Le Veneri di Laurent Perbos vegliano alle Olimpiadi di Parigi

In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, sei Veneri accolgono il pubblico di fronte al Palais Bourbon, spostando con ironia i riflettori sullo sport femminile ed evidenziando le disparità di considerazione delle atlete rispetto ai colleghi uomini. La questione del riconoscimento dello sport femminile è un tema attuale alle cui radici troviamo una visione ancora maschilista e machista dell’attività motoria, che porta ad ignorare gli incredibili successi delle campionesse italiane e internazionali.

Nelle scorse settimane sono state tantissime le vittorie azzurre al femminile a partire dal successo della Nazionale di pallavolo che ha vinto la Volleyball Nations League, alla Nazionale di fioretto femminile vincitrice del titolo europeo, fino alla ginnaste pluripremiate alla World Cup di Milano, eppure i loro successi sono stati oscurati dagli europei di calcio maschile, competizione in cui i nostri giocatori non hanno sicuramente brillato. Emerge con forza il bisogno di un equo trattamento per le campionesse di svariate discipline, le quali non ottengono la stessa attenzione, nonché venerazione, dei colleghi maschi.

Laurent Perbos

Solo analizzando il panorama nostrano possiamo comprendere le istanze portate avanti dalle dee realizzate da Laurent Perbos, artista connotato da un umorismo cinico e tagliente che trae ispirazione dell’intrattenimento di massa, dalla cultura popolare con un’attenzione particolare rivolta allo sport, argomento prediletto dall’autore. Mentre se allarghiamo le nostre ricerche a livello globale scopriamo delle statistiche sconcertanti: lo sport femminile riceve solo il 5% della copertura mediatica dedicata al settore. Addirittura, un report dell’UNESCO dimostra come, al di fuori dei periodi di massima ricezione come eventi sportivi di ampissima risonanza, ad esempio le Olimpiadi, lo sport femminile raccoglie una copertura che giunge a minimi del 4%, nonostante il 40% dei partecipanti delle competizioni siano donne.

Sono sei sculture poste sulle scalinate dell’edificio a celebrare lo spirito olimpico, combinando sport, arte e cultura. Le opere, esposte fino al 22 settembre 2024 durante tutto il periodo olimpico, sono chiaramente ispirate alla Venere di Milo e colpiscono l’orgoglio francese rappresentando la personificazione di diverse discipline olimpiche: basket, boxe, lancio del giavellotto, para-tiro con l’arco, surf e tennis.

Imponenti figure femminili prodotte in resina acrilica e portanti ciascuna un simbolo del proprio sport, oggetti custoditi dalle divinità prime divulgatrici di una fondamentale riflessione sull’evoluzione delle questioni di genere nella storia di Giochi Olimpici. Quest’operazione artistica è un intricato gioco di riferimenti: osservando i colori di ogni statua notiamo come esse rappresentino i cerchi del celebre logo olimpico, inventato nel 1913 da De Coubertin.

Arricchisce l’intento celebrativo anche la collocazione dei lavori, i quali precedono l’incredibile facciata neoclassica del Palais Bourbon ricordando l’ingresso trionfale di un antico tempio greco.

Si tratta di un’immagine potente in cui cogliamo le preoccupazioni plastiche di Perbos che si focalizza sugli oggetti di uso quotidiano, come appunto un pallone da basket o dei guantoni da boxe, elevando la loro carica poetica per comunicare maliziosamente le urgenze del nostro tempo. Rileggendo i dati riportati sopra assistiamo all’allarmante mancato superamento degli stereotipi di genere presenti negli ambienti sportivi e nelle community ad essi correlate, risulta quindi fondamentale l’apporto della cultura e dell’arte alla sensibilizzazione su questi temi che evidenziano tristemente il bisogno di stravolgere i vecchi paradigmi manifestando al fianco delle atlete. 

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