Jonas Wood è uno di quei pittori contemporanei che non si possono non conoscere. Cosa rende così speciale il suo splendido lavoro?
Jonas Wood, classe 1977, non è certo un nome nuovo nel mondo dell’arte e della pittura contemporanea. A partire dalla celebre mostra del 2012 tenuta alla David Kordansky Gallery di Los Angeles, l’artista è stato considerato per anni una delle grandi promesse della scena contemporanea internazionale. Previsione di successo perfettamente rispettata: ad oggi Wood, oltre ad aver ampiamente consolidato la sua relazione con la nota realtà californiana, ha esposto con alcune delle più importanti gallerie al mondo, Gagosian tra tutte. Le sue grandi installazioni hanno adornato il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles ed il parco High Line di New York. Alcune delle più influenti istituzioni per l’arte contemporanea del pianeta, vedi il MoMA, hanno voluto inserire Jonas Wood all’interno delle loro collezioni. E, inutile dirlo, i prezzi delle sue opere, contesissime da collezionisti sparsi per il mondo, sono schizzati alle stelle. Un esempio? Pink Plant Two, una tela datata 2014, ha sfiorato il milione di dollari lo scorso novembre da Sotheby’s, a New York.
In tantissimi hanno scritto negli ultimi anni di Jonas Wood, cercando ognuno di individuare e definire il filo conduttore del suo lavoro, tanto apprezzabile al primo, immediato colpo d’occhio, quanto complesso, profondo, estremamente intimo.
“Con un piede radicato nel cubismo analitico e l’altro nella pop art contemporanea, Jonas Wood è un artista che unisce due tradizioni apparentemente disparate per creare dipinti che presentano la vita contemporanea da molteplici prospettive.” (artspace.com)
Il Ricordo del Luogo
Laureato prima in Psicologia, poi in Arti Figurative, Jonas Wood non è stato semplicemente influenzato dal suo interesse e dai suoi studi in campo psicologico, ma ha fatto dell’indagine sul ricordo il vero fil rouge della sua ricerca artistica. Luoghi intimi, situazioni private, stanze di casa, amici, dove elementi ricorrenti (vedi le piante da ornamento e i palloni da basket), radicati nei ricordi dell’artista, popolano la scena, riemergono dal passato.
Le Citazioni
Se il passato rimane una componente fondamentale dell’opera di Jonas Wood, l’artista non manca certo di far riferimento alla storia dei suoi predecessori, di prendere spunto, di citare. E se su gagosian.com si legge a proposito delle opere di Wood che “le ambientazioni intime invocano il lavoro di antenati quali Matisse e Hockney”, sarà lo stesso Jonas Wood a definire Lucian Freud, David Hockney e Alex Katz dei veri e propri supereroi.