La fiera cambia location e si insedia in uno dei luoghi più emblematici e ricchi di storia della città generando una fusione unica tra are contemporanea e memoria storica. L’evento, tenutasi nelle giornate tra il 6 e il 9 febbraio, ha trasformato Palazzo Isolani in una serra di creatività, passando dagli spazi industriali di DumBo, luogo di recupero e rigenerazione, alle eleganti sale dell’edifici quattrocentesco che diventa in palcoscenico ideale per un evento che si nutre della forte tradizione culturale bolognese pur rimanendo solidamente ancorato alle pratiche del contemporaneo.
Passato, presente e futuro si intrecciano a formare un organismo vivente che si nutre, sviluppa, cresce ed interagisce con l’ambiente circostante. Come rampicanti, i progetti artistici che compongono la selezione crescono in modo incontrollato, interagendo e impossessandosi delle sale espositive, arricchendo così il contesto che li ospita. Il tema delle Rampicanti non è casuale: queste piante, capaci di svilupparsi ovunque e di superare i limiti imposti dall’uomo, diventano una potente metafora dell’arte contemporanea, in continuo e imprevedibile mutamento. Sempre pronta a riformarsi, l’arte celebra così la vitalità e la forza del mondo culturale odierno. Il programma si articola attorno a quattro sezioni tematiche, ognuna delle quali indaga le urgenze del nostro tempo dalla sostenibilità, al rapporto con la corporeità, all’identità fino alla critica sociale. Ciascuna area si spinge oltre alla tradizionale esposizione, esplorando il proprio concept attraverso progetti e performance che coinvolgono il pubblico attivamente, mettendolo in dialogo con artisti ed opere attorno alle questioni cruciali della nostra epoca.
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La sezione Ne(ur)ogenerative ha dato il via all’evento con una performance di Dora Musola, giovane promessa del panorama artistico contemporaneo. Costellazioni familiari esplora, tramite il copro, le dinamiche e le trasformazioni dell’individuo analizzate dal punto di vista della collettività. È una processione che si fa carico di corpi, relazioni e stracci della civiltà del consumo portando con sé un groviglio di persone trascinanti in discesa dell’iconica scala elicoidale, capolavoro rinascimentale del Vignola. Il movimento dell’artista diventa un processo di destrutturazione e ricostruzione, in cui la singolarità sembra svanire in favore di una collettività più ampia.
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Seguita da un altro progetto centrale per la fiera, OGGI PER VEDERE VERAMENTE QUALCOSA BISOGNA NASCONDERLO di Luca Rossi, lavoro che sfida la crescente mercificazione dell’arte contemporanea. Nell’installazione ideata per la Main Section di Palazzo Isolani, Rossi invita a riflettere sulla superficialità e sull’artificialità intrinsechi al sistema artistico attuale, dove l’arte rischia di confondersi con altri “prodotti”, perdendo la propria unicità in favore di logiche consumistiche e speculative. Si tratta di un format già proposto in occasione di Arte Fiera 2024: una conferenza stampa tenuta dall’artista in solitaria, in cui domande e giornalisti sono solo miraggi.
Cuore pulsante dell’evento la terza sezione, Le Rampicanti, si focalizza sul legame che intercorre tra arte e natura facendosi portavoce di una profonda riflessione sulla fragilità dell’equilibrio uomo ambiente. Thomas De Falco, con il suo progetto WO-MAN, esplora il ciclo della vita tramite u abito scultoreo che si adatta e muta, come un arbusto che cresce e si evolve nel tempo.
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In parallelo, Giulio Boccardi con la sua performance Sodalizio. Atto I – II utilizza il simbolo dell’albero per evocare il tema della rinascita. Il rituale che si sviluppa attorno a questo simbolo culmina in un atto di riforestazione, un gesto concreto di sostegno alla natura, che coinvolgerà il pubblico nel piantare alberi, restituendo alla terra ciò che essa offre. Boccardi in un constante esercizio fisico e mentale cammina in cerchio per tre giorni consecutivi, tenendo in braccio il prim degli arbusti che verranno successivamente piantati. Durante l’Atto II prenderà vita un reale progetto di riforestazione del bosco della Panarotta grazie alla collaborazione con WOWnature nell’evento finale che si terrà a giugno, durante cui i/le partecipanti potranno personalment collocare le piante nella loro nuova dimora.
Ritroviamo questi artisti anche nella mostra Intrecci, appuntamento che ha raccolto il lavoro di Thomas De Falco, Eva Fruci, Micc, Dora Musola, Leonardo Panizza, Monica Smaniotto e Nadia Tamanini, affrontando il tema dell’intreccio in tutte le sue forme. Dall’arte tessile alla riflessione sul biologico, dall’analisi del digitale al confronto con l’organico, ogni opera ha raccontato un mondo a sé e, pur mantenendo la sua identità, si è fusa con quella degli altri creando una rete di significati e materiali.
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D’altronde, sono stati numerosi anche gli spazi espositivi presenti tutti caratterizzati dal loro stile inconfondibile. La scelta estremamente variegata e diversificata delle opere in mostra è da sempre un punto forte della manifestazione; tuttavia quest’anno si è spinta oltre arrivando a presentare all’interno dello stesso circuito artisti come MAD MEG, disegnatrice talentosa che reinterpreta la tradizione pittorica incorporandola nelle sue virtuosistiche creazioni ad inchiostro, e street-artist noti a livello internazionale come Ericailcane e Zed1.
Merita di essere citata anche la galleria BoA Spazio Arte, una nuova realtà nel panorama bolognese, che ha sapientemente costruito un percorso delicato e misterioso interamente dedicato al potere evocativo del blu. Le opere di Roberta Cacciatore, Tullia Mazzotti e Alice Zanelli esplorano profondità sconosciute, confrontandosi con lo spazio domestico – simbolo di intimità e malinconia – e con paesaggi che richiamano cieli astratti e tumultuosi, custodi di immagini mentali e sensazioni profonde.
In conclusione, BOOMing 2025 non è solo una fiera, ma un intricato percorso che affonda le su radici nel cuore dell’arte contemporanea. In un luogo unico e carico di storia come Palazzo Isolani, l’arte si intreccia con la sperimentazione, creando un dialogo potente tra tradizione e avanguardia. Le quattro sezioni tematiche principali si alternano nutrendo riflessioni dinamiche e profonde capaci di regalare spunti inediti e provocatori, letteralmente una “serra creativa” che non smette di affascinare, trasformando Bologna in un terreno fertile per il futuro dell’arte.