Alto Tasso di Disoccupazione tra i Laureati in Storia dell’Arte e Arti Performative: un nuovo studio rivela i dati.

Un recente studio condotto dalla Federal Reserve Bank di New York rivela che gli studenti di storia dell’arte, arti visive e performative e graphic design negli Stati Uniti hanno le prospettive di lavoro più sfavorevoli tra tutti i laureati delle università. Secondo l’indagine, più della metà dei laureati in queste discipline è “sotto-occupata”, vale a dire che lavora in settori che non richiedono un titolo di studio universitario.

In un grafico interattivo online, lo studio mette a confronto i tassi di disoccupazione e sottooccupazione, nonché i salari mediani nelle prime e ultime fasi di carriera per i corsi di laurea più popolari. È paragonato anche il reddito delle persone senza titolo di studio. A febbraio 2024, i laureati in storia dell’arte registravano un tasso di disoccupazione dell’8 percento e un tasso di sottooccupazione del 62,3 percento. Nonostante ciò, la storia dell’arte risulta avere il livello d’istruzione più elevato tra le specializzazioni creative considerate nello studio, con il 43,8 percento dei laureati che ha conseguito anche un titolo post-laurea.

Anche gli studenti in Belle Arti si trovano in una situazione difficile, con un tasso di disoccupazione del 7,9 percento, ma l’occupazione nel settore di interesse risulta essere leggermente più alta, con un tasso di sottooccupazione del 55,5 percento. Dall’altra parte, i laureati in arti performative registrano un tasso di disoccupazione del 5,5 percento, ma guidano la classifica di sottooccupazione (65.3%) tra le discipline creative analizzate.

Gli ingegneri industriali, i professionisti dei servizi di costruzione, i tecnici medici e vari percorsi di ingegneria, invece, godono delle migliori posizioni lavorative e salari medi che superano i centomila dollari a metà carriera (tra i 35 e i 45 anni, secondo la NYFED).

A complicare lo scenario, recentemente un sondaggio pubblicato da Creatives Rebuild New York (CRNY) ha rilevato che la maggior parte degli artisti nello Stato di New York vive in condizioni di insicurezza finanziaria, nonostante il settore artistico e culturale rappresenti il 7.4 percento dell’economia locale. È importante ricordare che la CRNY, dal 2021, si adopera per garantire un reddito mensile e posti di lavoro per gli artisti dello stato di New York. Tuttavia, più della metà di loro (57,3 percento) ha dichiarato di aver guadagnato meno di 25 mila dollari nell’anno precedente.

Sarah Calderón, direttrice esecutiva di CRNY, in merito alla situazione ha dichiarato: “Fondamentalmente, la nostra economia non considera gli artisti come lavoratori”. Questo comporta un’evidente mancanza di protezione salariale, assistenza sanitaria pagata o accessibile, nonché altre misure di sicurezza sociale spesso garantite ad altre categorie di lavoratori.

Calderón, inoltre, ribadisce l’importanza di riconoscere l’arte come un vero e proprio lavoro e di trovare soluzioni centrare sull’artista per migliorare le condizioni di vita e lavorative degli stessi.

In conclusione, sembra fondamentale un cambiamento nel modo in cui la società e l’industria valorizzano le discipline artistiche e i relativi laureati, al fine di superare questa sfida di dimensioni economiche, culturali e sociali e garantire un futuro più roseo per gli aspiranti artisti.

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