Cremona Art Fair 2024 tra moderno, contemporaneo e editoria

Siamo giunti al termine anche di questa seconda edizione di Cremona Art Fair, una fiera fluida capace di toccare stili e periodi distanti tra loro passando dal moderno, all’arte post-bellica, fino al contemporaneo favorendo così l’unione di estetiche totalmente opposte. Negli stand dei 52 operatori culturali che hanno partecipato alla manifestazione, abbiamo potuto ammirare le correnti più celebri dell’arte contemporanea accostate all’arte urbana e all’editoria indipendente

L’evento, promosso da T.O.E. Art Fair, è stato un’occasione per la città di Cremona che torna ad essere protagonista, consolidando e ampliando la rete delle realtà e progettualità culturali del territorio e, allo stesso tempo, rivolgendo lo sguardo verso gli attori internazionali del mercato dell’arte contemporanea. A partire dalla Main Section che vede coinvolte trentadue gallerie italiane offrendo una selezione degna delle grandi fiere internazionali, capace di espandersi dal figurativo all’astratto presentando alcuni dei nomi più celebri dell’arte contemporanea come: Piero Manzoni, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Kiki Smith e Dennis Oppenheim. Figure accompagnate dagli artisti più promettenti della scena italiana di oggi come Virgilio Rospigliosi, presentato da Nuovospazio (Piacenza), e Federica Poletti promossa da VinciArte (Padova), galleria a cui va attribuito il vanto di aver portato l’arte digitale in mostra con gli NTF prodotti dalle opere di Ersilia Sarrecchia. Attrazioni a cui si è aggiunto un focus, curato dalla galleria B&B Arte (Mantova), sull’artista Franco Rognoni (Milano 1913-1999), pittore e disegnatore italiano poliedrico che mai si è arreso ad una sola etichetta immergendosi in varie correnti: dal realismo, al surrealismo, al lirismo fino all’espressionismo.

Al contempo nella seconda sezione, Art Projects, sono stati ospitati principalmente solo show, duo show e progetti curatoriali che uniscono opere realizzate da artisti di generazioni differenti confrontando le loro visioni sulla società odierna. Dedicare parte del padiglione a progetti “ristretti” ha permesso ai visitatori di riprendere fiato evitando il senso di saturazione e stanchezza tipico degli eventi fieristici. In questa sezione è stato possibile approfondire il ruolo dell’artista nella società, il rapporto tra naturale e artificiale, posti a confronto tramite analogie, opposizioni e abbinamenti inaspettati. Dialogo per contrasti perfettamente sintetizzato dalla selezione presentata da A Pick Gallery (Torino), che ha compreso opere valorizzate attraverso lo scontro tra colore e monocromia, paesaggio e pittura astratta, riflesso dall’allestimento dei lavori di Riccardo Dapino, Manfred Peckl e Manuel Portioli. Conflitto restituito anche dallo stand della galleria cremonese Mangano Arte, che ha promosso uno scambio tra l’arte figurativa di Giuseppe Restano e Guglielmo Aschieri Emilio e le opere volumetriche di Mario Consiglio.

Nello stesso luogo si sono incontrati immaginari visivi completamente diversi, accanto a gallerie storiche come ArtiVisive (Roma), aperta nel 1969, hanno presenziato nuovi spazi espositivi focalizzati sulla street art come Bonobolabo (Ravenna), che ha portato freschezza nel padiglione con i suoi skate d’artista decorati da street artists del calibro di Zed1. Tavole arricchite dalla realtà aumentata: inquadrando l’opera con l’app Aria – the AR Platform è possibile vedere le decorazioni evadere dai bordi del supporto e prendere vita, sempre accompagnate dall’ausilio di una apposita traccia audio. 

Il confronto è stato il punto di forza della fiera, che ha saputo dialogare con tutte le forme d’arte per dare visibilità alle nuove realtà culturali, senza moralismi o pregiudizi, e celebrare il puro piacere dell’arte e della creatività. Volontà riflessa dalla scelta di includere una terza sezione, Editor, completamente dedicata all’editoria indipendente e al libro d’artista allo scopo di far emergere le particolarità di un settore in continuo cambiamento che, nonostante le sfide poste dal digitale, continua ad essere un punto di incontro e scambio per le arti. Sono stati quattordici gli attori che hanno portato la propria visione del contemporaneo a Cremona, contribuendo a far luce su un mondo a volte sconosciuto per chi non è un addetto ai lavori, ma che comprende diverse professioni e realtà: dai professionisti delle librerie specializzate, agli studi di progettazione grafica e di design della comunicazione, alle case editrici indipendenti, ai magazine fino alle figure legate ad atelier e progetti culturali indipendenti. Personalità e modalità produttive che, attraverso le loro ricerche, animano il mondo virtuale senza mai dimenticare la carta stampata difendendo la sua esistenza tutt’oggi necessaria alla preservazione delle tecniche e, soprattutto, alla storicizzazione dei contenuti. 

Altra particolarità è stata la presenza attiva degli espositori, i quali hanno partecipato insieme agli artisti ad una serie di Talk ideati per approfondire con il pubblico i temi trattati e il lavoro che si cela dietro ai loro progetti editoriali. Sono state molte le proposte interessanti, tuttavia vorremmo spendere qualche parola per Senza Futuro Studio (Torino), realtà emergente nel campo dell’editoria, della grafica e del design che colpisce grazie alla sua estetica nel contempo punk ed equilibrata. Questi giovani professionisti hanno uno stile che richiama il panorama berlinese, aggressivo ed elegante contemporaneamente, peculiarità di cui troviamo riscontro nella copertina dell’ultimo numero del loro magazine annuale. 

Parte fondamentale di questa edizione è stato il contest “That’s Contemporary! A call for VIDEO ARTS“, progetto dedicato alla video arte, presentato a seguito dell’open call curata da Bianca Basile e Camilla Remondina in collaborazione con la direzione artistica del Premio Combat, alla quale hanno risposto 200 artisti. Sono state dieci le opere selezionate che si sono distinte per la loro capacità di riassumere a pieno le potenzialità del mezzo video, conducendo una profonda indagine sui media dell’arte contemporanea ed esprimendo interpretazione differenti della realtà odierna. Tra cui appare d’obbligo segnalare il video “I am not afraid of the Apocalypse, I am afraid you don’t love me anymore” dell’artista russa Leila Erdman-Tabukashvili. Opera che riassume perfettamente il clima politico degli ultimi anni, fornendo un punto di vista inedito sulla guerra russo-ucraina ed evidenziando le drammatiche sofferenze subite da chi ha opposto resistenza interna al conflitto. Cremona Art Fair 2024 si è dimostrata una fiera valida, ricca di contenuti, opere, talk, eventi e prospettive all’altezza delle esigenze del contemporaneo, che hanno saputo trattare i temi dell’attualità con un approccio innovativo volto a coinvolgere gli emergenti e metterli in relazione con realtà più consolidate.

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