Scopriamo i finalisti del Premio Cairo 2024 (pt 1)

Sono stati annunciati ieri i finalisti del Premio Cairo 2024, uno dei riconoscimenti più prestigiosi per i giovani artisti italiani. Giunto ormai alla sua 24ª edizione, ogni anno il premio coinvolge 20 giovani artisti selezionati dalla redaizone della rivista “Arte”, i quali vengono invitati a creare delle opere inedite che faranno parte di un’esposzione al Museo della Permente di Milano. Queste creazioni vengono poi valutate da una giuria composta da direttori di musei, critici d’arte e maestri dell’arte contemporanea italiana i quali scelgono un vincitore.

Quest’anno, nello specifico, la giuria sarà composta da: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia; Mariolina Bassetti di Christie’s Italia, Ilaria Bonacossa del Museo Nazionale dell’Arte Digitale di Milano, Lorenzo Giusti della GAMeC di Bergamo, Gianfranco Maraniello del Polo Museale del Moderno e Contemporaneo di Milano, ed Emilio Isgrò, noto artista delle “cancellature”. La proclamazione del vincitore avverrà il 14 ottobre 2024, con l’opera vincitrice che entrerà a far parte della Collezione del Premio Cairo e un premio di 25.000 euro assegnato all’autore. Le opere dei finalisti saranno esposte al Museo della Permanente di Milano dal 15 al 20 ottobre 2024.

La vincitrice dell’edizione 2023 è stata Giuliana Rosso con la sua opera “Stiamo bene negli acquitrini”, realizzata con carboncino e gessetti su carta. Il lavoro rappresenta l’inquietudine e l’indeterminatezza dell’adolescenza in un paesaggio tossico, affrontando temi di solitudine e urgenza ambientale.

Il premio intende dunque sostenere e promuovere nuovi talenti artistici, introducendo al pubblico nuovi protagonisti e tendenze nell’arte contemporanea: per questo noi di Artuu abbiamo deciso di scoprirli uno ad uno, in poche ma efficaci righe…

Thomas Berra

Thomas Berra lavora principalmente con la pittura su carta e tela, ma estende il suo lavoro a supporti diversi come tende e pareti, creando opere oniriche e immersive. Il suo progetto “Elogio delle Vagabonde” (dal 2015 in poi) si ispira al saggio di Gilles Clément e riabilita le “erbacce” come soggetti artistici dignitosi. Le sue opere rappresentano paesaggi mistici con figure enigmatiche e piante infestanti, creando un immaginario fiabesco e sospeso. Il sogno, ispirato a “Il Libro dei Sogni” di Fellini, è un elemento fondamentale che sfuma il confine tra realtà e immaginazione.

Chiara Calore, Eden-2-det, 2021, ph Studio Mion

Chiara Calore

Chiara Calore nasce ad Abano Terme nel 1994. La sua pittura è caratterizzata dall’accostamento di vari elementi figurativi con un tono ironico e visionario. Le sue opere presentano un insieme bizzarro e inverosimile di uomini, animali e freaks, che si muovono sulla tela in modo anarchico, creando una rete di rimandi complessi. Dopo aver iniziato i suoi studi artistici, Chiara si è dedicata al restauro, collaborando con una docente di Storia dell’Arte

Tomaso De Luca

Tomaso De Luca (nato nel 1988 a Verona, Italia) è un artista che vive e lavora tra Milano e Berlino. La sua pratica artistica si concentra principalmente su scultura, installazioni e video arte, esplorando temi come l’architettura, la politica e l’identità. Ha studiato pittura e arti visive alla NABA di Milano e ha partecipato a numerose esposizioni internazionali.

Le sue opere spesso riflettono sulla precarietà della vita urbana e sulle dinamiche sociali, trasformando elementi architettonici in oggetti artistici che sfidano la percezione dello spazio e della comunità​.

Pietro Fachini

Pietro Fachini (nato a Milano nel 1994) vive e lavora tra Milano, la Sardegna e la Colombia. Fachini ha iniziato il suo percorso artistico nell’atelier del maestro Maurizio Bottoni, avvicinandosi all’arte fiamminga e metafisica. Il suo lavoro oggi si caratterizza per la sua attenzione alla natura e ai suoi elementi, che trasforma in pigmenti naturali utilizzati nelle sue opere. Questo processo riflette una continua ricerca sulla rappresentazione organica e sulla trasformazione naturale.

Fachini ha inoltre condotto ricerche sui pigmenti organici nella foresta amazzonica colombiana, studiando tecniche tradizionali indigene per stabilizzare i colori naturali e creare tele a partire da fibre di alberi specifici. Le sue opere riflettono un equilibrio tra realismo e astrazione, spesso esplorando i limiti della figurazione attraverso processi meditativi e stratificazioni pittoriche.

Emilio Gola

Nato a Milano nel 1994 e attualmente basato a Milano, Emilio Gola crea dipinti che catturano atmosfere sonnolente e frivole. Al centro di ogni sua opera vi sono giovani svogliati, distratti o profondamente concentrati nei loro divertimenti, immortalati in momenti misteriosi e senza tempo. Gola cerca di catturare la libertà e la leggerezza adolescenziale dei suoi modelli, rendendo vivi i loro gesti spontanei e gli abbracci affettuosi sulla tela.

I suoi dipinti esplorano la lotta tra l’auto-definizione e la dematerializzazione della realtà quotidiana, rappresentando le figure sia in relazione con se stesse che con gli oggetti circostanti, intesi come strumenti di ricerca identitaria. Questo racconto di un mondo semplice e caotico emerge anche attraverso l’immagine di una camera da letto capovolta, simbolo del bambino eterno.

Giuseppe Lo Schiavo

Giuseppe Lo Schiavo (nato nel 1986) è un artista visivo italiano che vive tra Milano e Londra. Specializzato in arte digitale, fotografia e installazioni, il suo lavoro esplora l’intersezione tra arte e tecnologia. Lo Schiavo ha introdotto il concetto di “fotografia sintetica”, una tecnica rivoluzionaria che utilizza metodi basati su computer anziché processi tradizionali con la fotocamera, affrontando temi come la biologia evolutiva, il transumanesimo e l’ecocentrismo, introducendo un approccio trasformativo e innovativo all’arte, esplorando realtà sintetiche e nuove estetiche emergenti con richiami all’arte e alla cultura antica​

Giulia Maiorano

Giulia Maiorano (nata nel 1991) è un’artista visiva italiana che vive e lavora a Milano. La sua pratica artistica esplora temi come la casa, vista come un archivio intimo e pubblico, e la dimensione giocosa e ironica della realtà. Utilizzando luce e suono come mezzi di comunicazione essenziali, le sue opere creano situazioni ambigue e ambivalenti che riflettono una dimensione primordiale di semplicità.

Giulia Maiorano

Giulia Mangoni (nata nel 1991 a Isola del Liri, Italia) è un’artista italo-brasiliana che esplora temi legati alla memoria, all’identità e alla territorialità attraverso la pittura e le installazioni. Cresciuta tra Italia e Brasile, è tornata a vivere e lavorare nella sua città natale. La sua pratica artistica si concentra sull’etica del ritorno e sulle narrazioni personali che emergono da dialoghi con diverse influenze e comunità.

Le sue opere spesso riflettono su come il concetto di appartenenza territoriale possa essere esplorato attraverso collaborazioni con artigiani, agronomi e allevatori di specie autoctone, specialmente nella regione della Ciociaria​.

Pietro Moretti

Pietro Moretti (nato nel 1996) è un artista italiano che vive e lavora a Londra. La sua pratica artistica si ispira all’atmosfera delle fiabe, dei fumetti e dei concetti del corpo grottesco. Le sue opere esplorano l’ambivalenza delle emozioni nelle relazioni intime, la complessità delle mascolinità e del senso di appartenenza, e la porosità tra realtà psicologiche e fisiche​.

Moretti lavora principalmente con acquerelli e pittura a olio, creando narrazioni che intrecciano il quotidiano e il fantastico. Le sue opere recenti riflettono su come le emozioni non espresse riemergano attraverso il corpo, rivelando menzogne, dolori, fragilità e contraddizioni del desiderio​.

Matteo Pizzolante

Matteo Pizzolante (nato nel 1989 a Tricase, Lecce) è un artista italiano il cui lavoro esplora la relazione tra il digitale e l’analogico attraverso l’uso di tecniche innovative come il cianotipo su vari supporti. Pizzolante è noto per creare narrazioni visive che combinano memorie personali e immaginazione, spesso utilizzando la modellazione 3D come punto di partenza. Le sue opere si distinguono per la loro capacità di evocare immagini evanescenti e spazi impossibili ma realistici, esplorando temi di memoria, tempo e identità.

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