Milano, anni Settanta. In unโepoca in cui lโarte e la letteratura si contaminavano in un fervente dialogo culturale, due figure apparentemente distanti si incontrarono e si riconobbero. Mario Schifano, pittore dalla creativitร irrequieta, e Gianni Malabarba, poeta e collezionista appassionato, intrecciarono le loro vite in un rapporto fatto di amicizia, ispirazione e collaborazione. Oggi, a distanza di decenni, la mostra Mario Schifano – Gianni Malabarba. Pittura e Poesia, allestita presso la galleria BKV Fine Art di Milano fino al 17 aprile 2025, riporta alla luce questa affascinante storia attraverso 73 opere inedite.

Quando Malabarba vide per la prima volta le opere di Schifano, ne rimase rapito. Non era solo il tratto dellโartista a colpirlo, ma la sua capacitร di trasformare la realtร in un linguaggio pittorico vibrante. Lโincontro tra i due segnรฒ lโinizio di una collaborazione che avrebbe dato vita a un dialogo profondo tra pittura e poesia. Malabarba, che da sempre cercava di fondere la parola con lโimmagine, inviava i suoi versi a Schifano, il quale, ispirato, traduceva quei sentimenti in dipinti che sembravano restituire la voce scritta con nuove forme e colori.
I versi di Malabarba, carichi di evocazioni e simbolismi, sembrano trovare una nuova dimensione nei dipinti di Schifano. Il poeta, con il suo stile lirico e riflessivo, raccontava la frenesia e lโalienazione della societร moderna, mentre lโartista traduceva quegli stati dโanimo in colori accesi, segni spezzati e stratificazioni materiche. Cosรฌ, le parole si facevano immagine, e lโimmagine restituiva nuove interpretazioni alle parole.

Passeggiando tra le sale della galleria, il visitatore si trova immerso in un universo creativo che ripercorre le tappe della carriera di Schifano. Il cuore pulsante dellโesposizione sono le 64 opere su carta, che attraversano i diversi periodi dellโartista: il Futurismo rivisitato, i Paesaggi, le Buste, i Progetti. Sono opere che svelano la sua incessante ricerca espressiva, dove ogni segno racconta una storia, ogni colore evoca una suggestione.
A queste si affiancano tre tele emulsionate degli anni Settanta, un omaggio esplicito alla poesia di Malabarba. Qui la contaminazione tra le arti si fa evidente: le parole del poeta si intrecciano con le immagini, in un processo di reciproca ispirazione che va oltre il semplice incontro tra due artisti. Completano il percorso sei stampe fotografiche di Schifano, una riflessione intima sullโidentitร dellโartista e sul suo ruolo, unโeco delle sperimentazioni di Alighiero Boetti nello stesso periodo.

Gianni Malabarba non era solo un appassionato dโarte, ma un vero e proprio compagno di viaggio per gli artisti del suo tempo. Nato in Valsesia nel 1921 e trasferitosi a Milano, fu una figura di riferimento per il panorama culturale italiano degli anni Cinquanta e Sessanta. Accanto a Schifano, intrattenne rapporti con Piero Manzoni, Emilio Scanavino, Paolo Scheggi e molti altri. La sua casa e la sua collezione diventarono luoghi di incontro e di scambio, un crocevia di idee e sperimentazioni.
Negli anni Settanta, insieme a Graziella Lonardi, fondรฒ a Roma lโassociazione “Incontri Internazionali dโArte”, un progetto nato per promuovere la cultura contemporanea in tutte le sue forme. Spesso, le sue poesie venivano accompagnate da litografie di artisti, tra cui lo stesso Schifano, creando un dialogo continuo tra parola e immagine. Alcune di queste opere furono pubblicate dalla casa editrice di Vanni Scheiwiller, testimoniando lโimportanza del suo ruolo nel panorama culturale dellโepoca.

Mario Schifano, nato nel 1934 e scomparso nel 1998, fu uno degli artisti piรน innovativi del secondo dopoguerra. Esponente della Pop Art italiana, sperimentรฒ senza sosta, passando dalla pittura alla fotografia, dal cinema alla grafica.
La sua collaborazione con Malabarba fu un momento di grande intensitร creativa, in cui lโarte si fece veicolo di emozioni profonde. “Questa mostra โ afferma Marco Meneguzzo, curatore dellโesposizione โ vuole riscoprire un aspetto meno noto della storia dellโarte italiana, mettendo in luce il legame tra un artista e un collezionista che seppe andare oltre il semplice rapporto professionale”.
Per documentare questo capitolo della storia dellโarte, la mostra รจ accompagnata da un catalogo in edizione limitata, curato dallo stesso Meneguzzo.