Alberto Garutti: il nuovo volume dedicato all’artista dell’incontro curato da Studio Celant

“Come possiamo produrre arte se non ascoltiamo il mondo?”

Nel luglio 2022 Alberto Garutti appunta questa domanda tra quelli che diventeranno i documenti di studio alla base del nuovo volume dedicato all’artista edito da Studio Celant. Giá a partire dal quesito di cui sopra si può assaporare l’essenza di un’arte che ascolta prima di esistere ed è proprio da questo assunto che Alberto Garutti elabora e sperimenta una pratica creativa singolare che cresce e muta durante l’arco della sua carriera.  

La semplicità di un nome e un cognome ispira il titolo all’ambizioso progetto editoriale: Alberto Garutti esprime la totalità di una vita intera, in un percorso a quattro mani che inaugura una collaborazione autoriale e personale tra il celebre critico Germano Celant e l’artista. Sincero estimatore dell’opera di Garutti, ma soprattutto amico devoto, Celant concepisce il libro inizialmente come opera monografica che poi evolve in una redazione sperimentale che omaggia il linguaggio pionieristico di una nuova arte site-specific. Il volume è frutto di una partecipazione corale di chi, in occasioni e modalità disparate, si é approcciato a Alberto Garutti diventando oggi fonte preziosa di aneddoti e testimonianze.  

Alberto Garutti 2012 © Delfino Sisto Legnani Courtesy Studio Alberto Garutti

Il contributo del bando Italian Council del Ministero della Cultura ha permesso il finanziamento del progetto che vede impegnate le principali istituzioni nazionali, come il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, la Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e il museo Madre di Napoli, affiancate da partner internazionali come il Kunstmuseum Liechtenstein di Vaduz e mudac – Museum of Contemporary Design and Applied Arts di Losanna. La presentazione del libro segue un fitto calendario di incontri, inaugurato al Museion di Bolzano per spostarsi poi in tutta la penisola e non solo, terminando con incontri al mudac di Losanna e al Centre Pompidou di Metz.

Le date milanesi hanno accolto anche una giornata di studi Dedicato ad Alberto Garutti presso l’Accademia di Brera coordinata dal Direttore Giovanni Iovane, e curata da Laura Cherubini, Giacinto Di Pietrantonio e Cloe Piccoli. La carriera universitaria di Alberto Garutti si radica a Brera per vent’anni, durante i quali l’accademia diventa fulcro ricettivo di artisti e talenti provenienti da tutto il mondo; tra gli ospiti numerosi personaggi che hanno condiviso momenti di vita e di lavoro con l’artista, quali Stefano Boeri, Francesco Bonami, Maurizio Bortolotti, Barbara Casavecchia, Roberto Cuoghi, Anna Detheridge, Eva Fabbris, Beppe Finessi, Hou Hanru, Yuko Hasegawa, Francesco Manacorda, Paola Nicolin, Hans Ulrich Obrist, Mario Pieroni, Paola Pivi, Antonella Soldaini, Dora Stiefelmeier, Elena Tettamanti, Bart Van Der Heide, Angela Vettese, Andrea Viliani.

Antonella Soldaini e Eva Fabbris, rispettivamente responsabili della curatela e della ricerca scientifica della monografia, rivivono gli sviluppi della carriera di Garutti codificando i principi etici e morali sposati dall’artista seguendo la linea temporale che va dagli anni Settanta alle ultime produzioni. “Oggi, dopo tanti anni, ho capito che fare un’opera d’arte significa fare un’esperienza conoscitiva e quindi l’artista non ha un ruolo solo morale, ma anche etico e sociale, in quanto la sua opera ricade anche nella realtà culturale della vita” (Alberto Garutti, Università IULM, Milano, 12 novembre 2019)

Alberto Garutti a cura di Studio Celant a+m bookstore Hatje Cantz Milano Berlino 2024 copertina© Agostino Osio Courtesy Studio Alberto Garutti 1

L’unicità dell’opera di Alberto Garutti risiede nell’approccio trasversale, non solo nei confronti di un’arte che subisce continue variazioni annullando stilemi radicati in favore di una maggior fluidità, ma soprattutto in relazione all’utilizzo e alla rivisitazione di medium fino ad allora sfruttati in un’ottica limitata. Dalla fotografia degli anni Settanta, alle piú mature opere site-specific, l’artista sviluppa una “sensibilità immaginativa” che abbraccia le esperienze del quotidiano alla ricerca di una relazione significativa e significante con ció che è altro da sé. 

Dai testi raccolti nel volume emerge la necessità quasi ancestrale di riflettere criticamente sul processo artistico, a partire dalle ragioni che lo innestano fino ad analizzarne il risvolto finale. L’iter creativo di Garutti si avvicina a una dinamica di conoscenza che lega due soggetti sconosciuti: dal primo timido incontro, governato dalla spasmodica attesa e ricerca di stimoli altrui, passando per una fase intermedia, dominata dalla sperimentazione di approcci creativi, fino all’inizio di una relazione, pervasa di fervore e modellata sulla profonda conoscenza dell’altro. 

Alberto Garutti Temporali 2023 MAXXI Melania Dalle Grave DSL Studio Courtesy Fondazione MAXX

Alberto Garutti rende il “site-specific” una specificità estesa, una cura impercettibile che trascende dalle necessità operative o concettuali dell’artista, per dare credito e valore a tutto ció con cui esso è tenuto a dialogare. Paesaggi, comunità e istituzioni sono tutti attori imprescindibili di un’opera: “‘andare verso’ è un gesto che contiene un’idea politica” afferma Garutti in Appunti per una teoria, ed è proprio la commistione tra dinamismo fisico e idealistico che lo spinge a coniare un metodo fortemente orientato all’incontro, alla relazione e alla conoscenza dei destinatari

“L’opera esiste solo quando lo spettatore è direttamente coinvolto con essa, nella consapevolezza di essere il vero protagonista capace di dar senso alla sua forma: nel tempo critico, etico e amoroso del suo sguardo” (Alberto Garutti nel comunicato stampa della mostra “Alberto Garutti”, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Arezzo), 13 dicembre 1996 – 9 febbraio 1997)

I testi raccolti nel volume guidano il lettore verso una comprensione organica e dettagliata del pensiero garuttiano, individuando nuclei che ne dettano la maturazione a loro volta identificati in singoli casi studio. Paesaggio domestico, paesaggio politico, Spettatore, Metodo, Didascalia, Gli Altri, Museo e città, Natura, questi i cluster che introducono alle parole che Alberto Garutti sceglie per raccontare e raccontarsi a partire dalle dimensioni che lo hanno reso consapevole del suo ruolo e della sua responsabilità etica e morale verso la società. L’allontanamento dai dogmi sacri del mondo dell’arte si nota nell’anti-monumentalità e nell’alternativa autorialità promossa dallo stesso artista: le strade suggerite da Garutti sono l’anticamera di una nuova libertà che individua orizzonti nei limiti, storie nei dialoghi e opere nelle persone. 

Archivio OSA Cartolina per A Garutti 001B retro Verdiana Calia e Mattia Montemezzani

Alberto Garutti mette in discussione la sacralità del suo ruolo, esentandosi volontariamente dall’aura divina che spesso permette ai creatori di non giustificare le loro azioni, di non cercare un fine ultimo nei loro progetti. Garutti trova nell’esperienza quotidiana una fonte inesauribile di ispirazione: spazio e tempo diventano le coordinate di un territorio fluido in cui artista e spettatore si ibridano in una sorta di cittadino universale, completamente integrato nell’opera e totalmente conscio del suo valore.

Se il libro portato a termine dallo Studio Alberto Garutti e da Studio Celant ha riportato alla luce una documentazione inestimabile per comprendere l’opera omnia dell’artista, la mostra Caro Alberto a cura di Giacinto di Pietrantonio contribuisce a preservare l’affetto e la stima che chi ha avuto la fortuna di conoscere Garutti può testimoniare.

Un corpus di cartoline d’autore firmate da ex studenti, amici, critici e curatori, diventano il linguaggio piú diretto ed efficace per misurare l’impatto che Alberto Garutti ha avuto come docente e come uomo d’arte. Di Pietrantonio celebra l’amico di lunga data mettendosi in ascolto, aprendosi all’altro come Garutti amava fare; l’opera collettiva è destinata all’Archivio Alberto Garutti a testimonianza dell’eredità indelebile dell’artista.

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