Un cavallo rampante nero, sullo sfondo coloratissimo, tipicamente pop, che rappresenta una moltitudine di persone in festa, e, sopra a tutto, la silhouette della Madonna con la veste rossa e il mantello azzurro. Porta l’inconfondibile “firma” stilistica di Marco Lodola il “drappellone” di quest’anno per il Palio di Siena di agosto. Drappellone che è un tripudio di colore, di gioia, di creatività, come tutte le opere dell’artista che iniziò la sua carriera con il movimento del “Nuovo Futurismo” a metà degli anni Ottanta, per poi guadagnarsi fama in Italia e in tutto il mondo con uno stile inconfondibile, fatto di colori piatti e di luci colorate, con un interesse particolare per il mondo della musica e del rock (sue le scenografie di decine di spettacoli, di concerti e di trasmissioni televisive, tra cui l’ultima edizione di Sanremo, con la facciata del teatro Ariston illuminata dalle sue sculture luminose), un’attenzione dal mondo del fashion che gli ha fatto recentemente guadagnare anche la collaborazione con Dior, che gli ha chiesto di decorare, nel 2021, le vetrine di ben 400 boutique sparse in tutto il mondo.
Ora è la città di Siena a chiedere all’artista di reinterpretare, con il suo inconfondibile timbro neopop, il drappellone del palio. Un’esperienza che Lodola definisce “irripetibile”: “ho potuto toccare con mano”, ci spiega infatti l’artista, “una tradizione antichissima, medioevale, che in parte ne conserva ancora le tracce e i caratteri di fondo. Un’avventura veramente emozionante, quasi un tuffo nel passato”. Che, tuttavia, l’artista ha reinterpretato in maniera assolutamente innovativa, tanto da sollevare qualche mugugno nei senesi più tradizionalisti. Ma che è invece piaciuto moltissimo agli amanti del contemporaneo, che avevano già potuto apprezzare, in passato, i drappelloni realizzati da grandi artisti internazionali come Mario Ceroli, Jim Dine, Luigi Ontani, Fernando Botero, Igor Mitoraj e Francesco Clemente, solo per citare alcuni nomi. “Sì, ho fatto un restyling della classica iconografia del drappellone, pur mantenendone immutati i caratteri di base, attraverso il mio stile e i miei colori pop-futuristi”, dice ancora l’artista. Come nella migliore tradizione, la grande Storia va a braccetto si sposa magistralmente con la contemporaneità più spinta.