La personale dell’artista ucraina presenta l’installazione in grado di rappresentare i sette archetipi femminili.
Per la sua personale da ADA, Anna Perach ha ideato un’installazione formata da tre elementi scultorei. Concettualmente la mostra analizza la narrativa del distacco della testa e del corpo dalla forma femminile. Le sculture, più specificatamente, indagano la brutalità della compartimentazione del corpo della donna nella storia del mondo occidentale.
Seven Wives, 2020, è una scultura composta da sette teste appese ad una corda di canapa tramite dei ganci da macellaio. Ogni testa rappresenta uno dei sette archetipi femminili proposti dallo psicoanalista Carl Gustav Jung: la fanciulla, la cacciatrice, l’amante, la regina, la mistica, la saggia e la madre.
L’idea di appendere le teste trae invece ispirazione da un’illustrazione della storia folkloristica di Barbablù, raffigurante i corpi esanimi delle mogli impiccate, eletti da Perach come simbolo del comportamento irrazionale e violento inflitto al corpo femminile nell’arco della storia.
Daphne, 2021 e Transformer, 2021 sono due sculture in tessuto ispirate alla lettura che Griselda Pollock dà su Apollo e Dafne (1622-25) di Gian Lorenzo Bernini, argomentata nel suo libro After-Affects / After-Image (2013). Nel testo Pollock descrive le emozioni in lei suscitate guardando la bocca ansimante di Dafne, come se potesse sentire l’agonia silenziosa e disperata, causata dell’attenzione indesiderata di Apollo e culminata nella metamorfosi da ninfa a albero. Nella sua versione Perach ricrea la posizione della Dafne berniniana, ma rimuove la figura negativa di Apollo. Daphne è un corpo dinamico, in transizione ma allo stesso tempo amputato, privo di testa per esprimersi e di braccia per toccare o difendersi. Transformer le fa da complemento, lo stesso corpo è qui esaminato solo come un torso penetrato dai rami, che provengono al suo interno.
La pratica artistica di Anna Perach esplora la dinamica tra miti personali e culturali, con particolare interesse al profondo legame che lega le narrazioni soggettive al folklore antico e alla storia. Perach crea ibridi scultorei a partire da archetipi femminili al fine di analizzare questioni di identità, di genere e attività manuali. La sua pratica si divide tra performance e sculture indossabili realizzate con la tecnica del tufting, che consiste nella realizzazione di tappeti tessili fatti a mano. Intessendo manualmente le sue opere, Perach indaga come gli elementi associati alla sfera domestica, quali i tessuti e i tappeti, agiscano come un’estensione dell’inconscio e riflettano la propria eredità e ruolo di genere. Nelle sue performance, il tappeto intessuto di tipo domestico è uno strato esterno di pelle aggiunta, che nasconde il corpo fisico pur esponendone i frammenti interiori.
Cover Photo Credits: Gasp, 2021, Installation view at ADA, Rome