Gli scavi di San Casciano dei Bagni riscrivono la storia archeologica etrusco-romana

San Casciano dei Bagni. Ormai da un paio d’anni questo piccolo comune della Valdichiana senese non è più solamente conosciuto dagli amanti del benessere e delle cure termali, ma, accompagnandosi, quasi come un mantra, alla parola “bronzi”, è diventato una vera e propria metropoli dell’archeologia.

Credo che chiunque abbia un minimo di interesse per la cultura e per la storia avrà sentito parlare della trionfale campagna di scavo che, dal 2019, sta letteralmente riscrivendo la storia archeologica di questo Paese. I primi frutti di questa campagna, le ormai arcinote statue in bronzo rinvenute nel santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termale del Bagno Grande, hanno letteralmente girato l’Italia, da Roma, passando per Napoli, fino a Reggio Calabria, e si preparano ad uscire dai nostri confini per essere conosciute dal resto del mondo. 

Ebbene, nella giornata di ieri, 3 dicembre 2024, proprio a San Casciano, si è svolto un evento che in moltissimi aspettavano. Dopo mesi di attesa, sono stati presentati i risultati dei nuovi scavi condotti quest’anno nel santuario, 14 settimane di lavori che hanno visto coinvolti circa 90 tra studenti e ricercatori di una trentina di università e centri di ricerca di tutto il mondo. Un evento che ha visto la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti in questa grande impresa, in un sodalizio che, in queste proporzioni, da tempo non si vedeva nel mondo della cultura.

PANORAMICA SCAVO Copyright SABAP SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi

C’erano le massime cariche culturali, il Ministro Alessandro Giuli, i Direttori generali Luigi La Rocca, per la Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, e Massimo Osanna, per la Direzione Musei; c’erano i rappresentanti delle articolazioni territoriali del Ministero, il Soprintendente Gabriele Nannetti, la Funzionaria archeologa competente per territorio Ada Salvi e il Direttore Regionale dei Musei nazionali della Toscana Stefano Casciu; c’erano – ovviamente – le autorità locali, nelle figure del Presidente della Regione Eugenio Giani e della sindaca Agnese Carletti; c’era il mondo dell’università e della ricerca, con il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari, Jacopo Tabolli, coordinatore scientifico dello scavo sempre per conto dell’Università per Stranieri di Siena, Emanuele Mariotti, direttore degli scavi, e Vilma Basilissi, che cura il restauro degli elementi in metallo per conto dell’Istituto Centrale per il Restauro.

STATUETTA DI TORO Copyright SABAP SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi Foto di Chiara Fermo

Il santuario di San Casciano non smette di sbalordire. Lo scavo in estensione, che ha riguardato non solo le aree di pertinenza del tempio legato alla vasca, ma anche le aree circostanti, ha permesso di mettere in luce il grande recinto sacro che delimitava l’area sacra già almeno dal III secolo a.C. 

Già intorno alla vasca, numerosi rinvenimenti legati a doni e cerimonie, tra cui lucerne, unguentari, ex-voto, ma anche ossa animali, lavorate o in situazioni di pasti rituali, testimoniano una vita fervida della comunità di fedeli. Ma è ancora una volta la complessa stratigrafia della vasca, ben sigillata dagli strati di fango, a lasciare senza parole. Nuovi ex-voto anatomici, braccia, gambe, teste, come quella “cesarina” con iscrizione. Nuove monete – ormai la sequenza numismatica è pressoché completa dalla tarda Repubblica e conta più di 10000 monete – molte delle quali in oro (il grande metallo protagonista, assieme ovviamente al bronzo).

STATUETTA OFFERENTECopyright SABAP SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi Foto di Ludovico Salerno

Nuovi bronzetti, anche di animali, come lo splendido toro chianino. Nuove iscrizioni, sempre a testimoniare il bilinguismo etrusco e latino, con dediche a Cleusi, l’etrusca Chiusi, o alla Flere Havens, la Fonte Calda protagonista di tutto. E – ovviamente – nuove statue: lo straordinario mezzo corpo maschile in posa quasi alessandrina, così creato (e non tagliato) come dono di metà di sé o come simbolo della parte curata o da curare; la statua di offerente femminile, praticamente identica a quella rinvenuta del 2022, e trovata un metro circa al di sotto; il bimbo augure con iscrizione in etrusco sulla gamba destra, un serpentello attorno al braccio destro e una palla nella mano sinistra, decorata con degli emozionanti pentagoni a richiamare un novecentesco pallone da calcio.

SERPENTE AGATODEMONE Copyright SABAP SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi Foto di Vera Bucci

Quasi alla profondità del deposito, alla base dei grandi tronchi lignei che caratterizzano la vasca più antica, quella pre-imperiale, poi chiusa dopo la caduta di un fulmine, uno strato di serpenti bronzei, animali associati alla guarigione ma anche alla fertilità, alla rinascita, al rinnovamento (temi che tornano ossessivamente nel santuario), di varia dimensione e resa, tra cui spicca quello di oltre 90 cm, agatodemone barbuto e cornuto. E ancora gemme, ambre, ma anche offerte organiche di pigne (portate da lontano) e uova, sia in frammenti che intere, elementi ancora associati alla fertilità e al rinnovamento.

Un nuovo straordinario tesoro, difficile anche da commentare.

DETTAGLIO TESTA MASCHILE Copyright SABAP SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi Foto di Alessandra Fortini

San Casciano dei Bagni è un laboratorio che, se saprà mantenere tutte le premesse che finora l’hanno accompagnato, potrà diventare un simbolo di cultura in tutto il mondo. È uno scavo veramente contemporaneo, che non coinvolge più solo archeologi e restauratori, ma architetti, ingegneri, geologi, fisici, chimici e scienziati delle più svariate branche del sapere. È un simbolo di come una vera e genuina comunanza di intenti, tanto nel lavoro di riscoperta quanto in quello di valorizzazione (che davvero ci si augura possa continuare ancora a lungo senza volontà di inutili primati), possa portare, in tempi brevi, a risultati assolutamente eccezionali.

STATUETTA CON CORONA TURRITACopyright SABAP SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi Foto di Alessandro Vierucci

È un simbolo di come la valorizzazione del passato di un territorio passi anche e necessariamente dalla valorizzazione del presente di quel territorio (il richiamo a De Quincey e Bloch del rettore Montanari è stato senza dubbio illuminante in tal senso), dall’inclusione delle comunità locali all’interno dei progetti di valorizzazione, specie di una comunità, come quella di San Casciano, che vive, come ogni piccola realtà della penisola, problemi concreti di spopolamento e impoverimento; un’inclusione che non dovrà portare, però, a forme di dannosa gentrificazione, bensì a forme intelligenti di ripopolamento e di fruizione (l’installazione, da parte dell’Università per Stranieri di Siena, di una foresteria per gli studenti coinvolti nello scavo, ma soprattutto il grande progetto condiviso del museo locale rappresentano un esempio di tutto ciò). 

Una delle iscrizioni più belle rinvenute reca al centro di essa una dextrarum iunctio, una congiunzione di due mani destre, gesto solenne del patto di matrimonio nel mondo latino. Ecco, speriamo che la dextrarum iunctio vista ieri a San Casciano possa orientare ancora a lungo le attività di ricerca, studio, tutela e valorizzazione in questo luogo così prezioso.
Il resto lo fa – come sempre – la meravigliosa Archeologia.

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