In contemporanea all’esposizione londinese, la prestigiosa sede del Museo della Permanente ospita, per la prima volta nel capoluogo lombardo, la mostra di fotografie naturalistiche più rinomate al mondo con i 100 scatti della 60° edizione del concorso indetto dal Natural History Museum di Londra.
La 60° edizione del concorso Wildlife Photographer of the Year ha visto la candidatura di 59.228 fotografie, provenienti da 117 Paesi e territori, dimostrazione del fatto che il concorso continua ad ampliare i confini della fotografia naturalistica e suscitare moltissimo interesse. Tra le 100 opere selezionate sono stati premiati i vincitori del Gran Titolo ma non solo: è stato assegnato anche il Premio Impatto (Impact Award), ottenuto da due fotografi, Jannico Kelk e Liwia Pawłowska, come riconoscimento della speranza e dell’azione positiva che vengono ispirate dalle loro immagini.
Ogni fotografia, presentata su grandi pannelli retroilluminati a led, in un allestimento unico e innovativo, racconta una storia. Ogni storia racconta un viaggio, coinvolgente ed immersivo. Ogni viaggio porta direttamente lo spettatore in un’esperienza emozionante nella natura.
Shane Gross, con “Lo sciame della vita”, è il vincitore del concorso. Siamo nell’isola di Vancouver dove nel Lago Cedar il fotoreporter canadese, specializzato in conservazione marina, ha fatto snorkeling per ore guardando sotto lo strato superficiale delle ninfee mentre un gruppo di girini di rospo occidentale gli nuota accanto. Uno scatto che mostra il mondo di una specie a rischio a causa della distruzione dell’habitat e dei predatori. Shane Gross è spinto da un amore per tutto ciò che vive sott’acqua. Partito da una passione infantile per gli squali, il suo obiettivo è ora quello di raccontare storie di lunga durata sull’oceano e sull’impatto dell’uomo su di esso, sia positivo che negativo.
Alla sua destra è presentata invece la fotografia del vincitore del Young Wildlife Photographer of the Year, il tedesco Alexis Tinker-Tsavalas, con l’immagine “C’è vita sotto il legno morto”. Uno scatto ravvicinato che raffigura i corpi fruttiferi della muffa melmosa e un piccolo collembolo, catturato, come viene spiegato, con la tecnica del “focus stacking”, in cui vengono combinate 36 immagini, ciascuna con un’area diversa a fuoco, poiché questi animali possono saltare molte volte la loro lunghezza corporea in una frazione di secondo.
Un grande schermo con slideshow in loop presenta altre 25 foto premiate dal pubblico (People’s Choice). Sono proiettati anche filmati di backstage delle foto vincitrici, interviste ai fotografi e altri contenuti legati alla mostra.
Il percorso espositivo vuole così documentare, attraverso le fotografie esposte suddivise per categorie, la natura in tutte le sue sfaccettature, esplorando il comportamento degli animali e la loro morfologia con ritratti e dettagli sorprendenti, visioni subacquee e paesaggi di una bellezza incontaminata. L’esposizione vuole inoltre rappresentare la biodiversità nelle differenti aree senza tralasciare le questioni legate alla sua stessa crisi.
Molte suggestive immagini ricordano la bellezza di questo mondo nel suo lato più selvaggio, più puro e inalterato, un mondo che si muove sopra, sotto, intorno all’uomo. Un mondo fatto di silenzi maestosi, racconti di vite che scorrono perfettamente senza l’intervento umano e la perfezione di eco sistemi che si auto regolano. D’altra parte ci sono scatti che mostrano anche il lato della terra più contaminato, a causa dell’impatto con l’uomo che spesso la trasforma e la corrompe.
Il silenzio della natura si scontra e incontra così con il rumore dell’uomo creando un contrasto potente tra i due volti del pianeta. Una forte documentazione visiva, a tratti sicuramente molto poetica e commovente ma che richiama anche all’azione ed invita a preservare e proteggere tutta l’armonia naturale che si muove intorno a noi.
L’esposizione è organizzata dall’Associazione culturale Radicediunopercento, presieduta da Roberto Di Leo, con il patrocinio del Comune di Milano e con media partner Lifegate, visitabile fino al 9 febbraio.