quel realizzare nuovo è insieme esercizio di creatività e sfida, volte a rimediare le tante assenze di questa pur meravigliosa terra. Votiva nasce proprio da questo: dall’immaterialità di un sogno che, man mano, ha preso miracolosamente forma e consistenza grazie a collaboratori preziosi, all’adesione incuriosita e generosa di artisti straordinari, alle tante persone che hanno aperto le proprie case a questa contaminazione che sa di futuro quanto di passato. In fin dei conti, Votiva sembra appartenere da sempre a questa terra, sebbene siano luoghi dove l’arte contemporanea apparentemente non riesce a stratificarsi. Quasi a far pensare che di essa ce ne fosse intimo bisogno”.

<strong>LILIANA MORO<strong><br><em>Polaris<em> 2024<br>intervento site specific | site specific installation<br>plastica vernice spray acciaio cromato lucine intermittenti | plastic chrome steel spray paint intermittent lights<br> Via Vittorio Veneto 1

Costruire sul modello del passato, quindi, partendo dalle edicole votive, per saper immaginare ciò che potrà essere. Mettere in discussione il presente, nella costruzione di un futuro nuovo e incerto, senza tralasciare ciò che è stato, ma riprendendone il “meglio” e traendo beneficio dagli insegnamenti. Prima di creare qualcosa di nuovo, essere capaci di accertarsi di aver ascoltato le storie che sono state raccontate, di aver guardato i volti di chi è stato testimone e di aver toccato i muri dentro i quali si sono costruiti interi paesi.

Le edicole, come custodi, hanno celato per anni, non solo sé stesse, nascondendosi tra le vie del piccolo borgo, ma i segreti, i vocii, le tradizioni e i pensieri di chi ha percorso quelle strade, spesso senza voltarsi, e che oggi, nel comune della provincia leccese, è invitato a farlo, guardando, non solo, all’interno, ma imparando a custodire, e salvaguardare, nel tempo, senza dimenticarsene più.

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