In questa nuova rubrica il semiologo dell’arte, Roberto Concas, ci porta alla scoperta della Crypto Arte, vista con gli occhi della Semiotica
Questa volta il semiologo dell’arte Roberto Concas si occuperà di MBSJQ.
CHI È MBSJQ
Si fa chiamare “MBSJQ” o ancora utilizza il nome della sua agenzia StudioJQ, ma tutti lo conoscono come MadebyStudioJQ. Lui è Jonathan Quintin, un illustratore britannico nato nel 1981.
Laureato in design, MBSJQ opera, da circa vent’anni, come grafico e artista digitale al fianco di brand di rilevanza mondiale. Si distingue per la sua capacità di spaziare dal branding alla grafica digitale, nella modellazione 3D e da alcuni anni nella Crypto Art.
L’ARTE
MBSJQ afferma di trovare la sua realizzazione personale nella costruzione di un marchio, mentre sostiene di essere un’impressionista nel cuore e un surrealista nell’esecuzione.
Queste diverse radici si ritrovano costantemente nel moto continuo della sua ricerca, sostenuto dai software più avanzati di modellazione 3D come “Abstracpack” e altri ormai classici come Illustrator o Photoshop.
Oltre le potenzialità dei software, nelle sue opere resta viva la memoria delle grandi Avanguardie artistiche.
L’Impressionismo nell’esplosività dei colori, mentre le forme, ripetutamente, si rifanno al movimento Surrealista, proclamato nel manifesto di Parigi del 1924 quale superamento del Dadaismo, il tutto e naturalmente nella visione più attualizzata del Metaverso.
Le tracce inconfondibili di questo interesse si possono osservare in opere come “Oxygen, 2021, SuperRare” oppure “ Evolution, 2022, OpenSea”, infine nella infinita serie sperimentale “Astro & The Funkieverse”.
Necessariamente più “strutturato”, MBSJQ, si mostra nei percorsi di branding come per “Euro 2016”, “Nadal e Tommy Hilfiger”, “Bald Eagle Beer”, oppure per la serie “S&G Summer Kiss” e molti altri, dove il rapporto con la committenza diventa evidentemente serrato.
LA SEMIOTICA DELL’ARTE
Interessante in MBSJQ questa continuità nella rappresentazione del Surrealismo, così come era già successo anche agli artisti delle generazioni degli anni ’40, ’60 e ’80, peraltro ognuno, come lo stesso MBSJQ, con una nuova e contemporanea interpretazione.
Questa memoria rivisitata risponde bene ai concept attuali della comunicazione semantica e visiva che ripercorre, senza soluzione di continuità, un solco tracciato anche nella narrazione più popolare.
Si pensi alla “Marvel” o alla “Planet Comics”, ma ancora prima negli anni ’30 da “Zig et Puce au XXI siècle”, e in Italia da Yambo (Enrico de’ Conti Novelli da Bertinoro) con “Gli esploratori dell’infinito” del 1906.
Le radici sono fondamentali come, altrettanto, i frutti e le talee indispensabili per creare nuovi concept nell’arte.
MBSJQ è certamente sulla giusta strada, muovendosi nello spazio e nel futuro, affrancandosi in parte dal branding per entrare nell’universo della Crypto Art, dove c’è ancora, anche per lui, molta strada da fare.
Superare il loop di una “successione reiterata di istruzioni macchina” non sarà per lui una cosa facile, così come peraltro non è stato facile navigare nello Spazio.
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